Aumenta il sovraffollamento e il bisogno d’acqua, cibo e cure nella regione Somala dell’Etiopia. “Sono in arrivo 10.000 rifugiati somali al giorno dal campo di Dollo, al confine con la Somalia, e manca l’acqua anche alla popolazione etiope.
Volontariatoggi - Il Comitato Collaborazione Medica vuole garantire a quante più persone possibili l’assistenza nel centro sanitario principale e nei punti di salute delle aree remote, in collaborazione con UNHCR, le altre Ong presenti e facendo appello alla generosità di tutti i possibili sostenitori”. E’ quanto racconta il referente del progetto CCM presso l’ospedale di Filtu. Si tratta della missione nel campo profughi alla frontiera con la Somalia.
Gli aggiornamenti sul flusso migratorio nella regione Somala dell’Etiopia - Da alcuni mesi è in atto una siccità devastante in Somalia, sud Etiopia e nord Kenya. Il territorio etiope della regione Somala è interessato da un costante flusso migratorio sia proveniente dalla Somalia che dai suoi territori interni. Le cause scatenanti dell’esodo sono la scarsità d’acqua e la moria di animali. In questi giorni si parla di circa 10.000 persone che ogni giorno attraversano il confine etiope, provenienti dalle regioni dello Juba e dello Shabele, al centro-sud della Somalia. Non ci sono dati confermabili per stimare il movimento della migrazione interna all’Etiopia. Nella zona il CCM promuove un progetto sanitario di sostegno all’ospedale di riferimento di Filtu e ai centri di salute periferici, a sostegno della popolazione locale e dei rifugiati somali dei campi di Bokol Mayo e Melka Dida, e si sta attivando per far fronte all’emergenza.
La missione del CCM nel campo di Dollo, al confine tra Etiopia e Somalia - Il capoprogetto CCM a Filtu, Roberto Rossi, ha appena effettuato una missione a Dollo Ado, al confine con la Somalia, punto di arrivo in Etiopia da parte dei profughi somali. “Giunti nei paraggi della cittadina -racconta Rossi- vengono raggruppati in una ‘zona di transito’ che si trova nella periferia ed è chiamata dagli abitanti locali ‘Yubo’, un’estesa area dove i rifugiati vivono in condizioni pessime. Gli aiuti che le Nazioni Unite e le Ong riescono ad inviare sono acqua e cibo. Per una questione logistica, di sicurezza e di numero degli sfollati non è possibile misurare l’impatto degli aiuti rispetto al bisogno. Sono in arrivo tende e kit per la sopravvivenza dall’UNHCR. Nel campo di Yubo al momento non ci sono epidemie riscontrate, ma ogni giorno vengono stimati tra i 10 ed i 15 decessi causati prevalentemente da disidratazione e patologie collegate alla malnutrizione. Non è possibile al momento fare nessun tipo di screening o di efficace intervento sanitario nel campo”. Da Yubo i profughi in condizioni più gravi vengono smistati dal governo etiope e dall’UNHCR, attraverso mezzi di trasporto affittati o requisiti, verso altre zone dove possono essere visitati e ricevere degli aiuti, come la provincia di Filtu, sede del progetto CCM. “Molti stanno arrivando nei campi di Bokol Mayo e Melka Dida -precisa Rossi- e nella zona è in allestimento un terzo campo, ma ci vorrà ancora qualche mese perché sia operativo. Da qui arrivano all’ospedale di Filtu“.
Il ruolo del CCM e la mancanza d’acqua nella Regione Somala dell’Etiopia – Gli operatori del CCM garantiscono l’assistenza sanitaria ai profughi che arrivano a Filtu, ma anche visite alle persone in stato di bisogno nelle aree rurali e lontane. “Le andiamo a cercare e le indirizziamo verso l’ospedale -spiega Roberto Rossi- oppure forniamo loro acqua e farmaci e assistenza sanitaria sul posto. Con il supporto di Unicef somministriamo i vaccini e con le istituzioni della regione Somala dell’Etiopia potenziamo i punti di salute di queste aree remote, con equipaggiamento sanitario e logistico”. Ma i problemi si sono aggravati anche per la popolazione locale. La siccità ha colpito anche la provincia di Filtu, dove sono a tutt’oggi presenti migranti interni etiopi provenienti dai villaggi di della regione e altri provenienti dal nord del Kenya che attraversano il fiume in secca (Dvarewa) in cerca di acqua. Sono in pastori nomadi, quindi conoscono il territorio a prescindere dai confini politici e sanno dove cercare l’acqua. “La popolazione di Filtu -racconta Rossi- ha visto dunque la sua scorta d’acqua ridursi notevolmente, e anche le pozze per gli animali sono state recintate per essere regolate nell’afflusso. In questi giorni anche nel compound CCM non c’è acqua perché il sistema che la trasporta dal fiume Pond non è funzionante”. E’ in atto un intervento di coordinamento guidato dalla provincia di Filtu con le Ong presenti per ottimizzare le azioni di intervento. “Il CCM -aggiunge il capoprogetto- intende rafforzare il suo intervento presso l’ospedale i centri di salute della zona per far fronte all’emergenza. Per cercare di curare quante più persone in stato di necessità, abbiamo bisogno del contributo straordinario di sostenitori istituzionali e privati”.
