A Lampedusa, complice il mare mosso, da 24 ore non si registrano sbarchi. Sull’isola proseguono intanto i voli di rimpatrio degli immigrati tunisini, nell'ambito dell'accordo tra Roma e Tunisi.
Radio Vaticana - Nel frattempo, in Europa cresce il malumore per la decisione italiana di concedere i permessi di soggiorno temporanei a ventimila tunisini. Il servizio di Marco Guerra: ascolta
“La fase acuta dell'emergenza, si è conclusa”, lo ha detto stamani il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, secondo il quale l'accordo con la Tunisia sta funzionando e “tutti i giorni vengono fatti rimpatri di coloro che sono arrivati dopo il 5 aprile” e si sta inoltre potenziando “il sistema di controllo e di pattugliamento delle coste”. Anche stamattina un aereo ha lasciato Lampedusa alla volta di Tunisi con 30 migranti a bordo; un altro volo è previsto per questa sera, a seguito del quale sull’isola siciliana resteranno non più di 100 immigrati da rimpatriare. Resta alto l’allarme, però, dopo che nella riunione del Copasir di questa mattina, il generale Giorgio Piccirillo ha paventato il possibile arrivo di oltre 15 mila profughi, prevalentemente del Corno d’africa, liberati dai centri lager in cui erano detenuti in Libia. Intanto, nei centri di prima accoglienza allestiti in tutta la penisola proseguono le richieste di domande di permesso di soggiorno provvisorio che l’Italia concederà agli immigrati incensurati. Oltre 20 mila tunisini sarebbero così autorizzati alla libera circolazione nell'area Schengen. Questo sta suscitando vibrati proteste da parte di diversi Paesi europei che temono una nuova ondata migratoria. Dopo Francia e Germania, anche il Belgio ha annunciato controlli alle frontiere sugli arrivi dall’Italia. L’unico modo per bloccarli sarebbe sospendere Schengen, ha spiegato ieri Maroni, ma questo significherebbe la fine dell’Europa, ha aggiunto il ministro degli interni italiano.
Radio Vaticana - Nel frattempo, in Europa cresce il malumore per la decisione italiana di concedere i permessi di soggiorno temporanei a ventimila tunisini. Il servizio di Marco Guerra: ascolta
“La fase acuta dell'emergenza, si è conclusa”, lo ha detto stamani il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, secondo il quale l'accordo con la Tunisia sta funzionando e “tutti i giorni vengono fatti rimpatri di coloro che sono arrivati dopo il 5 aprile” e si sta inoltre potenziando “il sistema di controllo e di pattugliamento delle coste”. Anche stamattina un aereo ha lasciato Lampedusa alla volta di Tunisi con 30 migranti a bordo; un altro volo è previsto per questa sera, a seguito del quale sull’isola siciliana resteranno non più di 100 immigrati da rimpatriare. Resta alto l’allarme, però, dopo che nella riunione del Copasir di questa mattina, il generale Giorgio Piccirillo ha paventato il possibile arrivo di oltre 15 mila profughi, prevalentemente del Corno d’africa, liberati dai centri lager in cui erano detenuti in Libia. Intanto, nei centri di prima accoglienza allestiti in tutta la penisola proseguono le richieste di domande di permesso di soggiorno provvisorio che l’Italia concederà agli immigrati incensurati. Oltre 20 mila tunisini sarebbero così autorizzati alla libera circolazione nell'area Schengen. Questo sta suscitando vibrati proteste da parte di diversi Paesi europei che temono una nuova ondata migratoria. Dopo Francia e Germania, anche il Belgio ha annunciato controlli alle frontiere sugli arrivi dall’Italia. L’unico modo per bloccarli sarebbe sospendere Schengen, ha spiegato ieri Maroni, ma questo significherebbe la fine dell’Europa, ha aggiunto il ministro degli interni italiano.
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