martedì, luglio 05, 2011
Cento documenti dell’Archivio Segreto Vaticano usciranno dalle stanze pontificie per essere visibili a tutti, nel loro carico di storia e di fascino. L’iniziativa si concretizzerà, dal prossimo mese di febbraio, nella mostra “Lux in arcana – L’archivio segreto vaticano si rivela” che sarà ospitata nei Musei Capitolini di Roma.

di Elisabetta Lo Iacono

L’evento è stato presentato questa mattina in Sala Stampa vaticana dal cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato Vaticano, dal cardinale Renato Farina, archivista e bibliotecario di Santa Romana Chiesa, da monsignor Sergio Pagano, Prefetto dell’Archivio segreto vaticano, dal sindaco di Roma Gianni Alemanno, presente con l’assessore alle politiche culturali Dino Gasperini, e da Umberto Broccoli, sovraintendente ai beni culturali di Roma.


Per sette mesi documenti dall’inestimabile valore saranno conservati nel cuore amministrativo della capitale per consentire di “sbirciare”, seppur dall’altra sponda del Tevere, in uno dei luoghi più ambiti da studiosi e curiosi. Già il nome “archivio segreto” richiama misteri insondabili, anche se in realtà il termine deriva dal latino “secretum” e ha il significato di “privato”: infatti l’archivio è di proprietà del papa che vi esercita piena giurisdizione.
Segreto o privato che sia, accedere all’Archivio vaticano è un privilegio di pochi, in considerazione del patrimonio conservato: dodici secoli di storia (dall’VIII al XX secolo) sono catalogati in oltre seicendo fondi archivistici disposti in scaffalature che si estendono per ben 85 chilometri, in ambienti del Palazzo Apostolico e nel bunker sotterraneo voluto da Paolo VI e inaugurato da Giovanni Paolo II nel 1982.

I documenti chiamati a raccontare una parte significativa della storia della Chiesa e del mondo saranno individuati in questi mesi, con un criterio finalizzato a garantire un’adeguata copertura dal punto di vista storico, geografico e dei personaggi. Di sicuro ci saranno documenti di grande interesse come gli atti del processo a Galileo Galilei, la lettera dei membri del Parlamento inglese a Clemente VII sulla causa matrimoniale di Enrico VIII, il Dictatus papae di Gregorio VII (si parla quindi dell’anno 1000) sulla supremazia dei papa, una preziosa lettera su corteccia di betulla inviata dagli indiani d’America a Leone XIII, una lettera su seta di Elena di Cina che, appena convertita al cristianeseimo, scrive parole di riconoscenza a papa Innocenzo X e ancora la bolla di deposizione di Federico II risalente alla metà del 1200 (primo esempio di deposizione di un imperatore da parte di un pontefice) e, infine, alcuni documenti relativi alla seconda guerra mondiale, appartenenti ad un “periodo chiuso”, ovvero a quella documentazione che deve essere ancora resa nota all’esterno. Proprio su questo materiale c’è grande attesa, in particolare per quanto concerne il ruolo di papa Pio XII nel corso del secondo conflitto mondiale, relativamente alla vicenda degli ebrei. Ma dalla mostra “Lux in arcana”, come spiegato in conferenza stampa, non verranno le tanto attese notizie relative a questo periodo storico: insomma niente documenti a carattere politico ma solo di rilevanza emozionale. Per uscire quindi dai rumors e conoscere qualche verità sul ruolo del pontefice negli anni della seconda guerra mondiale, bisognerà attendere il completo riordino del materiale cui sta lavorando da quattro anni il personale dell’Archivio, proprio in vista di una possibile apertura di questo periodo, attesa non prima di altri tre o quattro anni.

Per il momento c’è la certezza di un grande evento a carattere storico e culturale alla cui realizzazione, in occasione del quarto centenario della fondazione dell’Archivio segreto vaticano, hanno concorso anche “Roma capitale”, l’assessorato alle politiche culturali, “Centro storico”, la Sovraintendenza ai beni culturali e “Zètema Progetto Cultura”. Da questa sinergia è atteso “un progetto culturale di altissimo livello – ha spiegato il cardinale Bertone – che supera anche certi stereotipi delle due sponde del Tevere; l’ambito culturale fa spesso giustizia dei luoghi comuni o delle polemiche; l’approfondimentio della storia fa più sensibili le persone nella ricerca anzitutto della verità e quindi del bene comune”.

La straordinarietà dell’evento è stata sottolineata anche dal cardinale Farina che ha evidenziato come “documenti pontifici assai antichi e preziosi, così come significative carte della Chiesa nel mondo, escono per la prima volta dall’ambito vaticano” e, trattandosi di una modestissima parte, l’antico si avvarrà delle tecnologie moderne per offrire una conoscenza più ampia. “La moderna tecnologia – ha infatti anticipato il Prefetto dell’archivio monsignor Pagano – permetterà al visitatore di entrare nell’archivio del papa e conoscere l’attività che questo svolge da secoli al servizio della Santa Sede e del mondo della cultura, conservando e tramandando un patrimonio di conoscenze invidiabile”.

Per approfondimenti sulla mostra sarà possibile visitare il sito www.luxinarcana.org.

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