della nostra Federica Scorpo

Anche la Chiesa, dopo il Concilio Vaticano II, aveva riconosciuto alcuni diritti universali e inviolabili: il diritto alla vita, al lavoro, alla salute, allo studio, all’istruzione e soprattutto alla non sofferenza. Diritti e valori indiscutibili che tuttavia oggi più che mai non sono rispettati. Sempre nello stesso Concilio si fa strada il concetto di “coscienza personale”: ma cosa significa ? Lo chiarisce proprio Don Gallo: “ Significa avere una molla dentro di sé che faccia scattare l’indignazione. Deve scattare. La coscienza personale non è subordinata a nessuno. A nessuno”. Prendere coscienza significa prima di tutto partire da sé, mettersi in discussione quotidianamente e cercare la verità insieme con gli altri: l’indignazione è il primo passo, il motore che fa dire “basta”.
Bisogna però dialogare e confrontarsi guardandosi dritto negli occhi affinchè non sia un’indignazione cieca ma un modo per dar vita al cambiamento partendo da sé stessi. Semplicistico è attribuire la responsabilità al di fuori di noi o al destino, ma “democrazia è partecipazione”, come dice Don Gallo citando le parole di Antonio Gramsci, “per gli indifferenti non c’è storia”. Racconta di aver chiesto a un cardinale di inserire, tra i sette peccati capitali, un ottavo: l’indifferenza.
L’indignazione, prendendo in prestito sempre le sue parole, significa uscire dalla routine, sporcarsi le mani, significa attivazione e partecipazione per la propria e l’altrui felicità. Indignazione e ribellione sono sinonimi di cambiamento personale interiore che sfocia in un’azione non violenta ma atta a dire “basta all’oppressione” di cui si è vittime sì, ma consapevoli…
Tweet |
Sono presenti 0 commenti
Inserisci un commento
Gentile lettore, i commenti contententi un linguaggio scorretto e offensivo verranno rimossi.