Il nostro redattore Bartolo Salone ci parla del libro di Fabrizio Carletti edito dalle Paoline
Guai a ridurre la catechesi ad una tecnica di trasmissione di nozioni astratte sulla fede, incapaci di entrare nell’anima e nel sentire dei bambini. Catechesi vuol dire accompagnare ad un incontro con una persona speciale, che rende entusiasmante la vita: Gesù Cristo. La verità per noi cristiani, infatti, non è un insieme teorico di concetti, bensì una Persona, e le persone si conoscono incontrandole, facendo esperienza concreta della loro vicinanza, e non semplicemente leggendone le gesta sui libri. Ce lo ricorda anche Giovanni Paolo II: “Lo scopo definitivo della catechesi è di mettere qualcuno non solo in contatto, ma in comunione, in intimità con Gesù Cristo” (esortazione apostolica ‘Catechesi tradendae’).
Forte di questa convinzione, Fabrizio Carletti, esperto di tecniche di animazione e comunicazione e formatore del gruppo Creativ (associazione di professionisti attivi nel campo educativo, formativo, psicologico, dell’animazione e dello spettacolo, presente dal ’94 in ambito italiano ed europeo), propone nel suo nuovo libro ‘Accendere la catechesi’ un metodo innovativo per tenere incontri coinvolgenti e capaci di suscitare l’interesse e l’entusiasmo dei bambini e dei ragazzi nel periodo di preparazione alla ricezione dei sacramenti.
L’autore, dopo averci spiegato in una breve ma interessantissima introduzione cosa vuol dire educare e come dovrebbe essere l’educatore modello, nei capitoli successivi espone le caratteristiche salienti del metodo educativo cui da anni dedica i suoi studi: si tratta del c. d. “Creative Learning Method”, metodo che privilegia proprio quell’approccio alla realtà che caratterizza l’età infantile e in cui l’immaginazione, la fantasia, la curiosità e lo stupore prevalgono sul pensiero critico, mnemonico e logico-matematico che caratterizza invece l’età adulta.
Questo nuovo metodo ‘creativo’ trova riscontro nelle meravigliose pagine bibliche sulla creazione del mondo. Come Dio al momento della creazione, anche il catechista è chiamato a gettare il seme della Parola sulla terra “informe e deserta” dell’animo umano, a dar ordine e forma al gruppo, ad imprimere un’identità nel cuore dei bambini, a suscitare stupore, bellezza, meraviglia. Il Creative Learning Method attinge, nell’ottica dell’autore, alla stessa pedagogia della creazione.
Sarebbe tuttavia sbagliato pensare che quello di Carletti sia un saggio di pedagogia infantile. In realtà, si tratta di un testo molto pratico, fatto di idee concrete e semplici da realizzare, pensato per aiutare gli addetti ai lavori (catechisti e animatori di gruppi parrocchiali) nella loro delicata opera pastorale ed educativa. Poche, semplici pagine da cui attingere idee su come tenere gli incontri catechistici, con in più alcuni utili “trucchi del mestiere” per evitare di risultare noiosi o di contraddire con i comportamenti quello che si annuncia con le parole. Un consiglio utile – ma trascurato da tanti catechisti – è ad esempio quello di arrivare un po’ prima per preparare le sedie e il luogo dell’incontro, di modo che i bambini abbiamo la reale percezione di essere attesi. Oppure, se si vuole presentare un episodio biblico, portare con sé una Bibbia nuova, pulita, con una buona rilegatura (preferibilmente in pelle), invece che una Bibbia vecchia, logora, in formato “economico”, perché, al di là del brano in sé, è importante far capire ai ragazzi che si sta aprendo la Parola di Dio e non un libro come tanti altri. C’è una comunicazione non verbale che per i bambini può risultare più eloquente di quella verbale, e Carletti ce lo spiega bene nella sua opera, insieme a tanti altri approfondimenti e ‘trucchetti’ dell’importante ‘mestiere’ del catechista-animatore.
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