giovedì, aprile 21, 2011
All’udienza generale, illustrando il Triduo pasquale, Benedetto XVI si sofferma sulla preghiera del Gestsemani e sulla "sonnolenza" dei discepoli. L’uomo “per sua natura, è portato a seguire la sua volontà e quindi oppone la sua autonomia” alla volontà di Dio. Ma questo è sbagliato, la volontà di Dio “non è un’opposizione, non è una schiavitù, ma è entrare nel bene”.

Città del Vaticano (AsiaNews) – L’uomo è portato a non voler vedere “tutta la forza del male”, ha una “insensibilità” al potere del male, che alla fine è “insensibilità di Dio”: “non sentiamo Dio perché ci disturberebbe, e così restiamo insensibili al male”. L’uomo, infatti, “per sua natura, è portato a seguire la sua volontà e quindi oppone la sua autonomia” alla volontà di Dio. Ma questo è sbagliato, la volontà di Dio “non è un’opposizione, non è una schiavitù, ma è entrare nel bene”: trasformare il nostro “no” in “sì”, “consapevoli che anche se si oppone alla nostra volontà, lì si trova il nostro vero bene”, che “trasforma l’umanità e ci redime”, perché “la volontà del Padre è amore, è il bene”.

Alla vigilia del Triduo pasquale, “fulcro dell’intero anno liturgico”, Benedetto XVI ha spiegato così, alle 20mila persone presenti in piazza san Pietro per l’udienza generale, parlando in gran parte a braccio, la notte del Getsemani, uno dei momenti centrali dei riti che la Chiesa si prepara a celebrare in tutto il mondo.

Il primo appuntamento, ha ricordato, è per domani mattina, “Giovedì Santo, quando si fa memoria dell’istituzione dell’eucaristia e del sacerdozio. In mattinata, con la Messa crismale, ogni comunità si riunisce intorno al vescovo per la benedizione degli oli santi: per l’intero anno serviranno per i battesimi, le confermazioni, le ordinazioni sacerdotali ed episcopali e l’unzione degli infermi. Si evidenzia in tal modo come la salvezza scaturisca proprio dalla Risurrezione”. “Durante la Messa crismale c’è anche il rinnovo delle promesse sacerdotali. Nel mondo intero ogni sacerdote rinnova gli impegli a servizio dei fratelli”.

Nel pomeriggio “inizia veramente in Triduo con la celebrazione dell’Ultima cena”. Secondo la tradizione, ogni famiglia ebrea nelle feste di Pasqua mangia l’agnello arrostito in memoria della liberazione dall’Egitto. Cosi Gesù vero agnello pasquale “con la benedizione del pane e del vino manifesta la sua volontà di restare per sempre” sotto le specie eucaristiche. Nella lavanda dei piedi, poi, cè il ricordo dell’invito “ad amarsi gli uni e gli altri come ha fatto Lui”.

Il Giovedì santo si chiude con l’adorazione eucaristica nel ricordo dell’Orto del Getsemani, quando Gesù rivolse agli apostoli l’invito a “vigilare”, ma essi furono presi dalla “sonnolenza”. “Ma cos’è la sonnolenza e cosa la vigilanza?”. Si tratta di “una certa insensibilità dell'anima del potere del male, una insensibilità per tutto il male del mondo: non vogliamo lasciarci turbare troppo da queste cose, vogliamo dimenticare, forse, pensiamo, non è importante. Non è solo insensibilità verso il male, ma anche insensibilità di Dio”. “E' la nostra vera sonnolenza per la presenza di Dio che ci fa insensibili anche al male: non sentiamo Dio perchè ci disturberebbe, e così restiamo insensibili al male”.

Dal racconto di quella notte, ha aggiunto il Papa, vediamo che “Gesù sperimentò una grande angoscia, una sofferenza tale da far sudare sangue, nella consapevolezza della sua imminente morte in croce; egli sente grande angoscia” ma sceglie di vigilare. Questo è “un elemento di grande importanza per la Chiesa: Gesù dice ai suoi 'rimanete qui e vigilate', e questo appello alla vigilanza concerne proprio questo momento di angoscia, di minaccia, ma concerne tutta la storia della Chiesa, è un messaggio permanente per tutti i tempi perchè la sonnolenza dei discepoli non è problema di quel momento ma di tutta storia”, la sonnolenza “è nostra, di noi che non vogliamo vedere tutta la forza del male e non vogliamo entrare nella sua Passione”.

Il Venerdì santo “faremo memoria della morte e della Passione, adoreremo Gesù crocifisso”. Potremo attingere dal suo cuore squarciato ricevendo il suo spirito. Accompagnamo Gesù che sale il Calvario

Infine Sabato santo, la solennne veglia pasquale, “nella quale ricordiamo la vittoria definitva sulla morte che ci interpella a essere uomini nuovi”. E’ l’evento centrale di tutto l’anno liturgico.

Che il Triduo, la conclusione del Papa, rafforzi in tutti i cristiani “la ferma volontà di amare il Padre. di essere uno col Padre”, “di fare nella nostra vita la volontà di Dio”.

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