Gli ambientalisti Usa "inorriditi" dalle retromarce di Barack Obama sulla legge contro l'inquinamento
«L'aria pulita dovrà aspettare, Obama ritarda la protezione contro lo smog almeno fino al 2013. Le pressioni degli inquinatori impediscono di proteggere i nostri dall'aria sporca e dall'asma».
GreenReport - E' riassumibile così la durissima reazione delle associazioni ambientaliste statunitensi alla richiesta che il presidente Usa Barack Obama ha fatto all' Environmental protection agency (Epa) di ritirare gli Ozone national ambient air quality standards che dovevano proteggere gli americani dall'inquinamento atmosferico. Sarah Hodgdon del Sierra Club, conservation director di Sierra Club , ha definito la decisione di Obama «Scioccante e deludente per tutti noi che vogliamo respirare aria pulita» e presa per favorire le Big Oil ed i Kng Carbon.
Qualche giorno fa Noam Chomsky scriveva su "Internazionale" in un articolo significativamente intitolato "La resa di Obama": «Il peso delle grandi aziende sulla politica statunitense ha raggiunto un livello tale che ormai entrambi i partiti sono schierati molto più a destra della popolazione», ma nessuno pensava che i continui cedimenti di Obama alle lobby ed ai repubblicani che lo ricattano al Congresso arrivassero al punto di prendere letteralmente a schiaffi in faccia una bella fetta dell'elettorato che l'ha portato alla Casa Bianca con una campagna sui social media e porta a porta.
Tra questi c'è sicuramente Sierra Club, la più grande e diffusa associazione ambientalista Usa, con un milione e mezzo di attivisti, che ha sostenuto Obama nella campagna elettorale e poi lo ha difeso anche nei momenti peggiori. Ora la pazienza degli ambientalisti sembra finita: un grande sostenitore del Presidente Usa, il direttore di Sierra Club Michael Brune, ha detto: «Sierra Club condanna la decisione dell'Amministrazione Obama di ritardare l'attuazione delle tanto attese protezioni cruciali contra lo smog, un contaminante acido che quando viene inalato è come ricevere un eritema solare nei polmoni. Mettendo al primo posto gli interessi degli inquinatori del v carbone e del petrolio, la Casa Bianca sembra volerci dire che «"L'aria pulita può aspettare". Un'economia vigorosa richiede aria pulita e gente in salute e queste protezioni contro lo smog avrebbero migliorato le nostre comunità e risparmiato milioni di dollari in danni alla salute . La metà delle famiglie del Paese vive in aree dove è letteralmente insano respirare e questa ritirata non libererà i nostri bambini dagli inalatori contro l'asma. Ringraziamo gli scienziati ed i professionisti della salute pubblica dell'Epa per il loro impegno per la scienza ed aspettiamo con ansia il giorno in cui le protezioni contro l'inquinamento dell'aria eviteranno migliaia di morti premature e decine di migliaia di attacchi d'asma. Sierra Club ed i milioni di persone che hanno sofferto le conseguenze dei giorni di allarme rosso ed arancione dovuti all'inquinamento in questa estate di temperature record, seguiteranno a spingere l'Amministrazione Obama affinché migliori queste protezioni, per salvare vite e pulire l'aria di tutti».
Nella sua dichiarazione sugli Ozone national ambient air quality standards che ha scatenato proteste e manifestazioni, Obama aveva tentato di indorare l'amarissima pillola del cedimento alle King Coal ed alle Big Oil: «Negli ultimi due anni e mezzo, la mia amministrazione, sotto la guida del direttore dell'Epa, Lisa Jackson, ha preso alcuni delle più forti azioni, poiché l'emanazione del Clean Air Act, di quattro decenni fa, proteggesse il nostro ambiente e la salute delle nostre famiglie dall'inquinamento dell'aria. Dalla riduzione di mercurio e di altre sostanze inquinanti tossiche emesse dalle centrali obsolete, al raddoppio dell'efficienza dei carburante delle nostre auto e camion, i passio storici che abbiamo fatto salveranno decine di migliaia di vite ogni anno, rimuoveranno oltre un miliardo di tonnellate di inquinamento dalla nostra aria e produrranno centinaia di miliardi di dollari in benefici per il popolo americano. Allo stesso tempo, ho continuato a sottolineare l'importanza di ridurre gli oneri normativi e l'incertezza normativa, in particolare quando la nostra economia continua a recuperare. Con questo in mente, e dopo un attento esame, ho chiesto all'amministratore Jackson di ritirare per il momento il progetto Ozone national ambient air quality standards. E' già in corso il lavoro di aggiornamento di una revisione scientifica del 2006 che comporterà il riesame dell' ozone standard nel 2013. In definitiva, non ho il supporto per chiedere ai governi statali e locali di iniziare ad attuare un nuovo standard che sarà presto riconsiderato. Voglio essere chiaro: il mio impegno e l'impegno della mia amministrazione per la tutela della salute pubblica e l'ambiente è incrollabile. Io continuerò a stare con gli uomini e le donne operosi dell'Epa mentre si sforzano ogni giorno per individuare i responsabili dell'inquinamento e per proteggere le nostre famiglie dagli inquinamento dannoso. E la mia amministrazione continuerà ad opporsi vigorosamente agli sforzi per indebolire l'autorità dell'Epa all'interno del Clean Air Act e per demolire gli sforzi che abbiamo fatto».
