Pesce contaminato e pesca chiusa ad Ibaraki. La Tokyo Electric Power Company (Tepco) ha annunciato di aver fermato ieri la perdita di acqua radioattiva in mare da un pozzo di cemento della centrale nucleare di Fukushima Daiichi e che sta verificando se ci sono nuove perdite.
GreenReport - Ieri i "liquidatori" al lavoro nella centrale hanno praticato un foro per raggiungere il fondo del pozzo e versare 1.500 litri di agente indurente chiamato liquid glass che avrebbe fermato il flusso d'acqua. La Tepcio ha una foto che dimostra che quell'acqua non scorre più verso l'oceano. Sabato scorso era stato individuato un buco di appena 20 cm nella fossa del reattore numero 2, dal quale fuoriusciva acqua contaminata ad alti livelli da sostanze radioattive. La Tepco ha poi spiegato che l'acqua contaminata proviene da un tubo danneggiato che sversa sul calcestruzzo, poi nella fossa e infine in mare. Intanto l'azienda nucleare da lunedì continua a sversare in mare l'acqua radioattiva che ha invaso 4 unità di Fukushina Daiichi per liberare spazio per stoccare acqua ancora più radioattiva. Ieri alle 11 ora del Giappone erano state sversate nell'Oceano Pacifico 5.600 tonnellate di acqua radioattiva. Per evitare il dilavamento di sostanze radioattive intorno ai reattori la Tepco sta spargendo resine sintetiche sul suolo.
Ma quella che sta avvenendo nel mare davanti a Fukushima sembra una tragedia nascosta sotto il pelo dell'acqua e probabilmente annidata nei fondali. Ieri la Tepco ha rivelato che in campioni di acqua di mare prelevati nei pressi della presa d'acqua del reattore 2 alle 11,50 del 2 aprile contenevano 300.000 becquerel di iodio-131 per centimetro cubo, pari a 7,5 milioni di volte il limite legale, e che la contaminazione era scesa a 200.000 becquerel/cm3, o 5 milioni di volte il limite legale, nei campioni prelevati il 4 aprile. I campioni prelevati lunedì contenevano anche cesio-137, che ha un'emivita di 30 anni, 1.100 mila volte oltre il limite legale, ma ieri il Los Angeles Times riportava fonti giapponesi che davano livelli di cesio-137 un milione di volte oltre i limiti. Il cesio si è probabilmente depositato nei sedimenti di una vasta area di mare e potrebbe diventare un serio problema per la vita marina e la pesca.
Probabilmente il buco nella fossa del reattore 2 ha contribuito molto, ma gli esperti dicono che «Questo rende evidente che sostanze altamente radioattive scorrono dai reattori verso il mare, e che le perdite devono essere fermate al più presto». Il 27 marzo 13 milioni di becquerel/cm3 di iodio-131 erano stati rilevati nella costruzione della turbina del reattore e il 30 marzo era stata ritrovata acqua accumulata in un tunnel vicino all'edificio della con un livello di irradiamento sulla superficie di oltre 1.000 millisievert all'ora. La Nuclear and industrial safety agency giapponese (Nisa) ritiene che queste sostanze radioattive provengano da combustibile nucleare fuoriuscito dai reattori irrorati di acqua per evitare il surriscaldamento.
La Nisa e il governo giapponese sono duramente criticatati dai Comuni e dalle cooperative di pesca della prefettura di Fukushima che li accusano di non aver spiegato il perché del rilascio di acqua radioattiva in mare dalla centrale disastrata di Daiichi. Ieri la federazione delle associazioni cooperative della pesca a Fukushima ha notificato alla Nisa le sue forti preoccupazioni ed ha chiesto all'agenzia nucleare «Di spiegare il possibile impatto sui prodotti del mare». Oggi il team della Nisa presente a Fukushima ha risposto seccamente di non aver sentito la popolazione locale e che non ha intenzione di fornire una spiegazione alla prefettura. E pensare che il team è stato inviato a Fukushima proprio per dare più notizie ai residenti dopo l'inizio della catastrofe nucleare.
Il governo della città di Iwaki City, il più grande porto di pesca di Fukushima, e le cooperative dei pescatori hanno detto che la gente è sempre più preoccupata e che «L'agenzia è responsabile della risposta sugli incidenti nucleari e deve spiegare molte questioni, ma non ci ha contattati».
