In una Cortona assolata e affollata, si è svolta domenica 12 giugno la tanto attesa celebrazione della rievocazione dell’arrivo di san Francesco nella città, conclusasi con la predicazione di Padre Raniero Cantalamessa nella piazza del Comune.
Città in festa: così si potrebbe definire la città di Cortona che domenica è stata coinvolta nella celebrazione della rievocazione dell’arrivo di san Francesco. Frati minori, conventuali e cappuccini, giunti da altre province toscane ma anche da Assisi e dalla Verna, suore francescane, laici dell’Ordine Francescano Secolare e tanta, tanta gente, la gente di Cortona che si è lasciata coinvolgere da questa festosa ondata di fraternità. Le celebrazioni prevedevano una marcia che è partita alle 15 dall’Eremo delle Celle ed ha proseguito fino al Santuario di Santa Margherita da Cortona, tra canti e preghiere. Lì, i frati, le suore e i laici accoglievano i pellegrini, che hanno potuto ascoltare una testimonianza del Ministro dell’Ordine Francescano Secolare, il Terzo Ordine fondato da Francesco stesso .
La condivisione della nascita della propria vocazione e dell’impegno francescano vissuto quotidianamente in famiglia, nel lavoro e in ogni ambito sociale ha risuonato nella Basilica dedicata a colei che prima di essere santa fu terziaria francescana.
La processione ha proseguito il suo cammino per giungere alla Chiesa di Santa Chiara del Monastero delle Clarisse, il Secondo Ordine fondato da Francesco. La stessa Chiara nella sua Regola scrive: “La Forma di vita dell’Ordine delle Sorelle Povere, istituita dal beato Francesco, è questa: osservare il santo Vangelo di nostro Signore Gesù Cristo, vivendo in obbedienza, senza nulla di proprio e in castità”.
Accolto dalle clarisse nella piccola chiesa di Santa Chiara, il nutrito gruppo di pellegrini ha potuto sentire l’abbraccio delle Sorelle che, con un saluto ed alcuni canti hanno dimostrato che realmente per loro “ogni incontro diviene lode, intercessione, ringraziamento, con tutti e per tutti, a Colui che ciascuno ha creato e da sempre amato”, terminando l’incontro con una preghiera a santa Chiara perché “ci accompagni nel cammino alla riscoperta del volto di Dio che si rivela nel segno semplice dell’amore”.
Il pellegrinaggio è poi proseguito fino alla chiesa di San Francesco dove i frati conventuali hanno accolto il gruppo di pellegrini. Si è venuto a formare in questo modo un percorso che, partendo dalle Celle, ha toccato i diversi luoghi francescani di Cortona a cominciare dall’Ordine Francescano secolare (il Terzo Ordine) e dal Secondo Ordine delle Clarisse, per finire con il primo Ordine dei frati francescani.
La conclusione vera e propria di questo pellegrinaggio francescano e cittadino è stata la predicazione di Padre Raniero Cantalamessa nella piazza del Comune. All’arrivo dei pellegrini la piazza era già gremita e tanta era la gente giunta ad ascoltare il ‘figlio speciale’ di Francesco che il giorno di Pentecoste ha ricordato a quanti sono accorsi in piazza il vero senso della conversione e della penitenza. “Per Francesco la parola penitenza aveva il respiro intero del Vangelo”. Convertirsi, per Francesco significava fare penitenza ma soprattutto “significava fare un balzo in avanti ed entrare nel Regno di Dio.”
Con un grande trasporto e simpatia, P. Cantalamessa, parlando alla folla, ha ricordato anche un aspetto forse nascosto del santo assisano: Francesco che piange. “Francesco piangeva. Esiste un Francesco sconosciuto, il Francesco delle lacrime. Si trova un quadro antichissimo di Francesco che si conserva a Greccio. C’è un Francesco che si porta un fazzoletto così agli occhi e piange, piange, piange. Vuol dire che i contemporanei lo ricordavano così come un Francesco che piangeva. Perché piangeva Francesco? Piangeva perché era entrato nel cuore di Dio e ormai cominciava a vedere il peccato, l’infedeltà, la dimenticanza del popolo. La vedeva dal cuore di Dio, dall’infinito amore di Dio. Vedeva il peccato dalla croce di Cristo ed è per questo che piangeva, anzi, alle volte si legge che andava per i boschi gridando ‘l’Amore non è amato, l’Amore non è amato!’.”
Al termine della predicazione, Padre Raniero Cantalamessa ha proposto un gesto semplice e allo stesso significativo: tutti i francescani presenti, uomini e donne, frati, suore e laici si sono posti ai limiti della piazza ed hanno segnato sulla fronte di ogni partecipante una croce a Tau, offrendo loro un piccolo Tau come simbolo della missione e della predicazione.
La piazza del Comune di Cortona ha così acquistato un aspetto diverso dal solito: l’intera piazza e le strade limitrofe erano in festa. Tra canti, saluti e incontri si custodivano le preziose parole ascoltate con la consapevolezza che la missione era appena iniziata ma un primo passo era stato fatto.
