La nostra corrispondente da Roma Monica Cardarelli ci racconta l'incontro di ieri sera col cardinale Camillo Ruini, che ha dato la sua testimonianza sulla vita e le opere di Giovanni Paolo II
Mentre Roma si sta preparando ad accogliere migliaia di fedeli provenienti dal mondo intero per la beatificazione di Giovanni Paolo II, loro, i pellegrini giovani e non, le suore, i religiosi e le famiglie, stanno già familiarizzando con le strade della capitale. E i romani, da parte loro, stanno partecipando numerosi alle varie iniziative organizzate per prepararsi all’evento. Così, in una calda serata romana, giovedì 28 aprile il cardinale Camillo Ruini ha incontrato i giovani e tutti gli intervenuti al Centro di aggregazione giovanile delle ACLI “GP2” - ascolta. Il Centro Giovanile Giovanni Paolo II (GP2), ideato, realizzato e promosso dalle ACLI di Roma in collaborazione con la Pastorale Giovanile della Diocesi di Roma, è nato proprio dopo la GMG italiana con l’intento di non disperdere quella scia di entusiasmo e di preghiera che aveva coinvolto i giovani romani, e ci accoglie con semplicità e calore nei locali della Basilica dei Santi Ambrogio e Carlo a via del Corso, nel cuore di Roma. La scritta posta sotto al logo del nome è molto esplicita: si legge infatti “GP2 – Venite e vedrete”.
Ieri sera quindi al GP2 il cardinal Ruini ci ha parlato di Karol Wojtyla, che ha personalmente conosciuto, in un incontro guidato dal Presidente delle ACLI provinciali di Roma, Cristian Carrara, e che ha visto una calorosa partecipazione. Molti i ricordi e i racconti del card. Ruini che hanno fatto tornare alla mente dei presenti vari aspetti di questo papa, a cominciare dalla sua attenzione alla ‘nuova evangelizzazione’, passando per il suo auspicio che la ‘parrocchia cerchi e trovi se stessa fuori da se stessa’ fino a rammentare la sua espressione ”l’uomo è la via della Chiesa”.
L’attenzione all’uomo, ad ogni uomo, ha senza dubbio caratterizzato il suo pontificato. Come ha ricordato Ruini, Giovanni Paolo II era attento alle piccole cose e aveva una grande capacità di attenzione alle singole persone. Quando ad esempio visitava gli ammalati negli ospedali, si soffermava da ciascuno di loro e non amava che gli si mettesse fretta. Oppure, in occasione delle messe celebrate per gli ammalati salutava ad uno ad uno i presenti e per ognuno di loro aveva un gesto e una parola.
Anche negli anni più difficili della sua malattia e sofferenza non ha rinunciato a dedicare le sue attenzioni ai fedeli e alla preghiera. Infatti il card. Ruini sottolineava come Giovanni Paolo II abbia vissuto la sofferenza nella preghiera senza per questo dispensarsi dal fare le cose che aveva fatto fino ad allora, non vivendo quindi la malattia come un limite. Nelle sue giornate piene di impegni non ha mai smesso di pregare, e la sua era una preghiera ecclesiale: recitava il rosario, la via crucis…
Inoltre papa Wojtyla aveva la capacità di tenere insieme due aspetti: quello dell’uomo di Dio, del mistico, e quello dell’uomo d’azione, con la convinzione che Dio fosse, ed è, l’attore decisivo della Storia. Questa sua concretezza lo ha portato ad avere sempre grande rispetto per il lavoro manuale, sia esso di agricoltori, di operai o di minatori.
Una cosa che colpiva anche chi lo conosceva da vicino, come il cardinal Ruini, era la sua essenzialità, la sua povertà: era estremamente modesto ed aveva un totale distacco dalle cose, vivendo la povertà in maniera profonda e concreta.
Era poi fermamente convinto della necessità di coltivare rapporti di fraternità e di ecumenismo… e questo è uno dei tanti aspetti abbastanza noti del Grande Papa ricordati in questa serata romana, ma ascoltarli tramite i ricordi e la testimonianza diretta di chi lo ha conosciuto e ha condiviso con lui il suo operato è stato davvero emozionante, e ha permesso ad ognuno dei presenti di ritrovare nella propria memoria e nel proprio cuore immagini conservate gelosamente di un Santo Papa e di un Santo Uomo.
