E’ stato ricostruito il delitto di Melania Rea, uccisa probabilmente con una tecnica militare. Attesa in queste ore la conferma d’arresto per il marito, Salvatore Parolisi.
A tre mesi dalla morte di Melania, si comincia finalmente a disegnare un quadro più preciso: la povera ventinovenne infatti fu dapprima “scannata” (termine usato proprio dagli inquirenti) con un arma da taglio fatta sparire dall’assassino e poi, morta, nuovamente aggredita con un punteruolo. Melania inoltre stava con qualcuno di cui si fidava: lo direbbero secondo gli investigatori il trucco intatto e senza sbavature, così come le unghie (ricostruite), in cui è stato rilevato un Dna femminile. Tutto è accaduto in 45 minuti: Melania era accovacciata per motivi fisiologici e, stando alla ricostruzione degli inquirenti, è stata aggredita di spalle (tentativo di «scannamento» vicino a tecniche militari). La donna avrebbe così tentato una fuga con i pantaloni abbassati ed è stata colpita da 6 coltellate alla schiena e 20 tra capo, collo e tronco.
Si aggrava così la posizione di Salvatore Parolisi, il marito di Melania, che attende la decisione del Gip sul suo arresto in queste ore. Secondo gli inquirenti, oltre all’inquinamento delle prove Parolisi potrebbe essere “pericoloso” per l’efferatezza del delitto compiuto, soprattutto per la fase dello “scannamento”. Inoltre sempre secondo la tesi della Procura, l’omicidio sarebbe avvenuto alla presenza della piccola Vittoria, di 18 mesi, che dormiva nell'auto parcheggiata alle casermette di Ripe. Contro Salvatore alcuni elementi fondamentali: l’ora del delitto (tra le 14 e le 15 del 18 aprile in cui ha dichiarato di essere a Colle San Marco con la famiglia) e i telefonini della coppia che agganciano invece la cella di Ripe. Inoltre è stato rilevato il Dna del marito sulla bocca e le gengive di Melania che farebbero pensare ad un ultimo bacio o addirittura ad una presa mortale.
Inoltre si cerca un eventuale complice (emerge dal Dna rinvenuto sulle unghie di Melania), poiché soprattutto i colpi post mortem potrebbero essere stati inflitti alla donna da un’altra mano, dato che Salvatore in quelle ore e in quei giorni era in compagnia delle rispettive famiglie. L’accusa di Salvatore si apre così anche al concorso in omicidio.
Ore di attesa quindi per Salvatore, su cui pende l’ombra dell’arresto, che potrebbe essere confermato da un momento all’altro…
A tre mesi dalla morte di Melania, si comincia finalmente a disegnare un quadro più preciso: la povera ventinovenne infatti fu dapprima “scannata” (termine usato proprio dagli inquirenti) con un arma da taglio fatta sparire dall’assassino e poi, morta, nuovamente aggredita con un punteruolo. Melania inoltre stava con qualcuno di cui si fidava: lo direbbero secondo gli investigatori il trucco intatto e senza sbavature, così come le unghie (ricostruite), in cui è stato rilevato un Dna femminile. Tutto è accaduto in 45 minuti: Melania era accovacciata per motivi fisiologici e, stando alla ricostruzione degli inquirenti, è stata aggredita di spalle (tentativo di «scannamento» vicino a tecniche militari). La donna avrebbe così tentato una fuga con i pantaloni abbassati ed è stata colpita da 6 coltellate alla schiena e 20 tra capo, collo e tronco.
Si aggrava così la posizione di Salvatore Parolisi, il marito di Melania, che attende la decisione del Gip sul suo arresto in queste ore. Secondo gli inquirenti, oltre all’inquinamento delle prove Parolisi potrebbe essere “pericoloso” per l’efferatezza del delitto compiuto, soprattutto per la fase dello “scannamento”. Inoltre sempre secondo la tesi della Procura, l’omicidio sarebbe avvenuto alla presenza della piccola Vittoria, di 18 mesi, che dormiva nell'auto parcheggiata alle casermette di Ripe. Contro Salvatore alcuni elementi fondamentali: l’ora del delitto (tra le 14 e le 15 del 18 aprile in cui ha dichiarato di essere a Colle San Marco con la famiglia) e i telefonini della coppia che agganciano invece la cella di Ripe. Inoltre è stato rilevato il Dna del marito sulla bocca e le gengive di Melania che farebbero pensare ad un ultimo bacio o addirittura ad una presa mortale.
