mercoledì, settembre 21, 2011
Si è soffermata sulla crisi finanziaria in atto nelle cosiddette ‘economie sviluppate’ la presidente Dilma Roussef, prima di esporre all’Assemblea generale la posizione del Brasile sulla primavera araba e sul riconoscimento di uno Stato palestinese

Agenzia Misna - “Non è per mancanza di risorse che i dirigenti dei paesi sviluppati non hanno ancora trovato una soluzione alla crisi, ma a causa di una mancanza di chiarezza nelle idee e di risorse politiche” ha detto Roussef , inaugurando gli interventi dei capi degli Stati membri delle Nazioni Unite che si susseguiranno in questi giorni. “La crisi in atto rischia di portare a una spaccatura globale: non può essere risolta da un piccolo gruppo di paesi, i cui governi e banche centrali hanno responsabilità sempre maggiori. Sono tutti i paesi a subire le conseguenze della crisi – ha sottolineato – pertanto tutti hanno il diritto a partecipare alle soluzioni”.

Orgogliosa di essere alla guida di una delle economie più performanti del continente sudamericano e delle cosiddette potenze emergenti, la presidente brasiliana ha proposto di aiutare, senza citare esplicitamente l’Europa, “quei paesi che stanno sperimentando una crisi acuta”. Restando in tema economico, Roussef ha anche fornito una serie di raccomandazioni alle grandi potenze e alle istituzioni internazionali: “lottare contro il protezionismo e ogni forma di manipolazione degli scambi”, ma anche “inviare chiari segnali di coesione e di coordinamento macroeconomico”.

Parlando delle rivolte nei paesi arabi, Dilma ha espresso sostegno per la lotta dei popoli per ideali di libertà, deplorando la repressione contro le popolazioni civile, ma ha condannato la scelta di intervenire militarmente: “La ricerca della pace e della sicurezza nel mondo non può essere limitata a interventi in situazioni estreme. Il mondo oggi soffre per le conseguenze dolorose di interventi che hanno aggravato i conflitti esistenti” ha sottolineato il capo di Stato brasiliano.

Dopo un benvenuto al nuovo Stato Sud sudanese, Dilma ha espresso la posizione di Brasilia su uno dei temi più discussi di questa assemblea, la richiesta di riconoscimento dello Stato palestinese da parte delle Nazioni Unite. “Mi rincresce non poter augurare il benvenuto anche alla Palestina. Il Brasile riconosce già lo Stato palestinese nei confini del 1967. Il riconoscimento del diritto del popolo palestinese alla sovranità e all’autodeterminazione è un elemento che favorirebbe la costruzione della pace in Medio Oriente. Come molti governi qui rappresentati, credo che sia venuto il momento per la Palestina di essere pienamente rappresentata tra noi”.

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