Il nostro collaboratore in Svizzera Francesco Margarone commenta la morte di Osama Bin Laden e tutte le reazioni susseguenti: è giusto esultare per un assassinio, anche se di un terrorista?
Una settimana dopo Pasqua. Come milioni di altre persone, mi sono da poco svegliato e posso ancora una volta ringraziare Dio per la vita, per la luce del sole, per l'aria fresca che mi avvolge. È primavera e il canto degli uccelli mi riempie di gioia all'inizio di questa giornata che si annuncia ricca di fatti e di incontri. La vita riprende. Il pensiero alla liturgia: ci ricorda la necessità di nascere dall'acqua e dallo Spirito. Un nuovo giorno di vita, un nuovo giorno di lode a Dio che questa vita di dona.
(ANSA) - NEW YORK, 2 MAG - Osama Bin Laden è stato ucciso da un commando americano in Pakistan: il presidente Usa Barack Obama lo ha annunciato in un discorso in diretta alla nazione. Il terrorista è stato ucciso ieri in una località vicino ad Islamabad, dopo uno scontro a fuoco. Il corpo è stato recuperato ed è in mano alle forze Usa. "Giustizia è stata fatta", ha commentato Obama. God bless you!
Tutti i mezzi di comunicazione occidentali stanno ribattendo a raffica ed estremamente entusiasti la notizia della morte di Osama Bin Laden. Le immagini che provengono dagli Stati Uniti mostrano l'esultanza di migliaia che gioiscono. Bandiere americane sventolano accompagnate dalle urla di gioia. I particolari dell'attacco e dell'uccisione si rincorrono. Gli Stati Uniti si ritrovano tali dopo la morte della mente diabolica di Al-Qaeda. Ricercata e finanziata per dieci lunghi e costosi anni. Forse il corpo verrà mostrato al mondo, a riprova del successo ottenuto. Il simbolo del bene che vince contro il male. "E' una delle poche occasioni della vita di una persona nella quale si può gioire per la morte di qualcuno" (per decenza non riporto il nome di chi ha pronunciato questa orribile frase).
Dovrei gioire anch'io? No, non riesco a gioire della morte di nessuno. Tutto ciò che è sofferenza e morte mi suscita tristezza. E mi provoca a riflettere e a chiedermi se e quale sia il senso umano e cristiano di ciò che accade. Ho sofferto per i morti dell'11 settembre 2011, ho sofferto per la morte di Saddam Hussein, ho sofferto per la morte dei figli e dei familiari di Gheddafi, soffro per la morte di Bin Laden.
Soffro per ogni morte, anche per quella dei milioni di sconosciuti che, nell'indifferenza generale, la morte prende ogni giorno come vittime inevitabili sacrificate agli interessi dell'economia globale, degli equilibri geo-politici, dei tanti terroristi creati con armi e denaro pubblico per soddisfare le esigenze politico-militari del momento e poi scaricati e presentati come angeli del male. Mentre in silenzio altri interessi ed interessati generano, con denaro ed armi, nuovi potenziali liberatori da riciclare come terroristi quando non serviranno più.
Ripenso alla storia di Caino ed Abele …
La morte è sempre stata e sarà la vittoria del male. Non si può gioire della morte. Solo l'uomo vivente è segno della gloria di Dio.
Dispiacerà a tanti, ma la Resurrezione, come la morte, sarà per tutti e ci riserverà grandi sorprese. Come sa fare solo Dio. Mi risuonano nella mente le parole della liturgia di oggi: "Se uno non nasce da acqua e Spirito, non può entrare nel regno di Dio".
God bless you! Dio ci benedica! Come sa fare Lui!
Una settimana dopo Pasqua. Come milioni di altre persone, mi sono da poco svegliato e posso ancora una volta ringraziare Dio per la vita, per la luce del sole, per l'aria fresca che mi avvolge. È primavera e il canto degli uccelli mi riempie di gioia all'inizio di questa giornata che si annuncia ricca di fatti e di incontri. La vita riprende. Il pensiero alla liturgia: ci ricorda la necessità di nascere dall'acqua e dallo Spirito. Un nuovo giorno di vita, un nuovo giorno di lode a Dio che questa vita di dona.
(ANSA) - NEW YORK, 2 MAG - Osama Bin Laden è stato ucciso da un commando americano in Pakistan: il presidente Usa Barack Obama lo ha annunciato in un discorso in diretta alla nazione. Il terrorista è stato ucciso ieri in una località vicino ad Islamabad, dopo uno scontro a fuoco. Il corpo è stato recuperato ed è in mano alle forze Usa. "Giustizia è stata fatta", ha commentato Obama. God bless you!
Tutti i mezzi di comunicazione occidentali stanno ribattendo a raffica ed estremamente entusiasti la notizia della morte di Osama Bin Laden. Le immagini che provengono dagli Stati Uniti mostrano l'esultanza di migliaia che gioiscono. Bandiere americane sventolano accompagnate dalle urla di gioia. I particolari dell'attacco e dell'uccisione si rincorrono. Gli Stati Uniti si ritrovano tali dopo la morte della mente diabolica di Al-Qaeda. Ricercata e finanziata per dieci lunghi e costosi anni. Forse il corpo verrà mostrato al mondo, a riprova del successo ottenuto. Il simbolo del bene che vince contro il male. "E' una delle poche occasioni della vita di una persona nella quale si può gioire per la morte di qualcuno" (per decenza non riporto il nome di chi ha pronunciato questa orribile frase).
