Elezioni legislative a febbraio, sì a dialogo e rinnovamento della politica, no alle ingerenze straniere di qualunque segno esse siano, confidenza nella capacità della Siria di superare la crisi anche economica: c’è stato tutto questo in una lunga intervista rilasciata ieri a un canale satellitare siriano dal presidente Bashar Al Assad.
Agenzia Misna - Il presidente siriano ha sottolineato i risultati raggiunti nel corso del processo di riforma avviato, l’abrogazione dello stato d’emergenza, l’approvazione della legge elettorale e di nuove norme per la formazione dei partiti. Ha sostenuto che era dovere dello Stato rispondere alle minacce alla sicurezza, che la via d’uscita può però essere soltanto politica e che deve esserci spazio per il dialogo. Assad affronta uno a uno diversi temi ‘caldi’, non tralascia le sanzioni imposte contro il suo governo, ma allo stesso tempo esalta il valore intrinseco di una Siria forte delle sue differenze interne e della sua posizione geopolitica.
Un capitolo a parte è dedicato alla Turchia, il suo più importante partner regionale, di cui – fa capire Assad che più volte parla di una situazione ormai sotto controllo – sono stati ascoltati e a volte perfino accolti suggerimenti e consigli, ma che non può intromettersi al pari degli altri nella vita politica interna siriana.
Parole male accolte da una parte dell’opposizione che continua a chiedere la destituzione di Assad, un cambiamento profondo del sistema e che continuano a scontrasi con la realtà della continua repressione dei focolai di protesta da parte delle forze di sicurezza. L’ultimo episodio, secondo fonti dell’opposizione, sarebbe avvenuto proprio ieri a Kafar Takharim, nel governatorato settentrionale di Idlib, dove 175 persone sono state arrestate.
Agenzia Misna - Il presidente siriano ha sottolineato i risultati raggiunti nel corso del processo di riforma avviato, l’abrogazione dello stato d’emergenza, l’approvazione della legge elettorale e di nuove norme per la formazione dei partiti. Ha sostenuto che era dovere dello Stato rispondere alle minacce alla sicurezza, che la via d’uscita può però essere soltanto politica e che deve esserci spazio per il dialogo. Assad affronta uno a uno diversi temi ‘caldi’, non tralascia le sanzioni imposte contro il suo governo, ma allo stesso tempo esalta il valore intrinseco di una Siria forte delle sue differenze interne e della sua posizione geopolitica.
Un capitolo a parte è dedicato alla Turchia, il suo più importante partner regionale, di cui – fa capire Assad che più volte parla di una situazione ormai sotto controllo – sono stati ascoltati e a volte perfino accolti suggerimenti e consigli, ma che non può intromettersi al pari degli altri nella vita politica interna siriana.
Parole male accolte da una parte dell’opposizione che continua a chiedere la destituzione di Assad, un cambiamento profondo del sistema e che continuano a scontrasi con la realtà della continua repressione dei focolai di protesta da parte delle forze di sicurezza. L’ultimo episodio, secondo fonti dell’opposizione, sarebbe avvenuto proprio ieri a Kafar Takharim, nel governatorato settentrionale di Idlib, dove 175 persone sono state arrestate.
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