mercoledì, giugno 01, 2011
Amnesty International è venuta in possesso, tramite propri contatti in Siria, di immagini filmate tra marzo e aprile a Dera'a che confermano l'esistenza di una vera e propria politica dello "sparare per uccidere" da parte delle forze di sicurezza impegnate nella repressione delle proteste. Clicca qui per vedere il video

Amnesty International - "Queste immagini sono state riprese e fatte uscire dalla Siria da persone che hanno messo in gioco la propria vita pur di documentare il vergognoso tentativo delle autorità siriane di costringere col terrore i manifestanti a rimanere nelle proprie abitazioni. Di fronte a queste prove così evidenti, il presidente Bashar al-Assad deve fermare il massacro e garantire che i responsabili di tutto questo siano consegnati alla giustizia" - ha dichiarato Philip Luther, vicedirettore di Amnesty International per il Medio Oriente e l'Africa del Nord.

L'organizzazione per i diritti umani ha ribadito la propria richiesta al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite affinché deferisca la situazione della Siria alla Corte penale internazionale, come fatto nei confronti della Libia.

Il video comprende immagini relative a un raid dei militari all'interno della moschea di Omar, a Dera'a, in cui era stato allestito un ospedale da campo; manifestanti feriti e forse uccisi trascinati brutalmente via; persone a terra gravemente ferite; altre persone finite a colpi d'arma da fuoco mentre giacevano esamini a terra; soldati in abiti civili all'interno della moschea i quali riprendono, a loro volta, il risultato del loro raid e gridano "Fotografali, li abbiamo uccisi, questi traditori!".

Il video include anche immagini di un funerale di massa a Izraa e la testimonianza del barelliere di un'ambulanza che protesta perché l'esercito non permette di soccorrere e portare via i feriti.

Amnesty International ha redatto una lista di oltre 720 manifestanti uccisi dalle forze di sicurezza siriane negli ultimi due mesi.

È presente 1 commento

Anonimo ha detto...

Avevo ragione, ce stato un raid nella moschea di Daraa e in altre moschee, avete solo omesso di dire che dentro la moschea i presunti attivisti dei diritti umani avevano un vero e proprio deposito di armi.. un arsenale completo, armi sequestrati e mostrati in pubblico nelle tv siriane, gli slogano dei baluardi della libertà erano: Alawiti nelle bare, e cristiani a Beirut.

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