Città in festa: così si potrebbe definire la città di Cortona che domenica è stata coinvolta nella celebrazione della rievocazione dell’arrivo di san Francesco. Frati minori, conventuali e cappuccini, giunti da altre province toscane ma anche da Assisi e dalla Verna, suore francescane, laici dell’Ordine Francescano Secolare e tanta, tanta gente, la gente di Cortona che si è lasciata coinvolgere da questa festosa ondata di fraternità. Le celebrazioni prevedevano una marcia che è partita alle 15 dall’Eremo delle Celle ed ha proseguito fino al Santuario di Santa Margherita da Cortona, tra canti e preghiere. Lì, i frati, le suore e i laici accoglievano i pellegrini, che hanno potuto ascoltare una testimonianza del Ministro dell’Ordine Francescano Secolare, il Terzo Ordine fondato da Francesco stesso .
(ascolta padre Raniero : )
La condivisione della nascita della propria vocazione e dell’impegno francescano vissuto quotidianamente in famiglia, nel lavoro e in ogni ambito sociale ha risuonato nella Basilica dedicata a colei che prima di essere santa fu terziaria francescana.
La processione ha proseguito il suo cammino per giungere alla Chiesa di Santa Chiara del Monastero delle Clarisse, il Secondo Ordine fondato da Francesco. La stessa Chiara nella sua Regola scrive: “La Forma di vita dell’Ordine delle Sorelle Povere, istituita dal beato Francesco, è questa: osservare il santo Vangelo di nostro Signore Gesù Cristo, vivendo in obbedienza, senza nulla di proprio e in castità”.
Accolto dalle clarisse nella piccola chiesa di Santa Chiara, il nutrito gruppo di pellegrini ha potuto sentire l’abbraccio delle Sorelle che, con un saluto ed alcuni canti hanno dimostrato che realmente per loro “ogni incontro diviene lode, intercessione, ringraziamento, con tutti e per tutti, a Colui che ciascuno ha creato e da sempre amato”, terminando l’incontro con una preghiera a santa Chiara perché “ci accompagni nel cammino alla riscoperta del volto di Dio che si rivela nel segno semplice dell’amore”.
Il pellegrinaggio è poi proseguito fino alla chiesa di San Francesco dove i frati conventuali hanno accolto il gruppo di pellegrini. Si è venuto a formare in questo modo un percorso che, partendo dalle Celle, ha toccato i diversi luoghi francescani di Cortona a cominciare dall’Ordine Francescano secolare (il Terzo Ordine) e dal Secondo Ordine delle Clarisse, per finire con il primo Ordine dei frati francescani.
La conclusione vera e propria di questo pellegrinaggio francescano e cittadino è stata la predicazione di Padre Raniero Cantalamessa nella piazza del Comune. All’arrivo dei pellegrini la piazza era già gremita e tanta era la gente giunta ad ascoltare il ‘figlio speciale’ di Francesco che il giorno di Pentecoste ha ricordato a quanti sono accorsi in piazza il vero senso della conversione e della penitenza. “Per Francesco la parola penitenza aveva il respiro intero del Vangelo”. Convertirsi, per Francesco significava fare penitenza ma soprattutto “significava fare un balzo in avanti ed entrare nel Regno di Dio.”
Con un grande trasporto e simpatia, P. Cantalamessa, parlando alla folla, ha ricordato anche un aspetto forse nascosto del santo assisano: Francesco che piange. “Francesco piangeva. Esiste un Francesco sconosciuto, il Francesco delle lacrime. Si trova un quadro antichissimo di Francesco che si conserva a Greccio. C’è un Francesco che si porta un fazzoletto così agli occhi e piange, piange, piange. Vuol dire che i contemporanei lo ricordavano così come un Francesco che piangeva. Perché piangeva Francesco? Piangeva perché era entrato nel cuore di Dio e ormai cominciava a vedere il peccato, l’infedeltà, la dimenticanza del popolo. La vedeva dal cuore di Dio, dall’infinito amore di Dio. Vedeva il peccato dalla croce di Cristo ed è per questo che piangeva, anzi, alle volte si legge che andava per i boschi gridando ‘l’Amore non è amato, l’Amore non è amato!’.”
Al termine della predicazione, Padre Raniero Cantalamessa ha proposto un gesto semplice e allo stesso significativo: tutti i francescani presenti, uomini e donne, frati, suore e laici si sono posti ai limiti della piazza ed hanno segnato sulla fronte di ogni partecipante una croce a Tau, offrendo loro un piccolo Tau come simbolo della missione e della predicazione.
La piazza del Comune di Cortona ha così acquistato un aspetto diverso dal solito: l’intera piazza e le strade limitrofe erano in festa. Tra canti, saluti e incontri si custodivano le preziose parole ascoltate con la consapevolezza che la missione era appena iniziata ma un primo passo era stato fatto.
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