mercoledì, settembre 28, 2011
La “Tobin tax” europea non sconvolge il mondo della speculazione. Eppure c'è chi rema contro.

PeaceReporter - I mercati finanziari non hanno battuto ciglio di fronte all'atteso discorso del presidente della Commissione Europea Barroso, che ha annunciato una futura tassa sulle transazioni finanziarie che dovrebbe svolgere la doppia funzione di scoraggiare la speculazione e fare cassa per gli Stati e le loro economie in difficoltà. "È normale che sia così - commenta il trader di Piazza Affari, Niccolò Mancini - la misura è prevista solo a partire dal 2014.

Questo è un segnale che viene lanciato, più che una riforma vera e propria: occhio che stiamo mettendo mano alla speculazione, ve lo diciamo per tempo."
E che la paventata "Tobin tax"- che di Tobin ha poco, visto che negli anni Settanta si parlava di tassare solo il mercato azionario - non faccia paura, lo dimostrano anche commenti comparsi in tempo reale su The Hawk Trader, un sito/forum su cui gli operatori di Borsa commentano le loro strategie quotidiane: "Si legge in giro che [la tassa] partirà dal 2014 e sui derivati europei sarà pari allo 0.01 per cento: sul dax 14 euro, stoxx 2.2 euro, ftmib 7.5 euro [sono indici di borsa europei sui futures, ndr]. Se è vero che parte nel 2014, non mi preoccuperei per ora..."

Un avvertimento che la politica fa alla finanza più aggressiva. Ma un avvertimento "da amici", quasi a voler rassicurare più che a imporre regole.
All'atto pratico servirà a ripianare i conti e a scongiurare attacchi speculativi contro lavoro e welfare? Barroso parla di un ricavo di 55 miliardi di euro all'anno, ma sarà tutto da scoprire. Per ora si apprende che la tassa non colpirà il mercato primario, cioè le aste dei titoli di Stato.
"In pratica, più ti muovi, e ti muovi velocemente, più vieni tassato - spiega Mancini - mentre chi investe sul lungo periodo non viene di fatto colpito, perché una tassa dello 0.01 per cento [una delle ipotesi allo studio, ndr] non incide assolutamente".
Una tassa sulla speculazione, dunque, quella delle vendite allo scoperto che in poche ore bruciano o fanno accumulare capitali.
"In realtà ci vorrebbe una riforma più complessiva - continua il trader - bisognerebbe alzare le garanzie che un investitore deve dare per movimentare i prodotti derivati. E poi bisognerebbe fare in modo che i credit default swap, cioè prodotti derivati che in pratica fungono da assicurazione sui propri titoli, possano essere acquistati solo da chi ha effettivamente una posizione da difendere. Per esempio, se uno ha in mano molti titoli portoghesi che sono a rischio."

Perché al G20 non si trova un accordo sulla novella Tobin tax e perché alcuni governi, anche di Stati in difficoltà come il nostro, temporeggiano?
"Perché come diceva il trader intervistato da Bbc - non si sa chi sia e si ipotizza perfino che sia un attore messo lì apposta non si sa da chi - ci sono banche e istituzioni finanziarie, come Goldman Sachs, che hanno una tale potenza a livello di lobby trasversali, che alcuni Stati agiscono in base ai loro interessi e impediscono che si faccia una vera riforma: i casi più evidenti sono Stati Uniti e Gran Bretagna."

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