giovedì, aprile 07, 2011
“La Guardia repubblicana di Laurent Gbagbo sta dando filo da torcere alle forze di Alassane Ouattara che nelle ultime ore hanno dovuto interrompere l’assalto alla residenza a Cocody e alla presidenza nel Plateau. Invece ieri sera sono nuovamente entrati in azione gli aerei francesi della ‘Licorne’ e dell’Onuci” riferisce alla MISNA il giornalista ivoriano, Philippe Kouhon, contattato nel quartiere di Yopougon, sotto controllo dei ‘giovani patrioti’ fedeli a Gbgabo.

Agenzia Misna - Alle prime ore del giorno ad Abidjan, dove in alcuni quartieri ‘caldi’ il coprifuoco è in vigore dalla mezzanotte fino alle sei, si sentono colpi d’arma da fuoco sporadici, ma non da armi pesanti. Sono incerte le notizie relative all’assalto lanciato venerdì scorso dalle Forze repubblicane (Frci) di Ouattara: secondo fonti di stampa ivoriana sembra conoscere una fase di stallo a causa della resistenza della Guardia repubblicana e delle Forze di difesa e sicurezza (Fds) che non avrebbero abbandonato le loro posizioni nei punti nevralgici della capitale economica.

“Due aerei della Guardia repubblicana sorvolano Abidjan a bassa quota per monitorare la situazione. A favore delle forze di Gbagbo c’è il fatto che gli uomini di Ouattara venuti dal nord del paese non conoscono bene la città e hanno difficoltà ad orientarsi e spostarsi” prosegue l’interlocutore della MISNA, riferendo di una forte mobilitazione e solidarietà tra la gente nei quartieri pro-Gbagbo dove pattugliano i ‘giovani patrioti’ armati. Una resistenza e un protrarsi delle violenze che costringe la popolazione a rimanere dentro casa, spesso senza acqua, luce e cibo, facendo temere una crisi umanitaria su vasta scala; prima della crisi, Abidjan contava più di 5 milioni di abitanti.

Nelle ultime ore crescono polemiche e divergenze tra i paesi africani di fronte al coinvolgimento militare dell’operazione francese ‘Licorne’, intervenuta ancora ieri sera con spari d’arma da fuoco da parte di elicotteri contro la residenza di Gbgabo e le sue forze di difesa. Parigi presenta l’intervento come “difensivo” in quanto mirato ad evacuare l’ambasciatore del Giappone, Yoshifumi Okamura, e il personale diplomatico di Tokyo dopo che la sua residenza fosse stata attaccata da “mercenari”, anche con razzi e cannonate. Quattro impiegati locali dell’ambasciatore sarebbero scomparsi e un suo collaboratore risulta ferito. La ‘Licorne’ ha poi riferito che “sono al sicuro nel campo militare (francese) di Port-Bouet”, nel sud della capitale, dove sono raggruppati tutti i cittadini stranieri che vengono poi evacuati con aerei in partenza dell’aeroporto di Abidjan, sotto controllo dei soldati francesi.

Mentre Parigi, Washington e l’Onu si sono da subito schierate a favore di Ouattara, riconosciuto presidente legittimo, dall’Angola arriva un sostegno aperto a Gbgabo, che viene ancora considerato “presidente eletto” da Luanda. “Gli ivoriani da soli devono trovare una soluzione pacifica alla crisi, sulla base del dialogo (…) Un governo di unione nazionale potrebbe essere creato (…) I francesi devono smetterla di frapporsi tra le due parti” ha dichiarato un portavoce del ministro degli Esteri di Luanda in una presa di posizione divergente rispetto alla stessa Unione africana (Ua). Dai primi bombardamenti degli aerei di Parigi, anche il Sudafrica e il presidente di turno dell’Ua, il capo di stato della Guinea equatoriale, Teodoro Obiang Nguema, hanno espresso critiche e preoccupazioni per “l’intervento di un esercito straniero” in Costa d’Avorio. Favorevole all’intervento dell’ex-potenza coloniale il Gabon di Ali Bongo ma anche la Nigeria che sottolineano che si tratta di un’operazione autorizzata dalle Nazioni Unite e a tutela di civili innocenti.

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