Da qualche mese è nato un sito web molto interessante, è quello del biologo e insegnate Enzo Pennetta (www.enzopennetta.it). E’ aggiornato abbastanza frequentemente e gli articoli che appaiono sono decisamente da prendere in considerazione.
Uccr - Recentemente Pennetta ha parlato delle dichiarazioni del cosmologo della University College di Londra, Hiranya Peiris, il quale ritiene che studiando la radiazione cosmica di fondo sia possibile provare o meno la teoria del Multiverso, cioè l’esistenza di universi paralleli al nostro. Bisognerà però aspettare il 2013, quando saranno elaborate le osservazioni del Planck telescope. Secondo Peirs «potrebbe fornire all’idea una base più solida, o la confuterebbe»
La teoria del Multiverso, come ha anche spiegato Michele Forastiere presentando il suo libro “Evoluzionismo e cosmologia”, nasce per spiegare l’incredibile quantità di “casualità” che ha permesso la vita nell’Universo e la nascita dell’essere umano.
Come disse Freeman Dyson, infatti sembra proprio che “l’universo ci stava aspettando”, cioè che sia fatto apposta per far nascere la vita. Quest’idea ovviamente, che è poi la questione del “principio antropico“, rimette l’uomo al centro del cosmo, collidendo con l’ipotesi neodarwiniana di un meccanismo che abbia alla base solamente “caso e selezione”.
Per sminuire l’importanza dell’uomo (con ovvi intenti filosofici e anti-teistici) i neodarwinisti hanno dunque postulato l’esistenza di miliardi di altri universi, ciascuno con differenti costanti e leggi fisiche. In questo modo, in mezzo a tanta varietà, sarebbe plausibile trovarne uno con le caratteristiche giuste per la nascita e l’evoluzione della vita. In poche parole -continua Pennetta-, per salvare il caso come unica origine della complessità del vivente, è necessario moltiplicare infinitamente le “partite” giocate dal caso, in modo che almeno una, quella nel nostro universo, dia come risultato la improbabilissima combinazione vincente.
Il tentativo nasce anche sull’evidente e sempre maggiore incompetenza della teoria neodarwiniana di reggere alla modernità, costretta ad aggrapparsi all’indimostrabilità (antiscientifica) dell’esistenza di universi infiniti. Ma se Peiris ha ragione, nel 2013 ci sarà la svolta: o la teoria del multiverso sarà confutata, e allora bisognerà dare una nuova spiegazione al principio antropico o ammettere che l’universo ha una regolazione fine, e dunque postulare sensatamente un progetto teleologico, oppure la teoria del multiverso verrà confermata. Ma anche se fosse non potremo mai sapere nulla su questi altri universi e la questione rimarrà sempre un’ipotesi aleatoria. In ogni caso, conclude il biologo, «saranno tempi difficili per evoluzionisti come Richard Dawkins che dovrà rinunciare ad appoggiarssi all’idea di un multiverso o, nella migliore delle ipotesi, dovrà ammettere di non sapere, e di non poter mai conoscere anche in futuro, cosa esattamente sia avvenuto e ancora avvenga negli altri universi».
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