lunedì, marzo 14, 2011
Del nostro redattore Carlo Mafera

Stiamo celebrando l’unità d’Italia, ma siamo arrivati questo appuntamento ancor sostanzialmente divisi, con tante lacerazioni politiche e sociali e con tendenze più centrifughe che centripete. Partiamo dalla Chiesa, che avrebbe certamente motivo per recriminare per tante ingiustizie subite nella sua storia, soprattutto dopo la presa di Porta Pia, ma che oggi è la prima a celebrare questo evento che le ha fatto recuperare la sua funzione principale: quella spirituale di salvatrice di anime. Può essere l’occasione giusta per fare chiarezza e ristabilire insieme la verità storica su quello che è successo e per approfondire le ragioni e i torti delle due parti in causa, la Chiesa e lo Stato. A testimonianza della gioia con cui la Chiesa partecipa ai ‘150 anni dell’Italia’, il 17 marzo ci sarà una messa officiata dal Card. Bagnasco
; in una nota del sito della Chiesa Cattolica si legge: “Si intrecciano elementi di memoria, di riflessione e di prospettiva. La Santa Messa indetta dalla Presidenza della Conferenza episcopale italiana e presieduta dal Cardinale Angelo Bagnasco nella Basilica di S. Maria degli Angeli in Roma intende esprimere la convinta e responsabile partecipazione della Comunità ecclesiale a tale evento, in spirito di leale collaborazione per la promozione dell'uomo e il bene del Paese. Alla celebrazione, aperta a tutti e trasmessa in diretta da Rai Uno e da TV2000, sono state invitate le più alte cariche dello Stato”
Per quanto riguarda l’azione il contributo degli “uomini di Chiesa”, prendiamo per esempio San Francesco: nel Medioevo il poverello di Assisi sparse nel nostro territorio quello spirito evangelico di unità che si era perso dopo la caduta dell’impero romano. E come Francesco con il suo abito povero e dimesso conquistò allora il cuore di tanta buona gente italiana, anche i francescani di oggi, con la loro umile presenza di fratelli minori in mezzo alla gente, possono fare molto nel loro piccolo. Portando per esempio il saluto di pace e di bene che ci ha lasciato in eredità il nostro caro santo, autore fra l’altro del Cantico delle Creature che rappresenta una delle prime opere della lingua italiana, di cui egli fu, insieme al padre Dante Alighieri, uno dei capostipiti. Conosciamo tutti l’importanza della lingua per la creazione di una Nazione e in particolare della sua identità, e San Francesco con il suo Cantico contribuì fortemente alla nascita e alla diffusione della lingua italiana.

Speciale Unità d'Italia:

- Considerato uno dei padri della patria, Giuseppe Mazzini era un giovane con grandi ideali: per questo fondò la Giovine Italia.
- «Che esista una questione meridionale, nel significato economico e politico della parola, nessuno più lo mette in dubbio.»
- Il 17 marzo sta finalmente arrivando. Ma tra mugugni e indugi manca un’ampia adesione all’evento: perchè?
- Il 17 marzo festeggiamo tutti l’Unità d’Italia. Anche la Chiesa intende esprimere la convinta e responsabile partecipazione.
- 150 anni d’Italia: Donne del Risorgimento. Dietro le quinte hanno contribuito e lottato duramente per l’Unità d’Italia.
- San Francesco e Santa Chiara: valori cristiani, valori universali
- Auguri, Italia: ecco le celebrazioni di Perugia
- Le Iene, i politici e l’Unità d’Italia
- Tanti auguri, Italia, dalle strade della Capitale!

È presente 1 commento

Anonimo ha detto...

Revisionismo storico?
Il Papa Pio IX fu strenue oppositore dell'unità d'Italia, scomunicò il re e nel 1870 si proclamò prigioniero politico fino al 1929 - firma dei patti lateranensi.
Cosa festeggerà e ricorderà il card. Bagnasco e la chiesa cattolica del 1861?

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