Pubblichiamo l’intervento del Commissario europeo per l'ambiente, Janez Potočnik, che ha aperto la conferenza internazionale "Green Markets - World of Sustainable Products" in corso a Berlino.
Greenreport - Voltaire ha detto che "il presente è gravido del futuro". Si tratta di una metafora interessante, ma è anche letteralmente vero. Ogni giorno 200.000 persone in più condividono il nostro pianeta. Con la popolazione del nostro pianeta che dovrebbe salire a oltre 9 miliardi entro la metà di questo secolo, lo stress sulle risorse di domani aumenterà sicuramente. Aggiungete a questo la previsione che ci si aspetta che 2 miliardi di percettori di redditi medi nei "Paesi in via di sviluppo" ' triplichino i loro consumi entro il 2020 ed è chiaro che dobbiamo iniziare a prepararci.
Quindi, cosa deve fare l'Europa per preparare questo futuro? Naturalmente la dichiarazione di Voltaire non va intesa letteralmente, il suo punto era che possiamo già vedere, dalle nostre attuali circostanze e dal modo in cui ci comportiamo, ciò che ci attende in futuro.
Se guardiamo l'Europa ora possiamo vedere che abbiamo economie che si basano su decenni di crescita con utilizzo intensivo (resource-intensive growth). Abbiamo più alte importazioni nette al mondo di risorse per persona. Utilizziamo 16 tonnellate di materiali per persona all'anno. Gettiamo via 6 tonnellate a persona, e la metà di questi rifiuti vengono poi solo sepolti nel terreno come discarica.
Se continuiamo così, nel 2050 domanda di cibo, mangimi e fibre dovrebbe aumentare del 70%. Eppure il 60% degli ecosistemi alla base di queste risorse sono attualmente degradati. Se vogliamo continuare a soddisfare le nostre esigenze e godere della nostra qualità della vita all'interno dei limiti del nostro pianeta, abbiamo bisogno di una radicale trasformazione! Il nostro intero sistema economico è quel che rimane di un'epoca precedente: un'epoca di abbondanza. Ma quel che ha funzionato bene nel XIX e XX secolo potrebbe essere un disastro per il XXI. Avremo bisogno di cambiare l'energia che usiamo per alimentare la nostra economia, l'agricoltura che usiamo per nutrire noi stessi, i sistemi di trasporto per spostarci da a A a B e le industrie che costruiscono i prodotti su cui contiamo.
E' per questo che la Commissione europea chiede di passare ad un uso efficiente delle risorse su larga scala, che faccia risparmiare risorse, ove possibile, che cerchi di smaterializzare i nostri modelli di consumo, che dia valore alle risorse in modo realistico e in cui il riciclo e il riutilizzo siano una seconda natura. Per questo du settimane fa abbiamo adottato la Roadmap to a Resource Efficient Europe. I tempi della nostra roadmap potrebbero sembrare un po 'sfortunati. A Bruxelles e Berlino, i leader sono giustamente concentrati sulle finanze pubbliche e la stabilità monetaria. Ma, anche se l'efficienza delle risorse non è sulle prime pagine, è ancora molto al centro della strategia europea per la riforma economica strutturale: Europe 2020. E' essenziale per la nostra competitività e crescita a lungo termine. La road map ha al suo centro la vision of sustainability. La nostra visione di ciò a cui l'Europa dovrebbe somigliare 2050. Permettetemi di condividere questa visione con voi: ... Entro il 2050 l'Unione europea è cresciuta in un modo da rispettare i limiti delle risorse e la capacità del nostro pianeta. La nostra economia resta competitiva e solidale e fornisce un elevato standard di vita ad un costo ambientale di gran lunga inferiore. Le risorse sono gestite in modo sostenibile, le tappe del cambiamento climatico sono state raggiunte , e la biodiversità e i servizi ecosistemici sono stati protetti e sostanzialmente ripristinati.
La visione può diventare realtà attraverso iniziative concrete e la roadmap imposta e definisce obiettivi intermedi da raggiungere tra il 2012 e il 2020. Questi sono particolarmente focalizzati su tre aree della nostra vita: dove viviamo, ciò che mangiamo e come muoversi: tre aree che insieme rappresentano fino all'80% l'impatto delle nostre risorse. La roadmap si basa su molti strumenti esistenti, dalla normativa sui rifiuti al green public procurement ed ai programmi di ricerca per l'eco-design. Ma per la prima volta li mette in un quadro coerente e prevedibile e per la prima volta li integra nella storia più ampia del nostro programma economico strutturale. La roadmap a prevede inoltre la mobilitazione di nuovi strumenti politici, quali gli strumenti basati sul mercato. In particolare, la nostra strategia mira a correggere i fallimenti del mercato e ad ottenere il prezzo giusto in modo da riflettere il costo reale e l'impatto delle risorse e indirizzare consumatori e produttori nella giusta direzione. Se riusciamo a ottenere il prezzo giusto, garantiremo una ripartizione più razionale delle risorse, ma indirizzeremo anche in modo più efficace la capacità innovativa delle nostre imprese, che è così essenziale per raggiungere qualsiasi trasformazione dell'economia.
