Cuono Letterio accusato di estorsione mafiosa
Liberainformazione - C’è anche il superpentito Cuono Lettiero, uno dei protagonisti del libro “Gomorra” di Roberto Saviano, tra gli imputati del processo per estorsione in corso davanti al Tribunale di Latina. Il 55enne ex esponente del clan dei liternesi di Villa Literno, legati ai Casalesi, divenuto poi collaboratore di giustizia, è accusato di tentata estorsione aggravata dalle modalità mafiose. Secondo l’accusa, avvalorata da alcuni dichiarazioni da lui stesso rilasciate, Lettiero, insieme a Sergio Ferraro e Gaetano Orabona (anche loro del clan dei liternesi) avrebbe cercato di imporre il pizzo al titolare della società edile “Mambrini srl” di Sonnino che aveva ottenuto l’appalto per alcuni lavori di risistemazione della viabilità provinciale.
Una vicenda che risale a quasi 17 anni fa e che sembrava ormai chiusa. Invece è stato proprio Lettiero a raccontare di avere puntato una pistola contro l’imprenditore in questione per costringerlo a pagare quanto richiesto, un’azione compiuta sul territorio pontino dagli esponenti di Villa Literno a totale insaputa dei Casalesi. Queste dichiarazioni, rese ad alcuni magistrati napoletani, sono state trasmesse alla Procura della Repubblica di Latina che ha riaperto l’inchiesta sull’estorsione avvenuta a Sonnino tra la fine del 1995 e l’inizio del 1996 e rinviato a giudizio Lettiero, Ferraro e Orabona.
Il 55enne, protagonista del best seller di Saviano, con le sue dichiarazioni ha consentito agli uomini dell’Antimafia di Napoli di disegnare un quadro preciso degli affari dei Casalesi e assestare importanti colpi all’organizzazione criminale. Nell’udienza di alcuni giorni fa davanti al Tribunale di Latina il collegio penale ha ascoltato in videoconferenza, dal carcere dove si trova attualmente, proprio Lettiero il quale ha negato di essere l’autore di una lettera scritta a mano e inserita agli atti del processo. Si tornerà in aula il 2 dicembre prossimo per la discussione e in quella sede il pubblico ministero presenterà le sue richieste nei confronti dei tre imputati.
Liberainformazione - C’è anche il superpentito Cuono Lettiero, uno dei protagonisti del libro “Gomorra” di Roberto Saviano, tra gli imputati del processo per estorsione in corso davanti al Tribunale di Latina. Il 55enne ex esponente del clan dei liternesi di Villa Literno, legati ai Casalesi, divenuto poi collaboratore di giustizia, è accusato di tentata estorsione aggravata dalle modalità mafiose. Secondo l’accusa, avvalorata da alcuni dichiarazioni da lui stesso rilasciate, Lettiero, insieme a Sergio Ferraro e Gaetano Orabona (anche loro del clan dei liternesi) avrebbe cercato di imporre il pizzo al titolare della società edile “Mambrini srl” di Sonnino che aveva ottenuto l’appalto per alcuni lavori di risistemazione della viabilità provinciale.
Una vicenda che risale a quasi 17 anni fa e che sembrava ormai chiusa. Invece è stato proprio Lettiero a raccontare di avere puntato una pistola contro l’imprenditore in questione per costringerlo a pagare quanto richiesto, un’azione compiuta sul territorio pontino dagli esponenti di Villa Literno a totale insaputa dei Casalesi. Queste dichiarazioni, rese ad alcuni magistrati napoletani, sono state trasmesse alla Procura della Repubblica di Latina che ha riaperto l’inchiesta sull’estorsione avvenuta a Sonnino tra la fine del 1995 e l’inizio del 1996 e rinviato a giudizio Lettiero, Ferraro e Orabona.
Il 55enne, protagonista del best seller di Saviano, con le sue dichiarazioni ha consentito agli uomini dell’Antimafia di Napoli di disegnare un quadro preciso degli affari dei Casalesi e assestare importanti colpi all’organizzazione criminale. Nell’udienza di alcuni giorni fa davanti al Tribunale di Latina il collegio penale ha ascoltato in videoconferenza, dal carcere dove si trova attualmente, proprio Lettiero il quale ha negato di essere l’autore di una lettera scritta a mano e inserita agli atti del processo. Si tornerà in aula il 2 dicembre prossimo per la discussione e in quella sede il pubblico ministero presenterà le sue richieste nei confronti dei tre imputati.
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