Dopo il debito sovrano tocca a sei Regioni e tre Comuni oltre alla Provincia di Roma
PeaceReporter - Dopo il taglio del rating al debito sovrano, tocca a 11 enti locali italiani subire la stessa sorte. La città di Bologna, la provincia di Mantova, la regione Marche, la Provincia di Roma, la Regione Sicilia, la Regione Emilia Romagna, la Regione Friuli Venezia Giulia, la Città di Genova, la Regione Liguria, la città di Milano e la regione Umbria sono state declassate da A+ ad A dall’agenzia Standard & Poor’s. Anche l’outlook, la previsione futura dell’affidabilità creditizia, è negativo.
“Mi pare che fosse già preventivato” ha dichiarato al Corriere della sera l’assessore al Bilancio del Comune di Milano Bruno Tabacci, secondo cui il downgrade degli enti locali è conseguenza delle decisioni precedenti adottata da Standard & Poor’s nei confronti del debito e degli istituti di credito italiani. Eppure qualcuno si è salvato: “Io sono stato fra quelli che ha segnalato problemi”, si è difeso l’assessore meneghino.
Intanto, gli istituti bancari trascinano da segno - a segno + l'andamento della Borsa di Milano, in particolare Unicredit (con un +3,31 percento), Banca Popolare di Milano (+3,41 percento), Intesa San Paolo (+5,04 percento). Stentano ancora i titoli Fiat (-0,5 percento), Saipem (-3,48 percento) e Ansaldo (-3,14 percento).
PeaceReporter - Dopo il taglio del rating al debito sovrano, tocca a 11 enti locali italiani subire la stessa sorte. La città di Bologna, la provincia di Mantova, la regione Marche, la Provincia di Roma, la Regione Sicilia, la Regione Emilia Romagna, la Regione Friuli Venezia Giulia, la Città di Genova, la Regione Liguria, la città di Milano e la regione Umbria sono state declassate da A+ ad A dall’agenzia Standard & Poor’s. Anche l’outlook, la previsione futura dell’affidabilità creditizia, è negativo.
“Mi pare che fosse già preventivato” ha dichiarato al Corriere della sera l’assessore al Bilancio del Comune di Milano Bruno Tabacci, secondo cui il downgrade degli enti locali è conseguenza delle decisioni precedenti adottata da Standard & Poor’s nei confronti del debito e degli istituti di credito italiani. Eppure qualcuno si è salvato: “Io sono stato fra quelli che ha segnalato problemi”, si è difeso l’assessore meneghino.
Intanto, gli istituti bancari trascinano da segno - a segno + l'andamento della Borsa di Milano, in particolare Unicredit (con un +3,31 percento), Banca Popolare di Milano (+3,41 percento), Intesa San Paolo (+5,04 percento). Stentano ancora i titoli Fiat (-0,5 percento), Saipem (-3,48 percento) e Ansaldo (-3,14 percento).
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