della nostra corrispondente Monica Cardarelli

Per superare questo limite, Daniele Cerami propone nelle sue opere scorci di inquadrature realiste dei momenti della Passione di Cristo, dall’ultima cena alla flagellazione, dalla andata al Calvario fino alla crocifissione e alla deposizione, mostrandoci attraverso particolari del corpo di Cristo insanguinato il dolore della Passione. “Lo stile realistico è servo dell’intento di rendere contemporanea una realtà di duemila anni fa, ma rimane imprigionato in una costruzione formale dove tutto è in posa come in un moderno set fotografico – prosegue Cerami - Allo stesso modo la scelta dei materiali simboleggia la volontà di perseguire una strada ma con mezzi sbagliati; così l’mdf per il supporto simula, senza mai raggiungerle, le qualità del legno, vera croce. Tutto diventa scenografico, luci, colori, inquadrature, per assecondare, ma in modo critico, quella visione del contemporaneo quotidiano dove ogni accadimento diventa spettacolo, perfino il dolore. È una realtà vista da fuori, come in una vetrina e possibilmente lì deve rimanere”.
Le opere di Daniele Cerami resteranno esposte presso la suggestiva cripta della chiesa di San Pietro fino ai primi giorni di maggio ed è già prevista una prosecuzione della mostra. Infatti, nonostante le difficoltà ad accettare il dolore e la sofferenza, nonostante tutto ciò rischi sempre più di diventare spettacolo, le opere di Daniele Cerami riescono a ristabilire l’equilibrio necessario tra passione e razionalità, coinvolgendo progressivamente e aiutandoci così a non sentirsi spettatori della Passione e della morte di un Dio che ha dato la pelle per noi.
Tweet |
Sono presenti 0 commenti
Inserisci un commento
Gentile lettore, i commenti contententi un linguaggio scorretto e offensivo verranno rimossi.