lunedì, aprile 18, 2011
Cresce l’allarme nelle Filippine, dove oltre 18mila minori, prevalentemente tra i 10 e i 14 anni, sono impiegati come lavoratori nelle industrie minerarie.

Radio Vaticana - L'agenzia Fides riferisce che, secondo l’Organizzazione internazionale del lavoro (Oil), nel 2010 erano oltre 2.4 milioni i bambini lavoratori filippini sugli oltre 215 milioni presenti in tutto il mondo. I bambini nelle miniere, oltre ad essere esposti alla polvere e alle sostanze chimiche a base di mercurio, che causano seri danni al cervello, spesso diventano rachitici a causa dei pesi che devono trasportare. Ma i minori sono coinvolti anche in altre attività che possono risultare pericolose, come la pesca d’altura, i lavori nel settore pirotecnico, nelle piantagioni, nel commercio della carne o come aiuto domestico. Il più alto numero di bambini lavoratori è impegnato nel settore dell’agricoltura, oltre due milioni, di cui oltre la metà non ha più di 15 anni. L’Organizzazione ha in atto nelle Filippine un progetto che prevede di tutelere i bambini sfruttati nelle peggiori forme di lavoro offrendo ai genitori l’opportunità di guadagnare e sostenere gli altri membri della famiglia con fonti di reddito alternative. Tra le aree in cui questo programma è in vigore c’è la provincia agricola di Quezon, dove il ministero dell’Istruzione sta inviando "insegnanti mobili" nelle aree remote per educare i bambini che abbandonano la scuola nel periodo dei raccolti. Nella provincia di Bukidnon, nota per le piantagioni di zucchero, l’Oil istituirà una scuola comunitaria per la popolazione indigena e tribale. (M.R.)

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