Quando le risorse erano a buon mercato e il lavoro era costoso, è stato fatto buon uso dello sforzo e dell'ingegno, in particolare in Germania, per aumentare i livelli di produttività del lavoro. Oggi, anche le aziende manifatturiere tedesche devono affrontare i costi del material input che sono il doppio di quelli delle risorse umane, di cui abbiamo bisogno per innescare la stessa attenzione per aumentare la produttività delle risorse.
La nostra sfida è quella di utilizzare meno di quello che abbiamo per ottenere lo stesso, o anche di più. Per ridurre l'impatto ambientale del consumo e della produzione in tutto il ciclo di vita di prodotti e servizi, pur mantenendo il tenore di vita dei cittadini dell'Ue e migliorando la competitività delle imprese europee. Ciò che noi chiamiamo "disaccoppiamento". Questa sfida coinvolgerà non solo l'innovazione tecnologica, ma cambierà i nostri comportamenti, sia come consumatori che come produttori. Il giusto prezzo potrebbe fare una parte del lavoro, ma dobbiamo anche fare in modo che i consumatori siano consapevoli del loro potere e responsabilità e siano in grado di fare scelte consapevoli. La grande sfida della società è quello di conciliare gli atteggiamenti di consumo più intelligenti con la nostra economia da consumo-dipendenti. I guadagni di efficienza tecnica spesso portano a un maggiore consumo, che erode sia i benefici che l'efficienza. Abbiamo urgente bisogno di sviluppare mezzi per superare questo "effetto rimbalzo".
Ecco perché abbiamo bisogno di strumenti anche sul lato dell'offerta. Dal lato dell'offerta, con la produzione "di più con meno" i prodotti stanno diventando sempre più efficienti in risorse. Per esempio, fissando parametri di riferimento delle prestazioni ambientali, la direttiva Ecodesign ha prodotto una gamma di prodotti più efficienti nella fase di utilizzo, riducendo le emissioni e facendo risparmiare denaro ai cittadini dell'Ue. Le prime 9 misure adottate dell'Ecodesign, entro il 2020 consentiranno risparmi annui pari a quasi il 13% dell'attuale consumo di elettricità nell'Ue. Ciò significa che questo strumento da solo sta portando l'Ue più vicina al suo 2020 energy efficiency target. Provate solo a immaginare che si ottengano questo tipo di risultati non solo per l'efficienza energetica, ma anche per una più ampia 'efficienza delle risorse.
Dal lato della domanda, un'altra opportunità per rendere migliore il nostro lavoro per le politiche di prodotto è quello di allineare European Ecolabel, Energy Label ed I criteri del Green Public Procurement, creando così un mercato più ampio, più accessibile e semplificato per i prodotti sostenibili. Il 15% del Pil dell'Unione europea, che viene speso dalle autorità pubbliche dovrebbero essere utilizzato per dare una spinta ai prodotti e servizi innovativi ed efficienti in risorse.
Come in ogni trasformazione economica ci saranno vincitori e vinti . Per coloro che sono più avanti nella curva sarà una immensa opportunità. I vincitori saranno quelli che stanno sviluppando e utilizzando nuovi materiali, materiali riciclati e materiali rinnovabili non tossici. I vincitori saranno quelli che stanno adottando nuovi e innovativi modelli di business come il leasing.
Per quanto riguarda i perdenti, ... beh la mia convinzione è che se ci prepariamo ora ai limiti delle risorse per il futuro, in modo prevedibile e controllato, il dolore sarà molto minore che se chiudiamo gli occhi fino a quando non avremo raggiunto la carenza reale e le impennate dei prezzi.
L'industria tedesca avrà molti vincitori. La Germania è all'avanguardia in molte tecnologie e servizi verdi. Questo è stato incoraggiato da obiettivi ambiziosi in materia di energia rinnovabili, dallo sviluppo di mercati per i prodotti verdi e da politiche lungimiranti. E guardando fuori della Germania e dell'Europa, che dire dei vincitori e perdenti nell'economia globale? Mentre ci prepariamo per il prossimo Earth Summit a Rio nel giugno 2012, possiamo convincere i Paesi sviluppati e quelli meno sviluppati che hanno un interesse comune nel prendersi cura delle risorse del nostro pianeta?
La crescita economica in questo secolo sarà più marcata nelle economie emergenti, dove c'è il potenziale per far uscire miliardi di persone dalla povertà. Ma una cosa è certa: questo non potrà mai accadere se i Paesi in via di sviluppo seguiranno semplicemente il modello di sviluppo odierno dei paesi ricchi. Come ho già detto, l'approccio che ha funzionato nel XIX secolo non lo farà nel XXI, accelerando il degrado del nostro ambiente già fragile e il peggioramento del cambiamento climatico.
La risposta non è quella di rallentare la crescita, ma di lavorare per il giusto tipo di crescita, per economie con crescita e sviluppo sicuri, per migliorare il benessere umano, combattere la povertà e preservare il capitale naturale dal quale tutti dipendiamo. Vuol dire costruire sulla gestione sostenibile del capitale naturale nel mondo in via di sviluppo, facendo uso di soluzioni low carbon ed efficienti in risorse ed intensificando gli sforzi per promuovere modelli sostenibili di consumo e di produzione.
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