dal nostro inviato in Marocco Renato Zilio (1° tappa)

Suor Denise invece, originaria di Reims e battezzata nella famosa cattedrale, pur avanti negli anni dimostra uno spirito combattivo al pari di Francesco di Assisi. La senti affermare categoricamente, parlando delle belle vetrate e dei recenti restauri: “È bene che sia lo Stato a preoccuparsene, le comunità cristiane devono prendersi cura dei poveri, non dei muri!”. Infatti così è in Francia. E avverti una sua profonda complicità con i poveri, mentre con una punta di invidia ti racconta della Piccola sorella morta a Casablanca, ai cui funerali ha partecipato tutto il quartiere musulmano in massa, che ha poi voluto aggiungervi proprio il loro rito musulmano, perchè era “una loro vera sorella”.
Con queste suore la Chiesa mostra qui un’anima evangelica e si incarna in questo mondo dei poveri e di credenti, pur così differente da noi ma non sordo al linguaggio dell’amore, che è la vera originalità del cristiano.
Denise, in Marocco da più di quarant’anni, vi dirà quanto è importante resistere con questa presenza, e una generazione non basta. E ricorda il suo lavoro di formazione per le ragazze animatrici di bambini di montagna in fase prescolare, lavoro necessario perchè questi, come le loro caprette, non sapevano sedersi su una sedia, ascoltare, parlare... solo gridare. Ricorda ancora Myriam, venuta al corso un mattino dopo aver attraversato un torrente in piena, bagnata fino alle ascelle. Le animatrici in verità erano appassionate di imparare, ma ancor di piu sentirsi amate da una straniera.
Ora l’anziana suora anima delle associazioni di donne e di bambini abbandonati sempre con uguale entusiasmo. Sempre in movimento. Per questo non sopporta quando ci si installa. “A volte anche i religiosi o la chiesa, preoccupandosi per i loro beni o i possedimenti che possono avere, non camminano più”, ti soffia con amarezza. “Io credo nella chiesa itinerante, quella che cammina - ti dirà spontaneamente, pensando a Francesco, quello che si era spogliato di tutto - Noi siamo qui in affitto, ma anche domani possiamo partire...”.
E difatti pare che questa posizione apostolica venga chiusa il prossimo anno. Ma queste presenze evangeliche sono come le stelle: quando muoiono la loro luce continua per lungo tempo ancora ad illuminare. Illuminare naturalmente il cuore dell’umanità che hanno qui conosciuto ed amato. In nome del vangelo.
Le altre puntate:
2° tappa: Essaouira - Vivere nell'Islam
3° tappa: Meknes - Impressioni dal Marocco
4° tappa: Midelt - I monaci di Tibhirine
5° tappa: Meknes - Un carisma di fraternità
6° tappa: Fès - Una città dove tutto è sacro
7° tappa: Rabat - Una solidarietà aperta all’altro
8° tappa: Casablanca - Le suore di Casablanca
9° tappa: Rabat - La Chiesa dell'incontro
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