giovedì, giugno 30, 2011
L’epicentro è nella zona centrale, nella prefettura di Nagano. Dopo Fukushima il Paese si domanda con angoscia come ricostruire la zona colpita dal sisma e dallo tsunami, facendo a meno dell’energia atomica. Già da domani la fornitura alle industrie diminuirà del 15%. Per i privati si tratta di una cambiamento del sistema di vita. Il governo distribuisce “denaro di condoglianze” a coloro che hanno perduto un loro parente. Ma non tutti lo accettano.

di Pino Cazzaniga

Tokyo (AsiaNews) – Un terremoto di magnitudo 5,4 ha colpito oggi il Giappone centrale, causando il ferimento di sette persone. Tuttavia non si segnalano vittime o danni di maggiore entità. L’epicentro del sisma, registrato alle 9.16 del mattino ora locale, è stato individuato nella prefettura di Nagano, a circa 120 km di distanza dalla capitale Tokyo. L’Agenzia meteorologica giapponese riferisce che non è stato lanciato l’allerta tsunami dopo la scossa e il livello iniziale di 5,5 sulla scala Richter è stato abbassato di un punto decimale. La maggior parte del feriti è stata centrata da calcinacci o da oggetti caduti da case e tetti, ma nessuno di questi è in gravi condizioni.

Il 20% dei terremoti di magnitudo 6 (o superiore) al mondo si registra in Giappone. L’11 marzo scorso la costa del nord-est è stata devastata da un sisma di grado 9.1 – il più forte mai registrato dai nipponici – cui ha fatto seguito un gigantesco tsunami, che ha raso al suolo case ed edifici per decine di chilometri. Esso ha originato una crisi nucleare all’impianto atomico di Fukushima, dove i tecnici sono tuttora impegnati a contenere i danni di una fuga radioattiva. Per questo la classe dirigente del Paese e la società civile ha avviato una profonda riflessione sulle politiche energetiche e i programmi basati sulla tecnologia nucleare, che potrebbe portare a un cambiamento del sistema di vita.
Di seguito la testimonianza del corrispondente di AsiaNews.

Dopo Fukusima, il Giappone si trova come dopo lo scoppio della bomba atomica a Hiroshima.
Le due città si richiamano non tanto per l’assonanza del nome, quanto perché ambedue hanno sperimentato i disastri di esplosioni nucleari. Ma le somiglianze terminano qui.

Tra i due avvenimenti c’e’ stato un lasso di tempo sufficiente per assicurare la gente che tragedie del genere non sarebbere mai piu’ successe: il 6 agosto 1945 una bomba atomica (la prima) sganciata sulla citta’ di Hiroshima l’ha distrutta in pochi minuti uccidendo 160mila persone; 66 anni dopo, l’11 marzo 2011 , un terremoto di magnitudo 9,1 ha devastato le coste nord-orientali dell’arcipelago, riducendo in macerie citta’ e villaggi, uccidendo 23 mila persone e privando delle loro abitazioni altre 85 mila.

Ma il danno piu’ grave e’ stato quello subito dall’impianto nucleare di Fukushima gestito dalla Tokyo Electric Power Company (TEPCO): uno tsunami con ondate di 15 metri lo ha colpito violentemente scoperchiandolo: le strutture di acciaio e cemento armato, per il contenimento di eventuali radiazioni non hanno resistito: decine di migliaia di persone che abitavano nell’area del raggio di 30 chilometri dall’impianto colpito sono dovute sfollare.

L’economia della zona, che era basata sull’agricoltura e sull’impiego nella centrale nucleare, e’ ridotta a zero: nessuno ne’ in Giappone ne’ all’estero acquista piu’ prodotti agricoli provenienti dalla prefettura di Fukushima perche’ inquinati da radiazioni. (continua a leggere)

È presente 1 commento

Anonimo ha detto...

mio fratello si trovava in Giappone quando c'è stato il terremoto per fortuna ora e qui

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