martedì, luglio 19, 2011
Situazione sempre più drammatica nel Corno d’Africa, colpito da una siccità senza precedenti che sta mettendo in serio pericolo oltre dieci milioni di abitanti.

Radio Vaticana - L'Acnur ha deciso di rafforzare il proprio intervento nell'area, anche se le difficoltà di accesso costituiscono ancora un grave problema. A essere più colpiti sono i bambini: per questo l’Unicef, dopo quattro giorni di missione, ha lanciato un appello a tutta la comunità internazionale affinché disponga dei provvedimenti immediati per tentare di fermare quella che anche Benedetto XVI, all'Angelus di domenica scorsa, ha definito una "catastrofe umanitaria". Federico Piana ne ha parlato con Roberto Salvan, direttore generale di Unicef Italia: ascolta

R. – La situazione è davvero molto drammatica. Lei ha citato i 10 milioni di persone che sono coinvolte da questa siccità, in modo particolare oltre due milioni di bambini vivono in una situazione di grave malnutrizione e 500 mila di loro - questa è la stima che abbiamo fatto in questi giorni - versano in situazioni davvero molto gravi. Il motivo risiede certamente nei due anni senza pioggia, una pioggia poco sufficiente, nell’aumento dei prezzi dei cereali e ancora, nel conflitto mai finito in Somalia, soprattutto nella Somalia del sud. Queste popolazioni che si spostano vengono addirittura poi anche derubate di quel poco che hanno e arrivano in condizioni disperate nei campi attrezzati sia in Etiopia che nel Kenya.

D. – Il vostro è un appello lanciato per i bambini, ma non solo...

R. – E’ rivolto ai bambini, perché l’Unicef si rivolge in modo particolare a loro nel proprio lavoro. Ma vanno salvate anche le donne, che possono garantire anche la crescita degli adolescenti e dei ragazzi un po’ più grandi. C’è una situazione drammatica, che probabilmente noi - anche in Italia - stiamo ignorando: abbiamo difficoltà a trovare spazi per poter comunicare, assieme alle altre associazioni e organizzazioni che lavorano qui in Italia, la realtà di questo dramma che si sapeva sarebbe accaduto, perché ormai di siccità si parla già da molto tempo nel Corno d’Africa.

D. – Secondo lei, perché la comunità internazionale non si interessa di quello che succede nel Corno d’Africa?

R. – La Somalia è un Paese che è stato già abbandonato anni addietro, dopo l’intervento militare. In realtà, quindi, è un Paese non governato, con continue guerriglie: ora la situazione a Mogadiscio è un po’ più tranquilla e stanno arrivando a anche persone che stanno sfollando dal sud della Somalia dove invece ci sono conflitti in atto. Ma comunque, la Somalia è ignorata perché non c’è il petrolio, perché non ci sono risorse, perché i media preferiscono magari accendere i riflettori sulla Libia e sulla Siria, che politicamente sono Paesi che contano di più. La Somalia e anche l’Etiopia e anche parte del Kenya più povero, quello del nord, non sono così importanti per la comunità internazionale.

D. - Che aiuto si può dare all’Unicef?

R. – Prima di tutto, attraverso il nostro sito si può vedere qual è l’intervento, qual è la situazione sul luogo. Poi, se è possibile, effettuare donazioni e sostenere questa campagna. (bf)

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