Peccato che, secondo Greenpeace Usa, «Le corporation inquinanti non devono preoccuparsi di demolire il Clean Air Act , sembra che il presidente Obama lo stia facendo per loro. Mentre gli americani si preparavano per un weekend dio vacanza, il Presidente Obama ha annunciato che non ha intenzione di far rispettare una legge, che avrebbe impedito 12.000 morti ogni anno, per proteggere gli americani dall'inquinamento da ozono. Il Presidente, insieme alle Big Oil ed alle altre imprese inquinatrici, i cui interessi sta servendo questa decisione, speravano che non lo notassimo. Peccato. Noi siamo attenti e il presidente deve sapere che mettere migliaia di vite americane inutilmente a rischio è stata un errore politico serio».
Anche alcuni dei democratici più scafati hanno subito preso le distanze dalla decisione di Obama. Ed Markey, un deputato democratico che fa parte dell' House Energy and Commerce committee, ha detto: «Sono deluso dal fatto che il Presidente ha scelto di ritardare ulteriormente importanti protezioni per l'aria pulita che avrebbe contribuito a prevenire le malattie respiratorie e cardiache in migliaia di americani».
E Phlip Radford, direttore esecutivo di Greenpeace Usa, aggiunge: «Anch'io sono deluso nella decisione del Presidente di scegliere di consentire all'industria di continuare ad usare i nostri cieli come una discarica per gli inquinanti tossici per la salute del popolo americano. Inviamo, subito, al presidente una lettera per fargli sapere che stiamo tenendo conto di lui per la sua decisione di non applicare le protezioni contro l'inquinamento da ozono, che avrebbero salvato 12.000 vite americane. Durante la campagna elettorale il Presidente ne ha parlato molto, ritenendo le corporations responsabili. Questa decisione di oggi è l'opposto di tutto questo. Sta di fatto facendo il lavoro sporco per loro. E come risultato tutti noi ne soffriremo. Se permettiamo questa decisione resti, prepareremo la strada perché il Presidente a continui a rigettare la protezione ambientale senza conseguenze. Sia che si tratti della Keystone XL Pipeline dalle sabbie bituminose in Canada che di continuare a lasciare gli inquinatori fuori dai guai per l'inquinamento delle ciminiere».
Il cedimento di Obama, che doveva rivedere i precedenti standard fissati da George w. Bush, è evidente: gruppi neo-con ed apertamente eco-scettici hanno scatenato la loro macchine di lobbying per proteggere i loro profitti. Il New York Times spiega così la situazione: «I leader dei più importanti gruppi imprenditoriali, tra i quali United States Chamber of Commerce, la National Association of Manufacturers, l'American Petroleum Institute e Business Roundtable, hanno incontrato la signora Jackson e alti funzionari della Casa Bianca all'inizio di questa estate, cercando di moderare, ritardare o uccidere la regolamentazione. Hanno detto a William Daley, il capo dello staff della Casa Bianca, che il regolamento sarebbe molto costoso per l'industria e avrebbe fatto male alle possibilità di rielezione di Obama».
Radford è durissimo: «Obama ha scelto di evadere la sua responsabilità legale e morale di proteggere gli americani, per soddisfare questi interessi corporativi. Non è troppo tardi. Una protesta rapida e massiccia da parte degli americani comuni, può convincere il presidente a cambiare idea e a mettere la salute delle persone sopra la "bottom line" delle industrie che inquinano la Nazione».