Intanto in alcuni piccoli pesci pescati nelle acque al largo della costa di Ibaraki, a sud di Fukushima, sono stati trovati livelli di cesio radioattivo al di sopra del limite legale. Secondo la prefettura di Ibaraki «526 becquerel di cesio radioattivo sono stati rilevati in un chilogrammo di sand lances». Il limite accettabile è di 500 becquerel ed è la prima volta che livelli di cesio radioattivo superiori al consentito sono stati trovati nei pesci. Tutte le cooperative di pesca locali della prefettura hanno prima deciso di sospendere la pesca dei sand lances , un pesce degli Ammodytes e poi, la maggior parte delle cooperative, tutte le attività di pesca. I pescatori hanno spiegato oggi alla televisione giapponese Nhk che comunque il loro pescato non sarebbe accettato dai mediatori o dai rivenditori e che è inutile continuare a pescare con i prezzi del loro pesce in picchiata e con i costi del carburante che supererebbero le possibili e sempre più sporadiche vendite. Il capo della federazione delle cooperative di pesca di Ibaraki ha detto che «I pescatori non possono pescare nell'acqua di mare contaminata» e ha chiesto al governo ed alla Tepco di «Fermare rapidamente il flusso di acqua radioattiva». Come risposta, il Giappone ha stabilito i suoi primi standard per i livelli di radiazione nel pesce, ma è chiaro che è fondamentale bloccare le perdite radioattive della centrale e monitorare le correnti marine e i livelli di radiazione.
Stanotte, dopo le proteste della Corea del Sud che ha accusato i giapponesi di non averla avvisata dello scarico in mare di 11.500 tonnellate di acqua radioattiva, la Nisa ha chiesto scusa ai Paesi vicini per le preoccupazioni causate dallo sversamento di acqua contaminata dalla centrale nucleare di Fukushima Daiichi. Un alto funzionario dell'agenzia, Hidehiko Nishiyama, ha detto abbastanza incredibilmente in una conferenza stampa che «Il Giappone non è riuscito a contattare la Corea del Sud prima di prendere la misura» e si è detto dispiaciuto che questo sia stato «Motivo di preoccupazione in quel Paese, anche se il rilascio è stata una misura d'urgenza. Il governo spiegherà pienamente la decisione ai Paesi coinvolti e risponderà alle domande sulla situazione dell'impianto in difficoltà».
GreenReport - Ieri i "liquidatori" al lavoro nella centrale hanno praticato un foro per raggiungere il fondo del pozzo e versare 1.500 litri di agente indurente chiamato liquid glass che avrebbe fermato il flusso d'acqua. La Tepcio ha una foto che dimostra che quell'acqua non scorre più verso l'oceano. Sabato scorso era stato individuato un buco di appena 20 cm nella fossa del reattore numero 2, dal quale fuoriusciva acqua contaminata ad alti livelli da sostanze radioattive. La Tepco ha poi spiegato che l'acqua contaminata proviene da un tubo danneggiato che sversa sul calcestruzzo, poi nella fossa e infine in mare. Intanto l'azienda nucleare da lunedì continua a sversare in mare l'acqua radioattiva che ha invaso 4 unità di Fukushina Daiichi per liberare spazio per stoccare acqua ancora più radioattiva. Ieri alle 11 ora del Giappone erano state sversate nell'Oceano Pacifico 5.600 tonnellate di acqua radioattiva. Per evitare il dilavamento di sostanze radioattive intorno ai reattori la Tepco sta spargendo resine sintetiche sul suolo.
Ma quella che sta avvenendo nel mare davanti a Fukushima sembra una tragedia nascosta sotto il pelo dell'acqua e probabilmente annidata nei fondali. Ieri la Tepco ha rivelato che in campioni di acqua di mare prelevati nei pressi della presa d'acqua del reattore 2 alle 11,50 del 2 aprile contenevano 300.000 becquerel di iodio-131 per centimetro cubo, pari a 7,5 milioni di volte il limite legale, e che la contaminazione era scesa a 200.000 becquerel/cm3, o 5 milioni di volte il limite legale, nei campioni prelevati il 4 aprile. I campioni prelevati lunedì contenevano anche cesio-137, che ha un'emivita di 30 anni, 1.100 mila volte oltre il limite legale, ma ieri il Los Angeles Times riportava fonti giapponesi che davano livelli di cesio-137 un milione di volte oltre i limiti. Il cesio si è probabilmente depositato nei sedimenti di una vasta area di mare e potrebbe diventare un serio problema per la vita marina e la pesca.