Mentre Roma si sta preparando ad accogliere migliaia di fedeli provenienti dal mondo intero per la beatificazione di Giovanni Paolo II, loro, i pellegrini giovani e non, le suore, i religiosi e le famiglie, stanno già familiarizzando con le strade della capitale. E i romani, da parte loro, stanno partecipando numerosi alle varie iniziative organizzate per prepararsi all’evento. Così, in una calda serata romana, giovedì 28 aprile il cardinale Camillo Ruini ha incontrato i giovani e tutti gli intervenuti al Centro di aggregazione giovanile delle ACLI “GP2” - ascolta. Il Centro Giovanile Giovanni Paolo II (GP2), ideato, realizzato e promosso dalle ACLI di Roma in collaborazione con la Pastorale Giovanile della Diocesi di Roma, è nato proprio dopo la GMG italiana con l’intento di non disperdere quella scia di entusiasmo e di preghiera che aveva coinvolto i giovani romani, e ci accoglie con semplicità e calore nei locali della Basilica dei Santi Ambrogio e Carlo a via del Corso, nel cuore di Roma. La scritta posta sotto al logo del nome è molto esplicita: si legge infatti “GP2 – Venite e vedrete”.
Ieri sera quindi al GP2 il cardinal Ruini ci ha parlato di Karol Wojtyla, che ha personalmente conosciuto, in un incontro guidato dal Presidente delle ACLI provinciali di Roma, Cristian Carrara, e che ha visto una calorosa partecipazione. Molti i ricordi e i racconti del card. Ruini che hanno fatto tornare alla mente dei presenti vari aspetti di questo papa, a cominciare dalla sua attenzione alla ‘nuova evangelizzazione’, passando per il suo auspicio che la ‘parrocchia cerchi e trovi se stessa fuori da se stessa’ fino a rammentare la sua espressione ”l’uomo è la via della Chiesa”.
L’attenzione all’uomo, ad ogni uomo, ha senza dubbio caratterizzato il suo pontificato. Come ha ricordato Ruini, Giovanni Paolo II era attento alle piccole cose e aveva una grande capacità di attenzione alle singole persone. Quando ad esempio visitava gli ammalati negli ospedali, si soffermava da ciascuno di loro e non amava che gli si mettesse fretta. Oppure, in occasione delle messe celebrate per gli ammalati salutava ad uno ad uno i presenti e per ognuno di loro aveva un gesto e una parola.
Anche negli anni più difficili della sua malattia e sofferenza non ha rinunciato a dedicare le sue attenzioni ai fedeli e alla preghiera. Infatti il card. Ruini sottolineava come Giovanni Paolo II abbia vissuto la sofferenza nella preghiera senza per questo dispensarsi dal fare le cose che aveva fatto fino ad allora, non vivendo quindi la malattia come un limite. Nelle sue giornate piene di impegni non ha mai smesso di pregare, e la sua era una preghiera ecclesiale: recitava il rosario, la via crucis…
Inoltre papa Wojtyla aveva la capacità di tenere insieme due aspetti: quello dell’uomo di Dio, del mistico, e quello dell’uomo d’azione, con la convinzione che Dio fosse, ed è, l’attore decisivo della Storia. Questa sua concretezza lo ha portato ad avere sempre grande rispetto per il lavoro manuale, sia esso di agricoltori, di operai o di minatori.
Una cosa che colpiva anche chi lo conosceva da vicino, come il cardinal Ruini, era la sua essenzialità, la sua povertà: era estremamente modesto ed aveva un totale distacco dalle cose, vivendo la povertà in maniera profonda e concreta.
Era poi fermamente convinto della necessità di coltivare rapporti di fraternità e di ecumenismo… e questo è uno dei tanti aspetti abbastanza noti del Grande Papa ricordati in questa serata romana, ma ascoltarli tramite i ricordi e la testimonianza diretta di chi lo ha conosciuto e ha condiviso con lui il suo operato è stato davvero emozionante, e ha permesso ad ognuno dei presenti di ritrovare nella propria memoria e nel proprio cuore immagini conservate gelosamente di un Santo Papa e di un Santo Uomo.
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