Inoltre si cerca un eventuale complice (emerge dal Dna rinvenuto sulle unghie di Melania), poiché soprattutto i colpi post mortem potrebbero essere stati inflitti alla donna da un’altra mano, dato che Salvatore in quelle ore e in quei giorni era in compagnia delle rispettive famiglie. L’accusa di Salvatore si apre così anche al concorso in omicidio.
Ore di attesa quindi per Salvatore, su cui pende l’ombra dell’arresto, che potrebbe essere confermato da un momento all’altro…
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Sono presenti 5 commenti
Mai e poi mai, Melania si sarebbe aspettata che il marito in un istante si sarebbe trasformato in un mostro crudele e sanguinario, tale da assassinare la madre di sua figlia, per cui era tranquilla. Salvatore non ha mentito su tutto, come si scrive di lui. Due cose vere, soltanto due, l'ha dette, che Melania aveva fatto la pipì ed aveva bevuto il caffé, ha ragione lui, perchè l'aveva viste con i suoi occhi. Peccato per il Parolisi però che il caffè la moglie l'aveva bevuto in casa a Folignano, e non a Colle San Marco, dove non aveva neanche i soldi per comprarlo, a patto che fosse arrivata al chiosco del pianoro, dove non è mai giunta: l'ha bevuto a casa sua, poco prima di uscire con il suo assassino per l'ultimo viaggio senza ritorno. Anche la pipì ha fatto, e questa non in casa purtroppo, né a Colle San Marco, ma nel Bosco delle Casermette a Ripe di Civitella, e il bisogno fisiologico, povera donna, le è costato la vita, per mano di Salvatore, che l'ha assalita a tradimento, ed il fatto fa pensare addirittura alla premeditazione del gesto omicida.
Non si riesce a capire coma mai in questo efferato delitto le cose appaiono lampanti ! l'assassino di Melania oramai tutta l'Italia ha capito chi e', certo e' che se si trattasse di un cittadino qualunque l'ho avrebbero già condannato..........non ci sono parole .......intanto Parolisi vive ed e'libero.
ma io mi auguro di cuore che venga fatta entro oggi giustizia e che ci marcisca dentro...mi dispiace x quella povera anima innocente che quando capirà e sarà più grande i nonni non sapranno come raccontarle tutto di quello che è successo e che mostro di padre ha ucciderwe una povera e bella ragazza ma soprattutto allontanarla x sempre da quell' angioletto che tutt' ora aspetterà la sua bellissima mamma a casa .....vergognati animale...così hai dimostrato che non vuoi nemmeno bene a tua figlia sennò un gesto crudele così non l' avresti mai!!! fatto poi x cosa xun' altra donna piuttosto glielo dicevi chiaro senza ucciderla adesso paghi
Il corpo di Melania ha parlato ed ha indicato chiaramente il marito come responsabile della sua morte. Salvatore Parolisi è stato arrestato questa mattina per l’omicidio, direi premeditato, di sua moglie Melania Rea. Era evidente fin dall’inizio che fosse l’assassino della moglie, ed i numerosissimi indizi raccolti sono tutti univoci e concordanti contro di lui, da costituire una prova valida e decisiva nel complesso. Ora deve solo collaborare, parlare, raccontare tutto, se vuole evitare l’ergastolo. Ha depistato finché ha potuto, comprese le tre macchioline di sangue di Melania nell’auto, lavandole, che erano cadute dai suoi abiti sporchi del sangue della moglie. Tra tante menzogne, Salvatore ha raccontato solo due mezze verità, che però l’hanno incastrato: la pipì di Melania, non nel bagno del chiosco del pianoro di Colle San Marco, ma nella pineta del Bosco delle Casermette, ed il caffè bevuto dalla donna, non nel bar-ristorante di Colle San Marco, ma a casa sua, a Folignano, prima di uscire, per l’ultimo viaggio senza ritorno, con destinazione luogo del delitto e della sua morte, per mano dell’uomo che lei amava.
io non posso credere che al mondo esista gente che prima ammazzi e poi neghi. devono smetterla e dire la verita.
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