Gli incontri con i profughi somali in cammino verso Filtu - Durante la missione di sopralluogo di giovedì 28 luglio, sulla strada da Filtu a Dollo, Roberto Rossi ha incontrato vari sfollati che si dirigono verso Filtu e il suo ospedale, dove nei prossimi giorni ci sarà un gran bel da fare. “Ci siamo inoltrati -ha detto- in una pista punto di passaggio di migrazione interna. Ci siamo fermati in un villaggio dove un capo anziano ci ha detto che una famiglia era arrivata da poco, ma che i famigliari erano probabilmente morti e da qualche giorno si vedeva solo una donna girovagare. L’abbiamo cercata e abbiamo visto una capanna improvvisata tra i cespugli, ma la donna alla vista dell’auto è scappata. Abbiamo poi incontrato un pastore proveniente dal villaggio di Sora. Ci ha riferito che là non c’è acqua e che si stava spostando con il suo gruppo verso Filtu, dove ci ha detto che puntano tutti i gruppi di migranti che ha incontrato. Abbiamo poi raggiunto un punto dove c’erano alcune capanne e lì abbiamo trovato un gruppo di donne e bambini in attesa degli uomini che erano andati a cercare acqua. Abbiamo parlato con loro a lungo e abbiamo saputo da una madre con il suo bambino che arrivavano dal confine con la Somalia e da una settimana si erano aggregati al gruppo. Le condizioni di tutti erano comunque buone, fortunatamente. Una buona notizia: ieri all’ospedale di Filtu è nato un bambino da una donna somala rifugiata”.
L’appello del CCM a contribuire all’assistenza sanitaria nel Corno d’Africa - Il CCM fa appello alla generosità degli Italiani, che possono sostenere l’attività del CCM attraverso una donazione con causale “emergenza siccità Corno d’Africa” su c\c presso Banca Prossima, IBAN: IT82 O Ø3359 Ø16ØØ 1ØØØØØØØ1735, o su c\c postale n. 134Ø41Ø8.
Volontariatoggi - Il Comitato Collaborazione Medica vuole garantire a quante più persone possibili l’assistenza nel centro sanitario principale e nei punti di salute delle aree remote, in collaborazione con UNHCR, le altre Ong presenti e facendo appello alla generosità di tutti i possibili sostenitori”. E’ quanto racconta il referente del progetto CCM presso l’ospedale di Filtu. Si tratta della missione nel campo profughi alla frontiera con la Somalia.
Gli aggiornamenti sul flusso migratorio nella regione Somala dell’Etiopia - Da alcuni mesi è in atto una siccità devastante in Somalia, sud Etiopia e nord Kenya. Il territorio etiope della regione Somala è interessato da un costante flusso migratorio sia proveniente dalla Somalia che dai suoi territori interni. Le cause scatenanti dell’esodo sono la scarsità d’acqua e la moria di animali. In questi giorni si parla di circa 10.000 persone che ogni giorno attraversano il confine etiope, provenienti dalle regioni dello Juba e dello Shabele, al centro-sud della Somalia. Non ci sono dati confermabili per stimare il movimento della migrazione interna all’Etiopia. Nella zona il CCM promuove un progetto sanitario di sostegno all’ospedale di riferimento di Filtu e ai centri di salute periferici, a sostegno della popolazione locale e dei rifugiati somali dei campi di Bokol Mayo e Melka Dida, e si sta attivando per far fronte all’emergenza.
