Oltre mille profughi siriani hanno superato negli ultimi giorni la frontiera con la Turchia per sfuggire a scontri e violenze, aggiungendosi ai 6000 che già si trovavano oltreconfine ospiti in strutture di accoglienza.
Agenzia Misna - Lo riferisce alla MISNA Metin Çorabatir, portavoce dell’Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr), secondo cui solo tra sabato e domenica sono stati registrati 600 nuovi arrivi “in concomitanza con l’intensificarsi di operazioni dell’esercito siriano”. Secondo Çorabatir nei campi si trovano attualmente 7146 persone “tutte in buone condizioni, nonostante la precarietà dell’alloggio”. “Gli ospiti nei campi allestiti dalla Mezzaluna rossa nella provincia di Hatay – conferma alla MISNA Deniz Şölen, portavoce dell’organizzazione – stanno bene e sono accolti in strutture con aree dedicate all’integrazione: dalla scuola di turco al cinema, agli spazi per bambini. Attualmente abbiamo cinque campi attrezzati. Un sesto è stato allestito vicino alla città di Apaydin per accogliere eventuali nuovi ospiti”. La parola “ospite” non è usata a caso: “I siriani accolti – precisa – non sono considerati rifugiati, per cui nessun iter giuridico è stato attivato per il riconoscimento del loro status”.
Dallo scorso marzo la Siria è teatro di proteste antigovernative, spesso represse con la forza da parte del governo. Una situazione che ha avuto conseguenze dirette sulla popolazione civile. Il flusso di profughi verso la Turchia e l’apparente incapacità di Damasco ad avviare un concreto piano di riforme hanno contribuito a minare le relazioni con Ankara. Civili siriani hanno trovato riparo anche in Libano: secondo un recente documento dell’Unhcr a Wadi Khaled, Tall Bire, Halba e Tripoli (località del nord del Libano) si trovano ospiti di campi di accoglienza 3000 persone, un terzo dei quali minori.
Agenzia Misna - Lo riferisce alla MISNA Metin Çorabatir, portavoce dell’Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr), secondo cui solo tra sabato e domenica sono stati registrati 600 nuovi arrivi “in concomitanza con l’intensificarsi di operazioni dell’esercito siriano”. Secondo Çorabatir nei campi si trovano attualmente 7146 persone “tutte in buone condizioni, nonostante la precarietà dell’alloggio”. “Gli ospiti nei campi allestiti dalla Mezzaluna rossa nella provincia di Hatay – conferma alla MISNA Deniz Şölen, portavoce dell’organizzazione – stanno bene e sono accolti in strutture con aree dedicate all’integrazione: dalla scuola di turco al cinema, agli spazi per bambini. Attualmente abbiamo cinque campi attrezzati. Un sesto è stato allestito vicino alla città di Apaydin per accogliere eventuali nuovi ospiti”. La parola “ospite” non è usata a caso: “I siriani accolti – precisa – non sono considerati rifugiati, per cui nessun iter giuridico è stato attivato per il riconoscimento del loro status”.
Dallo scorso marzo la Siria è teatro di proteste antigovernative, spesso represse con la forza da parte del governo. Una situazione che ha avuto conseguenze dirette sulla popolazione civile. Il flusso di profughi verso la Turchia e l’apparente incapacità di Damasco ad avviare un concreto piano di riforme hanno contribuito a minare le relazioni con Ankara. Civili siriani hanno trovato riparo anche in Libano: secondo un recente documento dell’Unhcr a Wadi Khaled, Tall Bire, Halba e Tripoli (località del nord del Libano) si trovano ospiti di campi di accoglienza 3000 persone, un terzo dei quali minori.
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