GreenReport - E' riassumibile così la durissima reazione delle associazioni ambientaliste statunitensi alla richiesta che il presidente Usa Barack Obama ha fatto all' Environmental protection agency (Epa) di ritirare gli Ozone national ambient air quality standards che dovevano proteggere gli americani dall'inquinamento atmosferico. Sarah Hodgdon del Sierra Club, conservation director di Sierra Club , ha definito la decisione di Obama «Scioccante e deludente per tutti noi che vogliamo respirare aria pulita» e presa per favorire le Big Oil ed i Kng Carbon.
Qualche giorno fa Noam Chomsky scriveva su "Internazionale" in un articolo significativamente intitolato "La resa di Obama": «Il peso delle grandi aziende sulla politica statunitense ha raggiunto un livello tale che ormai entrambi i partiti sono schierati molto più a destra della popolazione», ma nessuno pensava che i continui cedimenti di Obama alle lobby ed ai repubblicani che lo ricattano al Congresso arrivassero al punto di prendere letteralmente a schiaffi in faccia una bella fetta dell'elettorato che l'ha portato alla Casa Bianca con una campagna sui social media e porta a porta.
Tra questi c'è sicuramente Sierra Club, la più grande e diffusa associazione ambientalista Usa, con un milione e mezzo di attivisti, che ha sostenuto Obama nella campagna elettorale e poi lo ha difeso anche nei momenti peggiori. Ora la pazienza degli ambientalisti sembra finita: un grande sostenitore del Presidente Usa, il direttore di Sierra Club Michael Brune, ha detto: «Sierra Club condanna la decisione dell'Amministrazione Obama di ritardare l'attuazione delle tanto attese protezioni cruciali contra lo smog, un contaminante acido che quando viene inalato è come ricevere un eritema solare nei polmoni. Mettendo al primo posto gli interessi degli inquinatori del v carbone e del petrolio, la Casa Bianca sembra volerci dire che «"L'aria pulita può aspettare". Un'economia vigorosa richiede aria pulita e gente in salute e queste protezioni contro lo smog avrebbero migliorato le nostre comunità e risparmiato milioni di dollari in danni alla salute . La metà delle famiglie del Paese vive in aree dove è letteralmente insano respirare e questa ritirata non libererà i nostri bambini dagli inalatori contro l'asma. Ringraziamo gli scienziati ed i professionisti della salute pubblica dell'Epa per il loro impegno per la scienza ed aspettiamo con ansia il giorno in cui le protezioni contro l'inquinamento dell'aria eviteranno migliaia di morti premature e decine di migliaia di attacchi d'asma. Sierra Club ed i milioni di persone che hanno sofferto le conseguenze dei giorni di allarme rosso ed arancione dovuti all'inquinamento in questa estate di temperature record, seguiteranno a spingere l'Amministrazione Obama affinché migliori queste protezioni, per salvare vite e pulire l'aria di tutti».
Nella sua dichiarazione sugli Ozone national ambient air quality standards che ha scatenato proteste e manifestazioni, Obama aveva tentato di indorare l'amarissima pillola del cedimento alle King Coal ed alle Big Oil: «Negli ultimi due anni e mezzo, la mia amministrazione, sotto la guida del direttore dell'Epa, Lisa Jackson, ha preso alcuni delle più forti azioni, poiché l'emanazione del Clean Air Act, di quattro decenni fa, proteggesse il nostro ambiente e la salute delle nostre famiglie dall'inquinamento dell'aria. Dalla riduzione di mercurio e di altre sostanze inquinanti tossiche emesse dalle centrali obsolete, al raddoppio dell'efficienza dei carburante delle nostre auto e camion, i passio storici che abbiamo fatto salveranno decine di migliaia di vite ogni anno, rimuoveranno oltre un miliardo di tonnellate di inquinamento dalla nostra aria e produrranno centinaia di miliardi di dollari in benefici per il popolo americano. Allo stesso tempo, ho continuato a sottolineare l'importanza di ridurre gli oneri normativi e l'incertezza normativa, in particolare quando la nostra economia continua a recuperare. Con questo in mente, e dopo un attento esame, ho chiesto all'amministratore Jackson di ritirare per il momento il progetto Ozone national ambient air quality standards. E' già in corso il lavoro di aggiornamento di una revisione scientifica del 2006 che comporterà il riesame dell' ozone standard nel 2013. In definitiva, non ho il supporto per chiedere ai governi statali e locali di iniziare ad attuare un nuovo standard che sarà presto riconsiderato. Voglio essere chiaro: il mio impegno e l'impegno della mia amministrazione per la tutela della salute pubblica e l'ambiente è incrollabile. Io continuerò a stare con gli uomini e le donne operosi dell'Epa mentre si sforzano ogni giorno per individuare i responsabili dell'inquinamento e per proteggere le nostre famiglie dagli inquinamento dannoso. E la mia amministrazione continuerà ad opporsi vigorosamente agli sforzi per indebolire l'autorità dell'Epa all'interno del Clean Air Act e per demolire gli sforzi che abbiamo fatto».