Dovrei gioire anch'io? No, non riesco a gioire della morte di nessuno. Tutto ciò che è sofferenza e morte mi suscita tristezza. E mi provoca a riflettere e a chiedermi se e quale sia il senso umano e cristiano di ciò che accade. Ho sofferto per i morti dell'11 settembre 2011, ho sofferto per la morte di Saddam Hussein, ho sofferto per la morte dei figli e dei familiari di Gheddafi, soffro per la morte di Bin Laden.
Soffro per ogni morte, anche per quella dei milioni di sconosciuti che, nell'indifferenza generale, la morte prende ogni giorno come vittime inevitabili sacrificate agli interessi dell'economia globale, degli equilibri geo-politici, dei tanti terroristi creati con armi e denaro pubblico per soddisfare le esigenze politico-militari del momento e poi scaricati e presentati come angeli del male. Mentre in silenzio altri interessi ed interessati generano, con denaro ed armi, nuovi potenziali liberatori da riciclare come terroristi quando non serviranno più.
Ripenso alla storia di Caino ed Abele …
La morte è sempre stata e sarà la vittoria del male. Non si può gioire della morte. Solo l'uomo vivente è segno della gloria di Dio.
Dispiacerà a tanti, ma la Resurrezione, come la morte, sarà per tutti e ci riserverà grandi sorprese. Come sa fare solo Dio. Mi risuonano nella mente le parole della liturgia di oggi: "Se uno non nasce da acqua e Spirito, non può entrare nel regno di Dio".
God bless you! Dio ci benedica! Come sa fare Lui!
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2263 La legittima difesa delle persone e delle società non costituisce un'eccezione alla proibizione di uccidere l'innocente, uccisione in cui consiste l'omicidio volontario. « Dalla difesa personale possono seguire due effetti, il primo dei quali è la conservazione della propria vita; mentre l'altro è l'uccisione dell'attentatore ». 174 « Nulla impedisce che vi siano due effetti di uno stesso atto, dei quali uno sia intenzionale e l'altro preterintenzionale ». 175
2265 La legittima difesa, oltre che un diritto, può essere anche un grave dovere, per chi è responsabile della vita di altri. La difesa del bene comune esige che si ponga l'ingiusto aggressore in stato di non nuocere. A questo titolo, i legittimi detentori dell'autorità hanno il diritto di usare anche le armi per respingere gli aggressori della comunità civile affidata alla loro responsabilità.
Dal Catechismo della chiesa cattolica.
Una domanda alla quale vorrei una risposta che non sia di comodo: chi ha fatto di Bin Laden un terrorista? Chi gli ha dato soldi e armi quando gli comodava usarlo contro la Russia? Bin Laden non era terrorista anche allora? O si diventa terrorista solo quando si fa qualcosa contro gli Stati Uniti? La stessa cosa per i vari dittatori più o meno riconosciuti tali (quando e come fa comodo, come accade in tutto il mondo, da sempre). Per rispondere a queste domande non serve scomodare il Catechismo o manipolarlo come fosse una fisarmonica. Il Catechismo è una cosa seria, non un manuale da usare all'occorrenza per giustificare questa o quella cosa: è (o dovrebbe essere) uno strumento che la Chiesa si è data come supporto alla vita cristiana, ma anch'esso soggetto al Vangelo, unico vero e definitivo riferimento
Per dare risposta alle mie domande serve prima di tutto la verità storica e il buon senso.
Se il terrore va condannato (e anche la guerra) bisogna farlo sempre. Non esiste alcuna guerra giusta. Altrimenti bisogna anche accettare in pieno la Teologia della Liberazione...
In ordine al commento che precede e mettendo da parte per un momento la vicenda dell'uccisione di Bin Laden, mi preme sottolineare due aspetti. Quando si parla di Catechismo della Chiesa cattolica, ci si riferisce ad una sintesi autorevole della dottrina cattolica, la cui compilazione è curata dalla Congregazione per la Dottrina della fede ed emanata dal Santo Padre (l'ultimo Catechismo, a cui appartengono gli estratti riportati nel primo commento, reca la firma di Giovanni Paolo II e prende il posto del vecchio Catechismo di San Pio X). Il Catechismo non crea verità nuove ma si limita ad una ricognizione delle verità di fede attestate dalle Sacre Scritture e dalla Tradizione della Chiesa, nonché dai dogmi definiti nei Concilii o dal Pontefice ex cathedra e dal magistero ordinario. Affermare che il Catechismo è soggetto al Vangelo è dunque statuizione in sé ovvia ma in parte fuorviante, poiché le Sacre Scritture (ivi compresi i Vangeli) costituiscono solo una delle fonti della sacra rivelazione, dal cui complesso il Catechismo attinge. In secondo luogo, non è teologicamente corretto affermare che non vi può essere in assoluto guerra giusta, poiché esiste ed è suffragata dalla Tradizione la dottrina cattolica della guerra giusta, come lo stesso Catechismo al n. 2265 e successivi testimonia, inserendo il discorso della guerra giusta all'interno del principio naturale della legittima difesa "collettiva". Infine,va ricordato, a scanso di equivoci, che le ragioni che hanno portato la Congregazione per la Dottrina della fede a dichiarare eterodossa la teologia della liberazione (peraltro non tutta, bensì solo quella di ispirazione marxista) prescindono da considerazioni legate alla dottrina della guerra giusta. Per cui non è affatto automatico concludere che, accettata la dottrina cattolica della guerra giusta bisogna accettare conseguentemente ed in pieno la teologia della liberazione, la quale, conformemente al paradigma marxista, vede nella violenza esercitata attraverso la lotta di classe (e non attraverso la guerra nel significato proprio del termine) un mezzo di conquista dei diritti sociali negati agli ultimi.
Bartolo Salone.
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