Nei casi di omicidio non mancano mai i colpi di scena, e, come nei racconti gialli e nei thriller, succede sempre qualcosa di imprevedibile. Sta avvenendo la stessa cosa nel processo per l’omicidio di Meredith Kercer, uccisa terribilmente a Perugia nel 2007...
di Agrippino Castania
I periti della corte d’Assise del capoluogo umbro hanno analizzato nuovamente il reggiseno che la vittima indossava quando fu uccisa, e il coltello considerato l’arma del delitto, e sostengono che probabilmente il Dna rinvenuto sull’arma non sia lo stesso del reggiseno, quindi non sia quello della vittima. I periti spiegano con franchezza che i risultati ottenuti possano derivare da fenomeni di contaminazione ambientale o di contaminazione verificatasi in una qualunque fase della refertazione. I medici affermano anche che dai tracciati elettroforetici esibiti si evince che il campione indicato con la lettera B (lama del coltello) era un campione Low Copy Number (a bassissimo quantitativo), e in quanto tale avrebbero dovuto essere applicate tutte le cautele indicate dalla Comunità Scientifica Internazionale. Se questa novità venisse confermata cambierebbero totalmente le sorti del processo, e Amanda Nox e Raffaele Sollecito, in carcere per essere accusati dell’omicidio, potrebbero vedere davanti a loro un risvolto positivo della vicenda. Esprime soddisfazione il legale di Amanda Nox che dice: “Siamo molto soddisfatti di queste conclusioni che ora dovremo affrontare nel dibattimento in aula previsto per il 25 luglio prossimo. I periti hanno evidenziato metodologie non conformi ai protocolli internazionali e non escludono la famosa contaminazione dei reperti che abbiamo sempre sostenuto in aula“.
di Agrippino Castania
I periti della corte d’Assise del capoluogo umbro hanno analizzato nuovamente il reggiseno che la vittima indossava quando fu uccisa, e il coltello considerato l’arma del delitto, e sostengono che probabilmente il Dna rinvenuto sull’arma non sia lo stesso del reggiseno, quindi non sia quello della vittima. I periti spiegano con franchezza che i risultati ottenuti possano derivare da fenomeni di contaminazione ambientale o di contaminazione verificatasi in una qualunque fase della refertazione. I medici affermano anche che dai tracciati elettroforetici esibiti si evince che il campione indicato con la lettera B (lama del coltello) era un campione Low Copy Number (a bassissimo quantitativo), e in quanto tale avrebbero dovuto essere applicate tutte le cautele indicate dalla Comunità Scientifica Internazionale. Se questa novità venisse confermata cambierebbero totalmente le sorti del processo, e Amanda Nox e Raffaele Sollecito, in carcere per essere accusati dell’omicidio, potrebbero vedere davanti a loro un risvolto positivo della vicenda. Esprime soddisfazione il legale di Amanda Nox che dice: “Siamo molto soddisfatti di queste conclusioni che ora dovremo affrontare nel dibattimento in aula previsto per il 25 luglio prossimo. I periti hanno evidenziato metodologie non conformi ai protocolli internazionali e non escludono la famosa contaminazione dei reperti che abbiamo sempre sostenuto in aula“.
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Sono presenti 8 commenti
questo caso a ferito tutti i perugini speriamo si trovi il vero colpevole
questa Amanda non me la racconta giusta
Maria da Benevento
caspita questa si che è una novità però l'importante e consegnare il vero omicida alla giustizia
vedrete che come sempre cadrà tutto in prescrizione tanto in Italia siamo abituati così tutti se la cavano con nulla
perchè esiste tutto questo male non me lo so spiegare
questo qui quando scrive mi fa venire la pelle d'oca le faccio i complimenti
Dalla signora Donatella
questa Amanda ha un visino da brava ragazza invece sotto sotto è accusata di omicidio
li scaggionano tranquilli sappiamo come ragiona la giustizia italiana
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