Rapporti dei gestori delle centrali: emergono tutte le falle del nucleare giapponese "supersicuro". La Tokyo Electric Power Company (Tepco) ha annunciato oggi che inizierà a coprire entro questo mese l'edificio del reattore 1 della centrale nucleare di Fukushima Daiichi con " fogli" di poliestere, per evitare la dispersione di sostanze radioattive. La copertura si estenderà poi ai reattori 3 e 4 che stanno ancora rilasciando sostanze radioattive nell'atmosfera.
GreenReport - Si tratta di una nuova corsa contro il tempo in questa infinita tragedia nucleare: la rete televisiva Nhk spiega oggi che «Si teme che le forti piogge potrebbero ostacolare le attività dei lavoratori» e che «l'acqua piovana possa essere contaminata da sostanze radioattive». Per questo la Tepco ha deciso di mettere un "cappotto" di poliestere ai reattori, iniziando da quello più pericoloso. Si tratta di teli di circa un millimetro di spessore che verranno attaccati ai telai di acciaio dell'edificio alto 54 metri. Per ridurre al minimo l'esposizione alle radiazioni dei "liquidatori" la Tepco ha detto che utilizzerà «Un metodo speciale con molto poco personale. Una grande gru progettata per evitare le radiazione metterà in opera 62 parti prefabbricate presso l'edificio del reattore». L'utility spera di completare l'operazione di copertura entro la fine di settembre.
La necessità di impedire il rilascio di sostanze radioattive è diventata ancora più impellente dopo che ieri è stato ritrovato nuovamente plutonio in campioni di terreno di Fukushima, prelevati il 30 maggio in tre punti da un laboratorio di ricerca indipendente.
La Tepco ha spiegato che il plutonio è stato rilevato nei pressi di un campo giochi a 500 metri dal reattore 1 e vicino ad un impianto di smaltimento dei rifiuti a 500 metri dal reattore. La compagnia nucleare si è affrettata a dire che i livelli del plutonio rilevati sono troppo piccoli per costituire un rischio per la salute umana, ma questa è la terza volta che il plutonio è stato rilevato nei campioni di suolo di Fukushima Daiichi e la stessa Tepco ha dovuto ammettere che «Il livello di plutonio rilevate all'interno del compound sono circa le stesse di quelle rilevate in Giappone dopo i test nucleari atmosferici effettuati da Paesi stranieri durante la guerra fredda». La presenza del plutonio indica l'avvenuta fusione delle barre di combustibile ed anche livelli minimi di questa sostanza, una volta assorbiti dai polmoni o da altri organi interni, possono rimanere nel corpo per un lungo periodo di tempo e comportare il rischio di cancro.
Fortunatamente da Fukushima arriva anche qualche buona notizia: la Tepco ha confermato che i test sull'impianto made in Usa per l'assorbimento/ smaltimento del cesio stanno procedendo bene. La company giapponese ha iniziato ad utilizzare le attrezzature per processare l'acqua radioattiva ieri mattina ed ha sospeso i lavori circa 10 ore dopo per analizzare l'acqua trattata, trovando che i livelli di cesio 134 si erano ridotti di 2.900 volte per il cesio-134 e di addirittura 3.300 volte per il cesio-137. Un'ottima cosa per iniziare a smaltire le oltre 105 mila tonnellate di acqua altamente radioattiva che allagano l'impianto nucleare, ma l'utility avverte che tra circa 2 settimane potrebbe essere a corto di spazio per stoccarla. Da oggi la Tepco dovrebbe iniziare anche ad utilizzare un agente chimico di produzione francese per la decontaminazione. Dato che i test hanno subito un ritardo di 4 giorni per una serie di guasti, la Tepco vuole accorciare il test-run di un giorno, e iniziare il trattamento dell'acqua altamente radioattiva dal 17 giugno.
Intanto gli operatori delle centrali nucleari giapponesi hanno redatto una serie di misure per prevenire incidenti gravi, tra i quali le esplosioni di idrogeno nei reattori. Dieci aziende elettrico-nucleari hanno presentato i rapporti alla Nuclear and industrial safety agency (Nisa) sulle misure da prendere immediatamente per far fronte a possibili incidenti gravi, come quello di Fukushima Daiichi. Per evitare esplosioni di idrogeno, alcune utilities prevedono di installare attrezzature per forare gli edifici dei reattori e far uscire l'idrogeno e manometri per rilevare i livelli di idrogeno all'interno degli edifici dei reattori. Inoltre i rapporti dicono che in caso di blackout elettrico utilizzeranno veicoli per la produzione di energia per attivare i ventilatori e per evitare che le sostanze radioattive penetrino nelle sale di controllo delle centrali nucleari e che fonte di alimentazione di emergenza saranno utilizzate anche per mantenere la comunicazione con le sale di controllo. Le imprese si impegnano a garantire speciali equipaggiamenti protettivi che permettano ai loro lavoratori di operare in ambienti altamente radioattivi e di acquisire grandi macchinari per smaltire rapidamente i detriti sparsi da eventuali esplosioni di idrogeno.
