Ancora una volta il disboscamento selvaggio è tornato a crescere in Amazzonia facendo perdere al ‘polmone’ del pianeta, nel solo mese di giugno, 312,7 km quadrati di foreste, dopo una lieve diminuzione registrata il mese precedente
Agenzia Misna - Secondo l’Istituto di ricerche spaziali del Brasile (Inpe), lo stato più colpito è quello settentrionale del Pará, una regione storicamente segnata da conflitti per il possesso della terra. Se giugno segna l’inizio della stagione secca, che tradizionalmente coincide con il ‘picco’ della deforestazione in Amazzonia, a dare l’allarme, già tra marzo e aprile, erano stati gli oltre 500 km quadrati di selva rasi al suolo – principalmente nel Mato Grosso, dove continuano a crescere agricoltura e allevamento di bestiame – nel periodo dell’anno in cui una pratica largamente diffusa di norma è ridotta. Cifre ancora più preoccupanti se si pensa che negli stessi mesi del 2010 si erano registrati ‘appena’ 100 km di foreste devastate nella maggiore riserva di bio-diversità del mondo.
A ben poco sembra finora servita la cosiddetta ‘unità di crisi’ per l’Amazzonia istituita dal governo di Brasilia per contenere la deforestazione illegale. Il sistema satellitare di rilevamento usato dall’Inpe, il cosiddetto ‘Deter’, resta in ogni caso approssimativo anche perché documenta aree deforestate solo oltre i 25 ettari.
In base ai dati del ‘Deter’, complessivamente, negli ultimi 11 mesi il disboscamento in Amazzonia è aumentato del 34%. All’ultimo vertice internazionale sul clima di Copenhagen, nel 2009, il Brasile si era impegnato a ridurre il disboscamento in Amazzonia dell’80% entro il 2020. Sarà proprio il Brasile ad ospitare la prossima primavera la conferenza dell’Onu a Rio de Janeiro.
Agenzia Misna - Secondo l’Istituto di ricerche spaziali del Brasile (Inpe), lo stato più colpito è quello settentrionale del Pará, una regione storicamente segnata da conflitti per il possesso della terra. Se giugno segna l’inizio della stagione secca, che tradizionalmente coincide con il ‘picco’ della deforestazione in Amazzonia, a dare l’allarme, già tra marzo e aprile, erano stati gli oltre 500 km quadrati di selva rasi al suolo – principalmente nel Mato Grosso, dove continuano a crescere agricoltura e allevamento di bestiame – nel periodo dell’anno in cui una pratica largamente diffusa di norma è ridotta. Cifre ancora più preoccupanti se si pensa che negli stessi mesi del 2010 si erano registrati ‘appena’ 100 km di foreste devastate nella maggiore riserva di bio-diversità del mondo.
A ben poco sembra finora servita la cosiddetta ‘unità di crisi’ per l’Amazzonia istituita dal governo di Brasilia per contenere la deforestazione illegale. Il sistema satellitare di rilevamento usato dall’Inpe, il cosiddetto ‘Deter’, resta in ogni caso approssimativo anche perché documenta aree deforestate solo oltre i 25 ettari.
In base ai dati del ‘Deter’, complessivamente, negli ultimi 11 mesi il disboscamento in Amazzonia è aumentato del 34%. All’ultimo vertice internazionale sul clima di Copenhagen, nel 2009, il Brasile si era impegnato a ridurre il disboscamento in Amazzonia dell’80% entro il 2020. Sarà proprio il Brasile ad ospitare la prossima primavera la conferenza dell’Onu a Rio de Janeiro.
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