Sono 45 le persone rinviate a giudizio in seguito ai violenti scontri avvenuti ieri in piazza Tahrir al Cairo tra manifestazioni e forze di polizia, in cui i feriti sarebbero oltre un migliaio.
Agenzia Misna - Fonti locali della MISNA riferiscono di accuse mosse dai manifestanti del movimento 6 aprile, fra gli ispiratori della rivoluzione di gennaio, ai ‘lealisti’ dell’ex-regime di Hosni Mubarak, sospettati di voler diffondere caos e paura dopo il dissolvimento – per ordine della magistratura – dei consigli municipali in cui erano al potere membri del Partito nazionale democratico (Pnd) dell’ex rais. A rinfocolare le tensioni, nella notte tra martedì e mercoledì, era stato l’intervento delle forze dell’ordine durante una riunione dei familiari delle vittime della rivoluzione, nel popolare quartiere di Aguza, al centro del Cairo. Secondo le autorità egiziane l’intervento si sarebbe reso necessario per impedire l’accesso di provocatori, secondo altri le forze dell’ordine sono intervenute contro le famiglie dei ‘martiri’.
I manifestanti hanno rivolto un appello per un sit-in permanente in piazza Tahrir, in vista del corteo indetto il prossimo 8 luglio nella capitale per chiedere una nuova Costituzione e un processo di riforme più rapido. Già in questi giorni molti dimostranti scandivano slogan contro Hussein Tantawi, capo del Consiglio supremo militare che di fatto regge il paese, chiedendo processi in tempi brevi per i responsabili – primo fra tutti l’ex ministro degli Interni Habib El Adly – della violenta repressione che fra gennaio e febbraio ha causato la morte di oltre ottocento persone.
Agenzia Misna - Fonti locali della MISNA riferiscono di accuse mosse dai manifestanti del movimento 6 aprile, fra gli ispiratori della rivoluzione di gennaio, ai ‘lealisti’ dell’ex-regime di Hosni Mubarak, sospettati di voler diffondere caos e paura dopo il dissolvimento – per ordine della magistratura – dei consigli municipali in cui erano al potere membri del Partito nazionale democratico (Pnd) dell’ex rais. A rinfocolare le tensioni, nella notte tra martedì e mercoledì, era stato l’intervento delle forze dell’ordine durante una riunione dei familiari delle vittime della rivoluzione, nel popolare quartiere di Aguza, al centro del Cairo. Secondo le autorità egiziane l’intervento si sarebbe reso necessario per impedire l’accesso di provocatori, secondo altri le forze dell’ordine sono intervenute contro le famiglie dei ‘martiri’.
I manifestanti hanno rivolto un appello per un sit-in permanente in piazza Tahrir, in vista del corteo indetto il prossimo 8 luglio nella capitale per chiedere una nuova Costituzione e un processo di riforme più rapido. Già in questi giorni molti dimostranti scandivano slogan contro Hussein Tantawi, capo del Consiglio supremo militare che di fatto regge il paese, chiedendo processi in tempi brevi per i responsabili – primo fra tutti l’ex ministro degli Interni Habib El Adly – della violenta repressione che fra gennaio e febbraio ha causato la morte di oltre ottocento persone.
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È presente 1 commento
perchè nessuno riesce a fermare questa violenza ma l'onu dove e
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