La Nisa valuterà le misure preventive proposte tra oggi e domani, dopo aver ispezionato le centrali nucleari di tutto il Giappone, ma quel che emerge dai rapporti è che il "supersicuro" nucleare giapponese era in realtà pieno di buchi per quanto riguarda la sicurezza, di falle per la tutela della salute dei lavoratori e della popolazione e privo di misure condivise per affrontare un grave incidente nucleare, trasformatosi in tragedia a Fukushima Daiichi.
GreenReport - Si tratta di una nuova corsa contro il tempo in questa infinita tragedia nucleare: la rete televisiva Nhk spiega oggi che «Si teme che le forti piogge potrebbero ostacolare le attività dei lavoratori» e che «l'acqua piovana possa essere contaminata da sostanze radioattive». Per questo la Tepco ha deciso di mettere un "cappotto" di poliestere ai reattori, iniziando da quello più pericoloso. Si tratta di teli di circa un millimetro di spessore che verranno attaccati ai telai di acciaio dell'edificio alto 54 metri. Per ridurre al minimo l'esposizione alle radiazioni dei "liquidatori" la Tepco ha detto che utilizzerà «Un metodo speciale con molto poco personale. Una grande gru progettata per evitare le radiazione metterà in opera 62 parti prefabbricate presso l'edificio del reattore». L'utility spera di completare l'operazione di copertura entro la fine di settembre.
La necessità di impedire il rilascio di sostanze radioattive è diventata ancora più impellente dopo che ieri è stato ritrovato nuovamente plutonio in campioni di terreno di Fukushima, prelevati il 30 maggio in tre punti da un laboratorio di ricerca indipendente.
La Tepco ha spiegato che il plutonio è stato rilevato nei pressi di un campo giochi a 500 metri dal reattore 1 e vicino ad un impianto di smaltimento dei rifiuti a 500 metri dal reattore. La compagnia nucleare si è affrettata a dire che i livelli del plutonio rilevati sono troppo piccoli per costituire un rischio per la salute umana, ma questa è la terza volta che il plutonio è stato rilevato nei campioni di suolo di Fukushima Daiichi e la stessa Tepco ha dovuto ammettere che «Il livello di plutonio rilevate all'interno del compound sono circa le stesse di quelle rilevate in Giappone dopo i test nucleari atmosferici effettuati da Paesi stranieri durante la guerra fredda». La presenza del plutonio indica l'avvenuta fusione delle barre di combustibile ed anche livelli minimi di questa sostanza, una volta assorbiti dai polmoni o da altri organi interni, possono rimanere nel corpo per un lungo periodo di tempo e comportare il rischio di cancro.
Fortunatamente da Fukushima arriva anche qualche buona notizia: la Tepco ha confermato che i test sull'impianto made in Usa per l'assorbimento/ smaltimento del cesio stanno procedendo bene. La company giapponese ha iniziato ad utilizzare le attrezzature per processare l'acqua radioattiva ieri mattina ed ha sospeso i lavori circa 10 ore dopo per analizzare l'acqua trattata, trovando che i livelli di cesio 134 si erano ridotti di 2.900 volte per il cesio-134 e di addirittura 3.300 volte per il cesio-137. Un'ottima cosa per iniziare a smaltire le oltre 105 mila tonnellate di acqua altamente radioattiva che allagano l'impianto nucleare, ma l'utility avverte che tra circa 2 settimane potrebbe essere a corto di spazio per stoccarla. Da oggi la Tepco dovrebbe iniziare anche ad utilizzare un agente chimico di produzione francese per la decontaminazione. Dato che i test hanno subito un ritardo di 4 giorni per una serie di guasti, la Tepco vuole accorciare il test-run di un giorno, e iniziare il trattamento dell'acqua altamente radioattiva dal 17 giugno.
Intanto gli operatori delle centrali nucleari giapponesi hanno redatto una serie di misure per prevenire incidenti gravi, tra i quali le esplosioni di idrogeno nei reattori. Dieci aziende elettrico-nucleari hanno presentato i rapporti alla Nuclear and industrial safety agency (Nisa) sulle misure da prendere immediatamente per far fronte a possibili incidenti gravi, come quello di Fukushima Daiichi. Per evitare esplosioni di idrogeno, alcune utilities prevedono di installare attrezzature per forare gli edifici dei reattori e far uscire l'idrogeno e manometri per rilevare i livelli di idrogeno all'interno degli edifici dei reattori. Inoltre i rapporti dicono che in caso di blackout elettrico utilizzeranno veicoli per la produzione di energia per attivare i ventilatori e per evitare che le sostanze radioattive penetrino nelle sale di controllo delle centrali nucleari e che fonte di alimentazione di emergenza saranno utilizzate anche per mantenere la comunicazione con le sale di controllo. Le imprese si impegnano a garantire speciali equipaggiamenti protettivi che permettano ai loro lavoratori di operare in ambienti altamente radioattivi e di acquisire grandi macchinari per smaltire rapidamente i detriti sparsi da eventuali esplosioni di idrogeno.
La Nisa valuterà le misure preventive proposte tra oggi e domani, dopo aver ispezionato le centrali nucleari di tutto il Giappone, ma quel che emerge dai rapporti è che il "supersicuro" nucleare giapponese era in realtà pieno di buchi per quanto riguarda la sicurezza, di falle per la tutela della salute dei lavoratori e della popolazione e privo di misure condivise per affrontare un grave incidente nucleare, trasformatosi in tragedia a Fukushima Daiichi.
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