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14:57. Le forze fedeli a Gheddafi hanno ucciso almeno 142 persone e ne hanno ferite oltre 1.400 nel corso della loro offensiva contro gli insorti a Misurata, ad est di Tripoli. Lo hanno rivelato fonti mediche dell'ospedale cittadino. Dal 18 marzo scorso, secondo un medico, sono arrivati in ospedale 142 morti. I feriti non si riescono a contare ma le stime sono di circa 1.400 di cui 90 gravi.
13:07 - L'UA non parteciperà alla conferenza di Londra. L'Unione Africana non sara' presente alla conferenza di Londra sulla Libia. Lo ha confermato all'ANSA un portavoce del Ministero degli Esteri britannico. Al momento non si conoscono le ragioni della defezione. In un comunicato diffuso ai margini della Conferenza, il Cnt (Comitato nazionale di transizione libico) si impegna intanto a tenere libere elezioni nel dopo Muammar Gheddafi.
12.56 - Il Pentagono ha reso noto oggi di non avere alcuna conferma di rapporti su vittime civili in Libia. Il vice ammiraglio William Gortney, portavoce del Pentagono per quanto riguarda le operazioni in Libia, ha precisato che nelle ultime 24 ore i missili della coalizione internazionale lanciati verso la Libia sono legati ad attacchi mossi dalle forze di Gheddafi contro civili. Il capo del Consiglio nazionale di transizione (Cnt) degli insorti libici, Mustafa Abdeljalil, ha dichiarato che il colonnello Muammar Gheddafi sarà processato in Libia "dopo la vittoria" dell'insurrezione. L'esponente dei ribelli si è pronunciato in un'intervista sulla tv France 2.
"Dopo la vittoria, giudicheremo Gheddafi in LIbia per tutti i crimini che ha commesso", ha detto Moustafa Abdeljalil intervistato nella zona di Bengasi, roccaforte della ribellione libica. "Abbiamo un urgente bisogno di armi leggere perché siamo costretti a combattere", ha aggiunto l'ex ministro della Giustizia che ormai vive nascosto. "Cercheremo di di costruire un paese libero, democratico, dove vengano rispettati i diritti umani e l'alternanza politica", ha assicurato ancora, spiegando che il popolo libico ha effettuato "una scelta difficile, quella di affrontare un tiranno".
L'intervento in Libia "non significa pretendere di esportare uno specifico modello di democrazia ma promuovere e proteggere i diritti fondamentali, civili e politici, e le libertà religiose, come pre-condizione per l'autonoma realizzazione di sistemi democratici". Lo afferma il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, all'Assemblea generale delle Nazioni Unite.
12.34 - Le forze di Gheddafi hanno attaccato gli insorti con razzi e mitragliatrici, costringendoli ad una caotica e precipitosa ritirata verso Ben Wajad, loro roccaforte a 150 km ad est di Sirte. Lo ha riferito un inviato della Reuters. Quando e' cominciato l'attacco, i combattenti anti-Gheddafi hanno tentato di rispondere al fuoco ma poi hanno rinunciato e sono fuggiti sotto il fuoco dei lealisti. Ieri gli insorti erano giunti ad una cinquantina di km da Sirte, la citta' natale del rais.
Libia: Amnesty, preoccupazione per i detenuti
11:07 - Amnesty International sottolinea la preoccupazione per le sorti dei detenuti in Libia dopo l'inizio delle proteste, denunciando il rischio che queste persone, tra le quali molti blogger e originari dell'est del Paese, siano sottoposte a tortura. Secondo Amnesty 'e' impossibile sapere con certezza il numero di persone ancora in carcere, perche' Tripoli non divulga questo tipo di informazioni'.
10:49 - Frattini saraà presente alla conferenza di Londra e torna sulle polemiche dell'opposizione sulla mancata presenza italiana alla videoconferenza di ieri ribadendo che le decisioni verranno prese oggi al summit,mentre quella di ieri non era una 'videoconferenza per prendere decisioni'.E aggiunge che le polemiche strumentali indeboliscono l'Italia non il premier.L'Italia, ricorda il ministro, ha il comando Nato, la sede del comando dell'Alleanza a Napoli e il quartier generale della missione Ue.
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