Dialogo con Fulvio Vassallo Paleologo, professore di Diritto di Asilo e stato costituzionale dello straniero, sul centro di Pozzallo dove i migranti non hanno diritti
PeaceReporter - All'interno del Cspa di Pozzallo i migranti non hanno diritti. Intrattenuti illegalmente in questa struttura non idonea spesso si ribellano. E hanno ragione. Nell'agosto appena passato alcuni casi di violenza hanno fatto salire agli onori delle cronache questo piccolo paese del ragusano, dove gli sbarchi avvengono regolarmente. "Sono almeno sei mesi che scrivo per rendere nota a tutti la situazione riguardante il Cpsa di Pozzallo (Ragusa)" dice Fulvio Vassallo Paleologo, professore di Diritto privato e Diritto di asilo e statuto costituzionale dello straniero presso la Facoltà di giurisprudenza dell'Università di Palermo.
"Il fatto davvero eclatante è avvenuto due giorni fa quando hanno portato cittadini tunisini che stavano espellendo verso la Tunisia provenienti da Lampedusa. Cinquanta persone sono rimaste ferme in aeroporto. Altrettante al porto e poi abbiamo saputo che i primi sono stati portati a Pozzallo e gli altri nuovamente a Lampedusa. Di fatto, quindi, entrambi i cpsa sono utilizzati come centri di intrattenimento a tempo indeterminato senza alcuna garanzia, come invece sarebbe previsto dalla legge" continua il professore.
Ci sono stati casi di violenze e di arresti alcuni avvocati cercano di lavorare ai casi dei migranti ma con molta difficoltà. "La cosa che fa pensare - dice Vassallo - è che questi sono luoghi di intrattenimento informale, non ci sono provvedimenti che si possono impugnare. Questo è un problema perchè così le tutele giuridiche non si possono esercitare; il diritto di difesa non si può far valere perchè non c'è un provvedimento formale di trattenimento. Non c'è la convalida del giudice, in sostanza non c'è nulla".
Per quanto riguarda la situazione a Pozzallo, Vassallo è chiaro. "E' un hangar in pratica. Un capannone gigante sito nella zona industriale del porto di Pozzallo. Non ha nulla di adeguato per la permanenza di persone per più di 48-96 ore. Invece in quel centro le persone ci restano anche un mese. E comunque sicuramente più di tre settimane e poi alcuni vengono trasferiti nei Cie. Perchè in realtà i luoghi come Pozzallo nascono con il prolungamento a diciotto mesi della detenzione amministrativa, praticamente è come se avessero chiuso i Cie. Quindi c'è stata la necessità di utilizzare luoghi informali in prossimità delle frontiere per trattenere immigrati che in altri tempi sarebbero finiti direttamente in un Centro di Identificazione e Espulsione, perchè magari non presentavano domanda di asilo, perchè migranti economici, perchè tunisini, anche se le categorie non si sovrappongono e ci dovrebbero essere anche cittadini tunisini in grado di fare la richiesta d'asilo. Poi però i luoghi come Pozzallo, la caserma Barone a Pantelleria, sono tutti luoghi di sbarco e quindi di prima accoglienza che sono stati usati come strutture detentive in quanto il messaggio che si voleva mandare è che l'Italia effettuava direttamente le espulsioni e non permetteva nemmeno l'ingresso nel territorio. Anche perchè a tutti gli effetti questi luoghi sono in Italia ma è come se le leggi e le norme italiane, così come quelle europee, non fossero in vigore. Ecco sono come dei luoghi Off Shore, rispetto all'applicazione delle regole del diritto che sono previste dal nostro ordinamento per gli immigrati irregolari e anche dall'ordinamento comunitario che prevede come codice delle frontiere Schenghen del 2006 tutta una serie di formalità e garanzie anche per i casi di respingimento in frontiera delle persone" conclude Vassallo Paleologo.
PeaceReporter - All'interno del Cspa di Pozzallo i migranti non hanno diritti. Intrattenuti illegalmente in questa struttura non idonea spesso si ribellano. E hanno ragione. Nell'agosto appena passato alcuni casi di violenza hanno fatto salire agli onori delle cronache questo piccolo paese del ragusano, dove gli sbarchi avvengono regolarmente. "Sono almeno sei mesi che scrivo per rendere nota a tutti la situazione riguardante il Cpsa di Pozzallo (Ragusa)" dice Fulvio Vassallo Paleologo, professore di Diritto privato e Diritto di asilo e statuto costituzionale dello straniero presso la Facoltà di giurisprudenza dell'Università di Palermo.
"Il fatto davvero eclatante è avvenuto due giorni fa quando hanno portato cittadini tunisini che stavano espellendo verso la Tunisia provenienti da Lampedusa. Cinquanta persone sono rimaste ferme in aeroporto. Altrettante al porto e poi abbiamo saputo che i primi sono stati portati a Pozzallo e gli altri nuovamente a Lampedusa. Di fatto, quindi, entrambi i cpsa sono utilizzati come centri di intrattenimento a tempo indeterminato senza alcuna garanzia, come invece sarebbe previsto dalla legge" continua il professore.
Ci sono stati casi di violenze e di arresti alcuni avvocati cercano di lavorare ai casi dei migranti ma con molta difficoltà. "La cosa che fa pensare - dice Vassallo - è che questi sono luoghi di intrattenimento informale, non ci sono provvedimenti che si possono impugnare. Questo è un problema perchè così le tutele giuridiche non si possono esercitare; il diritto di difesa non si può far valere perchè non c'è un provvedimento formale di trattenimento. Non c'è la convalida del giudice, in sostanza non c'è nulla".
Per quanto riguarda la situazione a Pozzallo, Vassallo è chiaro. "E' un hangar in pratica. Un capannone gigante sito nella zona industriale del porto di Pozzallo. Non ha nulla di adeguato per la permanenza di persone per più di 48-96 ore. Invece in quel centro le persone ci restano anche un mese. E comunque sicuramente più di tre settimane e poi alcuni vengono trasferiti nei Cie. Perchè in realtà i luoghi come Pozzallo nascono con il prolungamento a diciotto mesi della detenzione amministrativa, praticamente è come se avessero chiuso i Cie. Quindi c'è stata la necessità di utilizzare luoghi informali in prossimità delle frontiere per trattenere immigrati che in altri tempi sarebbero finiti direttamente in un Centro di Identificazione e Espulsione, perchè magari non presentavano domanda di asilo, perchè migranti economici, perchè tunisini, anche se le categorie non si sovrappongono e ci dovrebbero essere anche cittadini tunisini in grado di fare la richiesta d'asilo. Poi però i luoghi come Pozzallo, la caserma Barone a Pantelleria, sono tutti luoghi di sbarco e quindi di prima accoglienza che sono stati usati come strutture detentive in quanto il messaggio che si voleva mandare è che l'Italia effettuava direttamente le espulsioni e non permetteva nemmeno l'ingresso nel territorio. Anche perchè a tutti gli effetti questi luoghi sono in Italia ma è come se le leggi e le norme italiane, così come quelle europee, non fossero in vigore. Ecco sono come dei luoghi Off Shore, rispetto all'applicazione delle regole del diritto che sono previste dal nostro ordinamento per gli immigrati irregolari e anche dall'ordinamento comunitario che prevede come codice delle frontiere Schenghen del 2006 tutta una serie di formalità e garanzie anche per i casi di respingimento in frontiera delle persone" conclude Vassallo Paleologo.
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