Peccato che, secondo Greenpeace Usa, «Le corporation inquinanti non devono preoccuparsi di demolire il Clean Air Act , sembra che il presidente Obama lo stia facendo per loro. Mentre gli americani si preparavano per un weekend dio vacanza, il Presidente Obama ha annunciato che non ha intenzione di far rispettare una legge, che avrebbe impedito 12.000 morti ogni anno, per proteggere gli americani dall'inquinamento da ozono. Il Presidente, insieme alle Big Oil ed alle altre imprese inquinatrici, i cui interessi sta servendo questa decisione, speravano che non lo notassimo. Peccato. Noi siamo attenti e il presidente deve sapere che mettere migliaia di vite americane inutilmente a rischio è stata un errore politico serio».
Anche alcuni dei democratici più scafati hanno subito preso le distanze dalla decisione di Obama. Ed Markey, un deputato democratico che fa parte dell' House Energy and Commerce committee, ha detto: «Sono deluso dal fatto che il Presidente ha scelto di ritardare ulteriormente importanti protezioni per l'aria pulita che avrebbe contribuito a prevenire le malattie respiratorie e cardiache in migliaia di americani».
E Phlip Radford, direttore esecutivo di Greenpeace Usa, aggiunge: «Anch'io sono deluso nella decisione del Presidente di scegliere di consentire all'industria di continuare ad usare i nostri cieli come una discarica per gli inquinanti tossici per la salute del popolo americano. Inviamo, subito, al presidente una lettera per fargli sapere che stiamo tenendo conto di lui per la sua decisione di non applicare le protezioni contro l'inquinamento da ozono, che avrebbero salvato 12.000 vite americane. Durante la campagna elettorale il Presidente ne ha parlato molto, ritenendo le corporations responsabili. Questa decisione di oggi è l'opposto di tutto questo. Sta di fatto facendo il lavoro sporco per loro. E come risultato tutti noi ne soffriremo. Se permettiamo questa decisione resti, prepareremo la strada perché il Presidente a continui a rigettare la protezione ambientale senza conseguenze. Sia che si tratti della Keystone XL Pipeline dalle sabbie bituminose in Canada che di continuare a lasciare gli inquinatori fuori dai guai per l'inquinamento delle ciminiere».
Il cedimento di Obama, che doveva rivedere i precedenti standard fissati da George w. Bush, è evidente: gruppi neo-con ed apertamente eco-scettici hanno scatenato la loro macchine di lobbying per proteggere i loro profitti. Il New York Times spiega così la situazione: «I leader dei più importanti gruppi imprenditoriali, tra i quali United States Chamber of Commerce, la National Association of Manufacturers, l'American Petroleum Institute e Business Roundtable, hanno incontrato la signora Jackson e alti funzionari della Casa Bianca all'inizio di questa estate, cercando di moderare, ritardare o uccidere la regolamentazione. Hanno detto a William Daley, il capo dello staff della Casa Bianca, che il regolamento sarebbe molto costoso per l'industria e avrebbe fatto male alle possibilità di rielezione di Obama».
Radford è durissimo: «Obama ha scelto di evadere la sua responsabilità legale e morale di proteggere gli americani, per soddisfare questi interessi corporativi. Non è troppo tardi. Una protesta rapida e massiccia da parte degli americani comuni, può convincere il presidente a cambiare idea e a mettere la salute delle persone sopra la "bottom line" delle industrie che inquinano la Nazione».
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