La missione del CCM nel campo di Dollo, al confine tra Etiopia e Somalia - Il capoprogetto CCM a Filtu, Roberto Rossi, ha appena effettuato una missione a Dollo Ado, al confine con la Somalia, punto di arrivo in Etiopia da parte dei profughi somali. “Giunti nei paraggi della cittadina -racconta Rossi- vengono raggruppati in una ‘zona di transito’ che si trova nella periferia ed è chiamata dagli abitanti locali ‘Yubo’, un’estesa area dove i rifugiati vivono in condizioni pessime. Gli aiuti che le Nazioni Unite e le Ong riescono ad inviare sono acqua e cibo. Per una questione logistica, di sicurezza e di numero degli sfollati non è possibile misurare l’impatto degli aiuti rispetto al bisogno. Sono in arrivo tende e kit per la sopravvivenza dall’UNHCR. Nel campo di Yubo al momento non ci sono epidemie riscontrate, ma ogni giorno vengono stimati tra i 10 ed i 15 decessi causati prevalentemente da disidratazione e patologie collegate alla malnutrizione. Non è possibile al momento fare nessun tipo di screening o di efficace intervento sanitario nel campo”. Da Yubo i profughi in condizioni più gravi vengono smistati dal governo etiope e dall’UNHCR, attraverso mezzi di trasporto affittati o requisiti, verso altre zone dove possono essere visitati e ricevere degli aiuti, come la provincia di Filtu, sede del progetto CCM. “Molti stanno arrivando nei campi di Bokol Mayo e Melka Dida -precisa Rossi- e nella zona è in allestimento un terzo campo, ma ci vorrà ancora qualche mese perché sia operativo. Da qui arrivano all’ospedale di Filtu“.
Il ruolo del CCM e la mancanza d’acqua nella Regione Somala dell’Etiopia – Gli operatori del CCM garantiscono l’assistenza sanitaria ai profughi che arrivano a Filtu, ma anche visite alle persone in stato di bisogno nelle aree rurali e lontane. “Le andiamo a cercare e le indirizziamo verso l’ospedale -spiega Roberto Rossi- oppure forniamo loro acqua e farmaci e assistenza sanitaria sul posto. Con il supporto di Unicef somministriamo i vaccini e con le istituzioni della regione Somala dell’Etiopia potenziamo i punti di salute di queste aree remote, con equipaggiamento sanitario e logistico”. Ma i problemi si sono aggravati anche per la popolazione locale. La siccità ha colpito anche la provincia di Filtu, dove sono a tutt’oggi presenti migranti interni etiopi provenienti dai villaggi di della regione e altri provenienti dal nord del Kenya che attraversano il fiume in secca (Dvarewa) in cerca di acqua. Sono in pastori nomadi, quindi conoscono il territorio a prescindere dai confini politici e sanno dove cercare l’acqua. “La popolazione di Filtu -racconta Rossi- ha visto dunque la sua scorta d’acqua ridursi notevolmente, e anche le pozze per gli animali sono state recintate per essere regolate nell’afflusso. In questi giorni anche nel compound CCM non c’è acqua perché il sistema che la trasporta dal fiume Pond non è funzionante”. E’ in atto un intervento di coordinamento guidato dalla provincia di Filtu con le Ong presenti per ottimizzare le azioni di intervento. “Il CCM -aggiunge il capoprogetto- intende rafforzare il suo intervento presso l’ospedale i centri di salute della zona per far fronte all’emergenza. Per cercare di curare quante più persone in stato di necessità, abbiamo bisogno del contributo straordinario di sostenitori istituzionali e privati”.
Gli incontri con i profughi somali in cammino verso Filtu - Durante la missione di sopralluogo di giovedì 28 luglio, sulla strada da Filtu a Dollo, Roberto Rossi ha incontrato vari sfollati che si dirigono verso Filtu e il suo ospedale, dove nei prossimi giorni ci sarà un gran bel da fare. “Ci siamo inoltrati -ha detto- in una pista punto di passaggio di migrazione interna. Ci siamo fermati in un villaggio dove un capo anziano ci ha detto che una famiglia era arrivata da poco, ma che i famigliari erano probabilmente morti e da qualche giorno si vedeva solo una donna girovagare. L’abbiamo cercata e abbiamo visto una capanna improvvisata tra i cespugli, ma la donna alla vista dell’auto è scappata. Abbiamo poi incontrato un pastore proveniente dal villaggio di Sora. Ci ha riferito che là non c’è acqua e che si stava spostando con il suo gruppo verso Filtu, dove ci ha detto che puntano tutti i gruppi di migranti che ha incontrato. Abbiamo poi raggiunto un punto dove c’erano alcune capanne e lì abbiamo trovato un gruppo di donne e bambini in attesa degli uomini che erano andati a cercare acqua. Abbiamo parlato con loro a lungo e abbiamo saputo da una madre con il suo bambino che arrivavano dal confine con la Somalia e da una settimana si erano aggregati al gruppo. Le condizioni di tutti erano comunque buone, fortunatamente. Una buona notizia: ieri all’ospedale di Filtu è nato un bambino da una donna somala rifugiata”.
L’appello del CCM a contribuire all’assistenza sanitaria nel Corno d’Africa - Il CCM fa appello alla generosità degli Italiani, che possono sostenere l’attività del CCM attraverso una donazione con causale “emergenza siccità Corno d’Africa” su c\c presso Banca Prossima, IBAN: IT82 O Ø3359 Ø16ØØ 1ØØØØØØØ1735, o su c\c postale n. 134Ø41Ø8.
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