L’Ong LVIA, presente da più di quarant’anni nel Corno d’Africa, risponde ai bisogni della popolazione colpita dalla siccità nel nord del Kenya e in Etiopia meridionale
Etiopia, Kenya, Somalia, Gibuti: nel Corno d'Africa la fortissima siccità sta mettendo in ginocchio 10 milioni di persone. Si tratta della più grave crisi degli ultimi 60 anni, in questa parte di mondo che soffre perennemente a causa delle scarse piogge. “Le ultime due stagioni sono state durissime - spiega Italo Rizzi, direttore dell’ONG LVIA, presente in Kenya e in Etiopia in aree fortemente a rischio – La drammatica penuria delle piogge ha causato raccolti sempre più scarsi e morte dei capi di bestiame. Per le popolazioni dell’area, che vivono di agricoltura e soprattutto di pastorizia, è una catastrofe. Siamo sull’orlo di una crisi umanitaria e in attesa della prossima stagione delle piogge, prevista per ottobre-novembre, il pericolo è che la situazione si aggravi ulteriormente”.
Un cooperante sul campo, ci spiega: “Tutti gli anni questo è un periodo molto difficile per le popolazioni perché, tendenzialmente, le famiglie hanno terminato le scorte alimentari e non hanno abbastanza denaro per comprarsi da mangiare. Questo accade perché abitualmente i prodotti agricoli si vendono subito dopo la raccolta, ad un prezzo di mercato molto basso. Quest’anno la situazione è drammatica, i prezzi dei generi alimentari sono aumentati moltissimo, anche a causa del fallimento delle ultime due stagioni agricole, e il numero di bambini affetti da malnutrizione è aumentato fortemente nelle aree dove operiamo, come abbiamo constatato durante le visite presso i centri di salute. Come LVIA stiamo facendo un lavoro con le comunità agro-pastorali affinché possano essere più competitive sui mercati e questo è un processo che nel lungo temine dovrebbe favorire la sicurezza alimentare e l’uscita dalla povertà. Nell’immediato ci stiamo organizzando con azioni di emergenza volte alla distribuzione di alimenti per le famiglie più vulnerabili”.
L`Agenzia delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari Umanitari stima in più di 6 milioni le persone colpite in Kenya e in Etiopia dalla siccità e dalla malnutrizione. Ci si aspetta una produzione alimentare dimezzata: il prezzo degli alimenti di base come il riso e il mais ha raggiunto livelli record in alcune zone, e in molte aree le risorse idriche sono messe a dura prova. Migliaia di persone si stanno spostando verso regioni e paesi confinanti. Elisabetta Tonin, responsabile progetti in Kenya della LVIA, riferisce: “Operiamo nel Meru, un'area molto prossima a quella di emergenza. Qui iniziano ad arrivare le persone in fuga dalla grave siccità, in cerca d’acqua per dissetarsi e abbeverare il bestiame. E’ in quest’area che stiamo operando per completare la costruzione di acquedotti e nuovi punti d’acqua. La situazione diverrà insostenibile se non saranno realizzati importanti interventi d’urgenza per alleviare la carenza d’acqua: ciò servirà anche a mitigare i potenziali conflitti tra le popolazioni dell’area in una guerra tra poveri per le poche risorse esistenti”.
Per questo la LVIA è impegnata a definire con i partner locali gli interventi chiave per garantire cibo, acqua e condizioni igieniche necessarie a prevenire lo scoppio di epidemie e la malnutrizione, in risposta a questa gravissima carestia in Kenya e Etiopia, da affiancare agli interventi di sviluppo.
Tutti possono sostenere l’attività della LVIA attraverso una donazione con
Causale “emergenza siccità Corno d’Africa” su c\c presso Banca Etica
IBAN: IT49 L050 1801 0000 0000 0106 428 - o su c/c postale n. 14343123
Intestazione: LVIA –Associazione Internazionale Volontari Laici – C.so IV Novembre, 28 - 12100 Cuneo -
Etiopia, Kenya, Somalia, Gibuti: nel Corno d'Africa la fortissima siccità sta mettendo in ginocchio 10 milioni di persone. Si tratta della più grave crisi degli ultimi 60 anni, in questa parte di mondo che soffre perennemente a causa delle scarse piogge. “Le ultime due stagioni sono state durissime - spiega Italo Rizzi, direttore dell’ONG LVIA, presente in Kenya e in Etiopia in aree fortemente a rischio – La drammatica penuria delle piogge ha causato raccolti sempre più scarsi e morte dei capi di bestiame. Per le popolazioni dell’area, che vivono di agricoltura e soprattutto di pastorizia, è una catastrofe. Siamo sull’orlo di una crisi umanitaria e in attesa della prossima stagione delle piogge, prevista per ottobre-novembre, il pericolo è che la situazione si aggravi ulteriormente”.
Un cooperante sul campo, ci spiega: “Tutti gli anni questo è un periodo molto difficile per le popolazioni perché, tendenzialmente, le famiglie hanno terminato le scorte alimentari e non hanno abbastanza denaro per comprarsi da mangiare. Questo accade perché abitualmente i prodotti agricoli si vendono subito dopo la raccolta, ad un prezzo di mercato molto basso. Quest’anno la situazione è drammatica, i prezzi dei generi alimentari sono aumentati moltissimo, anche a causa del fallimento delle ultime due stagioni agricole, e il numero di bambini affetti da malnutrizione è aumentato fortemente nelle aree dove operiamo, come abbiamo constatato durante le visite presso i centri di salute. Come LVIA stiamo facendo un lavoro con le comunità agro-pastorali affinché possano essere più competitive sui mercati e questo è un processo che nel lungo temine dovrebbe favorire la sicurezza alimentare e l’uscita dalla povertà. Nell’immediato ci stiamo organizzando con azioni di emergenza volte alla distribuzione di alimenti per le famiglie più vulnerabili”.
L`Agenzia delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari Umanitari stima in più di 6 milioni le persone colpite in Kenya e in Etiopia dalla siccità e dalla malnutrizione. Ci si aspetta una produzione alimentare dimezzata: il prezzo degli alimenti di base come il riso e il mais ha raggiunto livelli record in alcune zone, e in molte aree le risorse idriche sono messe a dura prova. Migliaia di persone si stanno spostando verso regioni e paesi confinanti. Elisabetta Tonin, responsabile progetti in Kenya della LVIA, riferisce: “Operiamo nel Meru, un'area molto prossima a quella di emergenza. Qui iniziano ad arrivare le persone in fuga dalla grave siccità, in cerca d’acqua per dissetarsi e abbeverare il bestiame. E’ in quest’area che stiamo operando per completare la costruzione di acquedotti e nuovi punti d’acqua. La situazione diverrà insostenibile se non saranno realizzati importanti interventi d’urgenza per alleviare la carenza d’acqua: ciò servirà anche a mitigare i potenziali conflitti tra le popolazioni dell’area in una guerra tra poveri per le poche risorse esistenti”.
Per questo la LVIA è impegnata a definire con i partner locali gli interventi chiave per garantire cibo, acqua e condizioni igieniche necessarie a prevenire lo scoppio di epidemie e la malnutrizione, in risposta a questa gravissima carestia in Kenya e Etiopia, da affiancare agli interventi di sviluppo.
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