Probabilmente il buco nella fossa del reattore 2 ha contribuito molto, ma gli esperti dicono che «Questo rende evidente che sostanze altamente radioattive scorrono dai reattori verso il mare, e che le perdite devono essere fermate al più presto». Il 27 marzo 13 milioni di becquerel/cm3 di iodio-131 erano stati rilevati nella costruzione della turbina del reattore e il 30 marzo era stata ritrovata acqua accumulata in un tunnel vicino all'edificio della con un livello di irradiamento sulla superficie di oltre 1.000 millisievert all'ora. La Nuclear and industrial safety agency giapponese (Nisa) ritiene che queste sostanze radioattive provengano da combustibile nucleare fuoriuscito dai reattori irrorati di acqua per evitare il surriscaldamento.
La Nisa e il governo giapponese sono duramente criticatati dai Comuni e dalle cooperative di pesca della prefettura di Fukushima che li accusano di non aver spiegato il perché del rilascio di acqua radioattiva in mare dalla centrale disastrata di Daiichi. Ieri la federazione delle associazioni cooperative della pesca a Fukushima ha notificato alla Nisa le sue forti preoccupazioni ed ha chiesto all'agenzia nucleare «Di spiegare il possibile impatto sui prodotti del mare». Oggi il team della Nisa presente a Fukushima ha risposto seccamente di non aver sentito la popolazione locale e che non ha intenzione di fornire una spiegazione alla prefettura. E pensare che il team è stato inviato a Fukushima proprio per dare più notizie ai residenti dopo l'inizio della catastrofe nucleare.
Il governo della città di Iwaki City, il più grande porto di pesca di Fukushima, e le cooperative dei pescatori hanno detto che la gente è sempre più preoccupata e che «L'agenzia è responsabile della risposta sugli incidenti nucleari e deve spiegare molte questioni, ma non ci ha contattati».
Intanto in alcuni piccoli pesci pescati nelle acque al largo della costa di Ibaraki, a sud di Fukushima, sono stati trovati livelli di cesio radioattivo al di sopra del limite legale. Secondo la prefettura di Ibaraki «526 becquerel di cesio radioattivo sono stati rilevati in un chilogrammo di sand lances». Il limite accettabile è di 500 becquerel ed è la prima volta che livelli di cesio radioattivo superiori al consentito sono stati trovati nei pesci. Tutte le cooperative di pesca locali della prefettura hanno prima deciso di sospendere la pesca dei sand lances , un pesce degli Ammodytes e poi, la maggior parte delle cooperative, tutte le attività di pesca. I pescatori hanno spiegato oggi alla televisione giapponese Nhk che comunque il loro pescato non sarebbe accettato dai mediatori o dai rivenditori e che è inutile continuare a pescare con i prezzi del loro pesce in picchiata e con i costi del carburante che supererebbero le possibili e sempre più sporadiche vendite. Il capo della federazione delle cooperative di pesca di Ibaraki ha detto che «I pescatori non possono pescare nell'acqua di mare contaminata» e ha chiesto al governo ed alla Tepco di «Fermare rapidamente il flusso di acqua radioattiva». Come risposta, il Giappone ha stabilito i suoi primi standard per i livelli di radiazione nel pesce, ma è chiaro che è fondamentale bloccare le perdite radioattive della centrale e monitorare le correnti marine e i livelli di radiazione.
Stanotte, dopo le proteste della Corea del Sud che ha accusato i giapponesi di non averla avvisata dello scarico in mare di 11.500 tonnellate di acqua radioattiva, la Nisa ha chiesto scusa ai Paesi vicini per le preoccupazioni causate dallo sversamento di acqua contaminata dalla centrale nucleare di Fukushima Daiichi. Un alto funzionario dell'agenzia, Hidehiko Nishiyama, ha detto abbastanza incredibilmente in una conferenza stampa che «Il Giappone non è riuscito a contattare la Corea del Sud prima di prendere la misura» e si è detto dispiaciuto che questo sia stato «Motivo di preoccupazione in quel Paese, anche se il rilascio è stata una misura d'urgenza. Il governo spiegherà pienamente la decisione ai Paesi coinvolti e risponderà alle domande sulla situazione dell'impianto in difficoltà».
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