Lunedì decine di migliaia di fedeli di tutta Italia uniti in preghiera con Lampedusa, perché si apra alla solidarietà e all’impegno il cuore di tutti i cittadini, i migranti, gli operatori, i politici
Lunedì 4 aprile, alle 19, il Movimento Rinnovamento nello Spirito Santo (RnS) promuove a Lampedusa una Veglia nazionale di preghiera e di solidarietà. 200 mila persone aderenti al RnS sono invitate ad unirsi in preghiera. Al contempo, tutti i credenti e tutti gli uomini di buona volontà che sono in Italia sono invitati a vivere questo semplice e popolare gesto, replicandolo in quanti più luoghi possibili. Una sarà la parola chiave di questa grande e potente preghiera comune: umanizzare la solidarietà. Presiederanno il Presidente nazionale del RnS, Salvatore Martinez, e il Vicario generale della Diocesi di Agrigento, Mons. Melchiorre Vutera.
Dichiara Salvatore Martinez, Presidente del RnS: “Una grande apprensione attraversa la coscienza di tutti i credenti e degli uomini di buona volontà dinanzi al dramma di popoli assoggettati a funesti venti di guerra e ad un esilio forzato dalle proprie terre in nome della ricerca della libertà e della pace. Occorre ristabilire il primato di una cultura della pace e della convivenza pacifica tra i popoli che insistono nel Mar Mediterraneo da sempre culla di civiltà, d’integrazione etnica e di scambi culturali ed economici. È penoso assistere allo sfaldamento della debole coscienza europea dinanzi alla crisi umanitaria in atto e al proliferare di slogan vuoti e pericolosi, che incitano all’indifferenza. Siamo ammirati dallo spirito di solidarietà, dall’operosa accoglienza, dalla testimonianza di carità che i lampedusani, i siciliani, tanti italiani stanno usando all’indirizzo di poveri, perseguitati, clandestini approdati nelle nostre coste. Abbiamo deciso di convocare a Lampedusa una Veglia nazionale di preghiera e di riflessione per esprimere la nostra solidarietà e il nostro affetto a quanti in queste ore sono nella prova, nella sofferenza, si sentono abbandonati, mancano di forze e difettano di sapienza. Guai a dimenticarlo: lo straniero, il povero, l’abbandonato sono sacri dinanzi a Dio e vanno protetti nella preghiera. Questa nostra «cooperazione nella preghiera» sarà tanto più efficace quanto più sarà vissuta dal maggior numero di persone e diretta a tutti coloro che sappiamo hanno bisogno di sentirne gli effetti (abitanti di Lampedusa, migranti, i loro familiari rimasti nelle terre d’origine, operatori umanitari, politici, forze di polizia)”.
Prosegue Martinez: “Gesù è stato, nella storia, il più grande globalizzatore dell’amore che accoglie tutti, senza distinzioni, e nessuno esclude, finanche i nemici. A tutti gli uomini di buona volontà Gesù chiede ancora oggi di seguire il suo esempio. Nessun vero credente può sottrarsi a questo nuovo supplemento d’amore e di passione civile, rappresentato oggi dall’ondata di profughi affamati di libertà e assetati di giustizia che bussano al cuore delle nostre comunità. Nei giorni in cui festeggiamo l’unità d’Italia, il nostro Paese deve mostrarsi degno della propria storia di solidarietà umana allargando i propri confini con un’univoca volontà di bene comune”.
Lunedì 4 aprile, alle 19, il Movimento Rinnovamento nello Spirito Santo (RnS) promuove a Lampedusa una Veglia nazionale di preghiera e di solidarietà. 200 mila persone aderenti al RnS sono invitate ad unirsi in preghiera. Al contempo, tutti i credenti e tutti gli uomini di buona volontà che sono in Italia sono invitati a vivere questo semplice e popolare gesto, replicandolo in quanti più luoghi possibili. Una sarà la parola chiave di questa grande e potente preghiera comune: umanizzare la solidarietà. Presiederanno il Presidente nazionale del RnS, Salvatore Martinez, e il Vicario generale della Diocesi di Agrigento, Mons. Melchiorre Vutera.
Dichiara Salvatore Martinez, Presidente del RnS: “Una grande apprensione attraversa la coscienza di tutti i credenti e degli uomini di buona volontà dinanzi al dramma di popoli assoggettati a funesti venti di guerra e ad un esilio forzato dalle proprie terre in nome della ricerca della libertà e della pace. Occorre ristabilire il primato di una cultura della pace e della convivenza pacifica tra i popoli che insistono nel Mar Mediterraneo da sempre culla di civiltà, d’integrazione etnica e di scambi culturali ed economici. È penoso assistere allo sfaldamento della debole coscienza europea dinanzi alla crisi umanitaria in atto e al proliferare di slogan vuoti e pericolosi, che incitano all’indifferenza. Siamo ammirati dallo spirito di solidarietà, dall’operosa accoglienza, dalla testimonianza di carità che i lampedusani, i siciliani, tanti italiani stanno usando all’indirizzo di poveri, perseguitati, clandestini approdati nelle nostre coste. Abbiamo deciso di convocare a Lampedusa una Veglia nazionale di preghiera e di riflessione per esprimere la nostra solidarietà e il nostro affetto a quanti in queste ore sono nella prova, nella sofferenza, si sentono abbandonati, mancano di forze e difettano di sapienza. Guai a dimenticarlo: lo straniero, il povero, l’abbandonato sono sacri dinanzi a Dio e vanno protetti nella preghiera. Questa nostra «cooperazione nella preghiera» sarà tanto più efficace quanto più sarà vissuta dal maggior numero di persone e diretta a tutti coloro che sappiamo hanno bisogno di sentirne gli effetti (abitanti di Lampedusa, migranti, i loro familiari rimasti nelle terre d’origine, operatori umanitari, politici, forze di polizia)”.
Prosegue Martinez: “Gesù è stato, nella storia, il più grande globalizzatore dell’amore che accoglie tutti, senza distinzioni, e nessuno esclude, finanche i nemici. A tutti gli uomini di buona volontà Gesù chiede ancora oggi di seguire il suo esempio. Nessun vero credente può sottrarsi a questo nuovo supplemento d’amore e di passione civile, rappresentato oggi dall’ondata di profughi affamati di libertà e assetati di giustizia che bussano al cuore delle nostre comunità. Nei giorni in cui festeggiamo l’unità d’Italia, il nostro Paese deve mostrarsi degno della propria storia di solidarietà umana allargando i propri confini con un’univoca volontà di bene comune”.
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