della nostra collaboratrice Beatrice Niciarelli

Qual è l’origine del virus? La prima forma è stata riscontrata in alcuni primati dell’Africa sub-sahariana: una rapida mutazione lo rese compatibile anche con l’uomo, dando vita ad un’epidemia senza precedenti, in anni in cui l’umanità ignorava la sua esistenza. Dal giorno in cui fu diagnosticato per la prima volta (a Los Angeles, nel 1981), il virus ha colpito milioni di persone, uccidendone la maggior parte: attualmente, si stima che esistano almeno 33 milioni di persone infette, senza contare i portatori sani, che spesso ignorano di esserlo; il 60% delle persone malate si trova in Africa, mentre è in crescita la percentuale di infetti sia in Europa che in Asia.
Come si trasmette il virus? Per prima cosa, è importante ricordare che esso si trova nei liquidi biologici come il sangue, lo sperma o il latte materno, di conseguenza la sua trasmissione si otterrà tramite il contatto con del sangue infetto, con rapporti sessuali non protetti e tramite il rapporto madre-figlio in occasioni come l’allattamento al seno. Il metodo di trasmissione più diffuso al mondo è in assoluto quello sessuale: senza un’adeguata protezione, i rapporti a rischio aumentano di percentuale e molto spesso chi sa di avere questa malattia tace con il/la proprio/a compagno/a, per timore di non essere accettato. La paura di rivelare un possibile rischio di infezione è una causa che ogni anno contribuisce a creare molte vittime inconsapevoli, di cui gran parte ragazzi adolescenti, spesso troppo superficiali nei rapporti sessuali.
Il virus si può trasmettere anche attraverso la saliva? La risposta corretta è no: l’HIV non è trasmissibile attraverso il contatto con la saliva, tantomeno attraverso un semplice abbraccio o una stretta di mano, quindi non bisogna aver timore di questo. Un malato di AIDS ha bisogno di contatto umano, come tutti: l’importante è prendere le dovute precauzioni nei momenti sopra descritti, senza aver paura di un abbraccio o di una semplice lacrima.
Quali sono le cure possibili? Attualmente, l’infezione viene trattata con la HAART (Highly Active AntiRetroviral Therapy), una terapia in cui si utilizzano più farmaci: dal 1995, il suo utilizzo ha ridotto i casi di mortalità, pur non essendo la cura definitiva. Gli ultimi studi sono incentrati nella creazione di un vaccino in grado di fermare sin dal principio l’attacco del virus; recentemente, molti pazienti stanno testando il vaccino TAT (dal nome dell’omonima proteina usata), che sembra poter essere una valida partenza per la creazione e la diffusione di un vaccino definitivo. Un caso recente, in Germania, ha dato una speranza ai malati di HIV: un uomo infetto ha ridotto drasticamente le conseguenze dovute al virus grazie ad un trapianto di midollo osseo di un individuo avente una particolare combinazione genetica. Potrebbe essere questa la strada giusta per una perfetta guarigione.
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