Finalmente i bambini paraplegici hanno un amico in più: un “robot speciale” creato appositamente per loro nel “Laboratorio di Robotica e Analisi del movimento” dell’Ospedale Bambin Gesù di Roma
di Benedetta Biasci
Grazie all’impegno di medici, tecnici, riabilitatori e ingegneri del laboratorio di robotica dell’Ospedale pediatrico del Bambin Gesù, inaugurato ufficialmente ieri a Santa Marinella nei pressi di Roma ma attivo già da diversi mesi, è arrivato il robot che potrà aiutare i bambini paraplegici a camminare. Si tratta di una sorta di “tuta meccanica”: è un esoscheletro, chiamato “ReWalk”, che permette a coloro che hanno perso l’uso delle gambe, a causa di una lesione al midollo spinale, di alzarsi in piedi e camminare. Progettato da un ingegnere israeliano, anch’egli con difficoltà motorie, è uno strumento composto da motori alle giunture, batterie ricaricabili e un insieme di sensori che, una volta indossato insieme ad uno zainetto e ad un sistema di controllo, consente di insegnare ai piccoli pazienti il corretto movimento degli arti.
Al momento presso l’Ospedale pediatrico Bambin Gesù sono presenti due esemplari di “ReWalk” che aiuteranno la riabilitazione dei bambini paraplegici. Per adesso sono utilizzabili solo dai bambini con una statura minima di 1,50-1,60 metri, ma il team di esperti dell’ospedale sta lavorando per modificarlo in modo da favorirne l’utilizzo da parte di pazienti di altezza inferiore. «La riabilitazione con dispositivi robotici – spiega Enrico Castelli, responsabile della neuro riabilitazione pediatrica dell’ospedale - costituisce una nuova opportunità di trattamento che, con un approccio simile a un videogame, aumenta la motivazione al trattamento dei bambini e appare in grado di attivare la plasticità cerebrale alla base del recupero funzionale. Inoltre essa rappresenta una esperienza di apprendimento motorio altamente riproducibile e che si adatta ai progressi mostrati dal bambino”.
ReWalk è un passo avanti importante in ambito medico-sanitario, un moderno dispositivo d’avanguardia che sarà sicuramente in grado di aiutare i piccoli a superare le loro difficoltà motorie e le loro famiglie a vivere con più serenità.
di Benedetta Biasci
Grazie all’impegno di medici, tecnici, riabilitatori e ingegneri del laboratorio di robotica dell’Ospedale pediatrico del Bambin Gesù, inaugurato ufficialmente ieri a Santa Marinella nei pressi di Roma ma attivo già da diversi mesi, è arrivato il robot che potrà aiutare i bambini paraplegici a camminare. Si tratta di una sorta di “tuta meccanica”: è un esoscheletro, chiamato “ReWalk”, che permette a coloro che hanno perso l’uso delle gambe, a causa di una lesione al midollo spinale, di alzarsi in piedi e camminare. Progettato da un ingegnere israeliano, anch’egli con difficoltà motorie, è uno strumento composto da motori alle giunture, batterie ricaricabili e un insieme di sensori che, una volta indossato insieme ad uno zainetto e ad un sistema di controllo, consente di insegnare ai piccoli pazienti il corretto movimento degli arti.
Al momento presso l’Ospedale pediatrico Bambin Gesù sono presenti due esemplari di “ReWalk” che aiuteranno la riabilitazione dei bambini paraplegici. Per adesso sono utilizzabili solo dai bambini con una statura minima di 1,50-1,60 metri, ma il team di esperti dell’ospedale sta lavorando per modificarlo in modo da favorirne l’utilizzo da parte di pazienti di altezza inferiore. «La riabilitazione con dispositivi robotici – spiega Enrico Castelli, responsabile della neuro riabilitazione pediatrica dell’ospedale - costituisce una nuova opportunità di trattamento che, con un approccio simile a un videogame, aumenta la motivazione al trattamento dei bambini e appare in grado di attivare la plasticità cerebrale alla base del recupero funzionale. Inoltre essa rappresenta una esperienza di apprendimento motorio altamente riproducibile e che si adatta ai progressi mostrati dal bambino”.
ReWalk è un passo avanti importante in ambito medico-sanitario, un moderno dispositivo d’avanguardia che sarà sicuramente in grado di aiutare i piccoli a superare le loro difficoltà motorie e le loro famiglie a vivere con più serenità.
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