martedì, agosto 02, 2011
Quella scritta da Ivar Benjamin Oesteboe è una lettera aperta che non trasmette odio, ma un messaggio forte e chiaro, lucido e maturo di un ragazzo norvegese di 16 anni, uno dei sopravvissuti alla strage che si è compiuta sull'isola di Utoya del 22 luglio ad opera di un solo uomo, un invasato estremista che risponde al nome di Anders Behring Breivik

di Irene Poli

"Tu crederai forse di aver vinto. Uccidendo i miei amici e i miei compagni, tu forse credi di aver distrutto il partito laburista e coloro che in tutto il mondo credono in una società multiculturale... ma sappi che hai fallito". E' questa una parte della lettera che il giovane ha pubblicato su Facebook per rivolgere a Breivik un'accusa più forte di mille parole di rancore e vendetta: l'accusa di avere fallito il proprio obiettivo, di avere provato a seminare il terrore e indurre alla divisione, invano. Oesteboe dimostra di avere compreso bene gli scopi di Breivik, ma non intende subire, non intende tirarsi indietro e in questo diviene probabilmente simbolo di una Norvegia ancora scossa da quanto accaduto, ma ferma nella volontà di portare avanti determinati valori di uguaglianza e rispetto, senza lasciarsi intimidire.

"Tu descrivi te stesso come un eroe" ha scritto ancora, "Tu non sei un eroe. Ma una cosa è sicura: tu di eroi ne hai creati". Ognuno di quei giovani colpiti sull'isola di Utoya è morto per quello in cui credeva, per le scelte che aveva compiuto dimostrando maturità e consapevolezza. Quanto accaduto non ha indotto i sopravvissuti a cambiare le proprie idee, ma piuttosto è stata rafforzata in loro la certezza che gli estremismi sono sempre e comunque sbagliati e che la violenza non è mai la soluzione giusta. Su questo il ragazzo puntualizza ancora: le vittime della strage non risponderanno al male con altro male.

Oesteboe ha perso cinque amici quel giorno, ma non si tira indietro e ciò che ha scritto è anche per loro, per tutti quei giovani che rappresentano il futuro e la speranza di una società migliore di quella attuale, che sia in grado di sostenere confronti pacifici e civili, mettendo al bando guerre e aggressioni ideologiche. Quello di Ivar è un esempio per i giovani di tutta Europa e del mondo.

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