Oltre 50 persone sono state uccise dalle forze governative da domenica scorsa in Yemen, in particolare a Taiz, roccaforte delle proteste anti-regime nel sud del Paese.
Radio Vaticana - È quanto denuncia l'Onu mentre questa mattina, proprio a Taiz, nel sud dello Yemen, si registrano almeno altre cinque persone morte. E si ha notizia di scontri anche nella capitale Sanaa. Il servizio di Fausta Speranza: ascolta
Le agenzie riportano di 30 morti solo ieri e di altri 5 almeno, stamattina nel sud. E anche guardando alla capitale c’è notizia di violenti scontri: dopo quattro giorni di relativa calma sono riprese le violenze nella zona della residenza di uno dei più potenti capi tribali nel Paese, Sadek al-Ahmar. Per quanto riguarda gli episodi di violenza, da fonti governative giunge notizia di quattro soldati yemeniti uccisi e dieci feriti in un attacco lanciato da presunti combattenti di al Qaeda ad un posto di blocco militare all'ingresso della città meridionale di Zinjibar di cui ieri avrebbero preso il controllo. Resta da dire che l’Onu parla chiaramente delle responsabilità del governo: di “dispersione con la forza del sit-in della protesta con il ricorso a idranti, bulldozer e munizioni” e denuncia atti riprovevoli di violenza e attacchi indiscriminati contro i civili. E interviene ora anche l'Alto rappresentante della politica estera dell'Ue Catherine Ashton: dicendosi fortemente scioccata”, condanna “nel modo più fermo” l'uso della violenza e di munizioni contro le persone che manifestano pacificamente e parla di grave violazione dei diritti umani e della legge umanitaria internazionale non può essere accettata”, dichiara la Ashton.
Radio Vaticana - È quanto denuncia l'Onu mentre questa mattina, proprio a Taiz, nel sud dello Yemen, si registrano almeno altre cinque persone morte. E si ha notizia di scontri anche nella capitale Sanaa. Il servizio di Fausta Speranza: ascolta
Le agenzie riportano di 30 morti solo ieri e di altri 5 almeno, stamattina nel sud. E anche guardando alla capitale c’è notizia di violenti scontri: dopo quattro giorni di relativa calma sono riprese le violenze nella zona della residenza di uno dei più potenti capi tribali nel Paese, Sadek al-Ahmar. Per quanto riguarda gli episodi di violenza, da fonti governative giunge notizia di quattro soldati yemeniti uccisi e dieci feriti in un attacco lanciato da presunti combattenti di al Qaeda ad un posto di blocco militare all'ingresso della città meridionale di Zinjibar di cui ieri avrebbero preso il controllo. Resta da dire che l’Onu parla chiaramente delle responsabilità del governo: di “dispersione con la forza del sit-in della protesta con il ricorso a idranti, bulldozer e munizioni” e denuncia atti riprovevoli di violenza e attacchi indiscriminati contro i civili. E interviene ora anche l'Alto rappresentante della politica estera dell'Ue Catherine Ashton: dicendosi fortemente scioccata”, condanna “nel modo più fermo” l'uso della violenza e di munizioni contro le persone che manifestano pacificamente e parla di grave violazione dei diritti umani e della legge umanitaria internazionale non può essere accettata”, dichiara la Ashton.
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