Il “numero inaccettabile di perdite civili nel conflitto in Libia” preoccupa il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon
Agenzia Misna - In una nota diffusa dal Palazzo di Vetro, pur senza menzionare alcuna specifica parte coinvolta nella guerra, Ban ha fatto appello a tutti i protagonisti “affinché diano prova di estrema prudenza nelle loro azioni”.Il pronunciamento giunge mentre il seno al Consiglio di sicurezza, Russia, India e altre delegazioni – tra cui Brasile e Libano – insistono nel chiedere spiegazioni alla Nato per il bombardamento effettuato il 30 luglio contro installazioni della televisione di stato libica a Tripoli: a condannare il raid che, ha detto, ha provocato la morte di tre dipendenti, è stata anche Irina Bokova, direttrice generale dell’Unesco.
Secondo il regime di Muammar Gheddafi, domenica scorsa un missile avrebbe colpito alcune fattorie a Majar, 150 km a est della capitale, uccidendo 85 persone, 33 bambini, 32 donne e 20 uomini.
La Nato ha replicato di non essere a conoscenza di vittime civili in conseguenza delle due operazioni.
La risoluzione 1973 approvata dal Consiglio di sicurezza il 17 marzo scorso, che ha dato il via all’offensiva, autorizza a “prendere tutte le misure necessarie (…) per proteggere i civili” e dispone di “imporre un’interdizione su tutti i voli nello spazio aereo della Jamahiriya Araba di Libia, allo scopo di contribuire a proteggere i civili”.
Agenzia Misna - In una nota diffusa dal Palazzo di Vetro, pur senza menzionare alcuna specifica parte coinvolta nella guerra, Ban ha fatto appello a tutti i protagonisti “affinché diano prova di estrema prudenza nelle loro azioni”.Il pronunciamento giunge mentre il seno al Consiglio di sicurezza, Russia, India e altre delegazioni – tra cui Brasile e Libano – insistono nel chiedere spiegazioni alla Nato per il bombardamento effettuato il 30 luglio contro installazioni della televisione di stato libica a Tripoli: a condannare il raid che, ha detto, ha provocato la morte di tre dipendenti, è stata anche Irina Bokova, direttrice generale dell’Unesco.
Secondo il regime di Muammar Gheddafi, domenica scorsa un missile avrebbe colpito alcune fattorie a Majar, 150 km a est della capitale, uccidendo 85 persone, 33 bambini, 32 donne e 20 uomini.
La Nato ha replicato di non essere a conoscenza di vittime civili in conseguenza delle due operazioni.
La risoluzione 1973 approvata dal Consiglio di sicurezza il 17 marzo scorso, che ha dato il via all’offensiva, autorizza a “prendere tutte le misure necessarie (…) per proteggere i civili” e dispone di “imporre un’interdizione su tutti i voli nello spazio aereo della Jamahiriya Araba di Libia, allo scopo di contribuire a proteggere i civili”.
Tweet |
Sono presenti 0 commenti
Inserisci un commento
Gentile lettore, i commenti contententi un linguaggio scorretto e offensivo verranno rimossi.