della nostra Monica Cardarelli

Non è facile ma dobbiamo pregare affidandoci a Dio e chiedendo che ‘sia fatta la tua volontà’ e non la nostra, con la certezza che Dio ascolta le nostre preghiere e ci dona sempre ciò di cui abbiamo bisogno, che non sempre corrisponde a quello che chiediamo.
In questo periodo di Quaresima abbiamo davvero degli strumenti da utilizzare a nostro vantaggio: la preghiera, la penitenza e la carità.
Anche la penitenza non deve essere una pratica esteriore ma una privazione, un sacrificio che ciascuno di noi sceglierà a seconda della propria vita e delle proprie abitudini, a cominciare dal digiuno fino ad arrivare a tante altre piccole e grandi espressioni di penitenza personali. Tutte le varie forme di penitenza devono avere però un senso, un obiettivo, un perché.
E per finire, la carità trova il modo di realizzarsi nell’aiuto concreto a questi nostri fratelli.
Ecco allora che in questi giorni possiamo orientare le nostre preghiere, le nostre penitenze e la nostra carità verso i fratelli più sfortunati che si trovano in gravi difficoltà. È l’unica cosa che possiamo fare noi cristiani… sembra poco ma non lo è. Sarebbe perciò auspicabile che tutti noi, singolarmente, nelle comunità parrocchiali, nei gruppi, riuscissimo a vivere appieno questo tempo di Quaresima, in tutte le sue espressioni, e non astrattamente ma con un’attenzione concreta a chi, seppur lontano, ci riguarda.
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