Circa la metà dei feriti registrati nel mese di maggio a Mogadiscio sono bambini al di sotto dei cinque anni. Il dato, reso noto dall’organizzazione mondiale della sanità (Oms), restituisce la drammaticità di un conflitto in cui, come sempre accade, a pagare il prezzo più alto sono i civili e le fasce più deboli della popolazione.
Agenzia Misna - “La principale causa di morte tra i bambini somali al di sotto dei cinque anni sono ustioni, emorragie interne collegate a esplosioni e proiettili vaganti” spiegano responsabili dell’organizzazione, secondo cui oltre all’esacerbarsi del conflitto, a causare una tale aumento delle vittime tra i bambini è il sovraffollamento delle abitazioni intorno al mercato di Bakara, epicentro di combattimenti e scontri tra i soldati del governo di transizione e i gruppi dell’insurrezione armata. Nel solo mese di maggio – in base ai dati diffusi – su 1590 casi di feriti ricoverati in ospedale, 735 ovvero il 46% del totale, erano bambini.
“I bambini somali non conoscono altro che la guerra. Se si considera che la metà della popolazione attuale è nata dopo il 1991, anno della caduta del regime di Siad Barre, si capisce la portata di quest’affermazione” osserva Ahmed Dini, attivista della società civile intervistato dall’agenzia ‘Irin’.
“In un contesto come quello somalo,giovani e giovanissimi hanno sviluppato tre diverse strategie di sopravvivenza: arruolarsi in un gruppo armato, stordirsi nelle droghe come il ‘khat’ o i narcotici o tentate la traversata del golfo di Aden o dei deserti africani per arrivare in Europa” aggiunge l’attivista secondo cui, “se non si farà qualcosa, l’attuale generazione e le successive saranno irrimediabilmente perdute”.
Si calcola che nella sola Mogadiscio siano tra i 4 e i 5000 i bambini abbandonati o orfani che vivono per strada senza nessuna forma di tutela ed esposti alle violenze di cui la capitale somala è triste e costante teatro.
Agenzia Misna - “La principale causa di morte tra i bambini somali al di sotto dei cinque anni sono ustioni, emorragie interne collegate a esplosioni e proiettili vaganti” spiegano responsabili dell’organizzazione, secondo cui oltre all’esacerbarsi del conflitto, a causare una tale aumento delle vittime tra i bambini è il sovraffollamento delle abitazioni intorno al mercato di Bakara, epicentro di combattimenti e scontri tra i soldati del governo di transizione e i gruppi dell’insurrezione armata. Nel solo mese di maggio – in base ai dati diffusi – su 1590 casi di feriti ricoverati in ospedale, 735 ovvero il 46% del totale, erano bambini.
“I bambini somali non conoscono altro che la guerra. Se si considera che la metà della popolazione attuale è nata dopo il 1991, anno della caduta del regime di Siad Barre, si capisce la portata di quest’affermazione” osserva Ahmed Dini, attivista della società civile intervistato dall’agenzia ‘Irin’.
“In un contesto come quello somalo,giovani e giovanissimi hanno sviluppato tre diverse strategie di sopravvivenza: arruolarsi in un gruppo armato, stordirsi nelle droghe come il ‘khat’ o i narcotici o tentate la traversata del golfo di Aden o dei deserti africani per arrivare in Europa” aggiunge l’attivista secondo cui, “se non si farà qualcosa, l’attuale generazione e le successive saranno irrimediabilmente perdute”.
Si calcola che nella sola Mogadiscio siano tra i 4 e i 5000 i bambini abbandonati o orfani che vivono per strada senza nessuna forma di tutela ed esposti alle violenze di cui la capitale somala è triste e costante teatro.
Tweet |
Sono presenti 0 commenti
Inserisci un commento
Gentile lettore, i commenti contententi un linguaggio scorretto e offensivo verranno rimossi.