L'obiettivo è fare pressione sugli Stati affinché ogni vittima venga "registrata prontamente, identificata correttamente e pubblicamente riconosciuta"
PeaceReporter - l thinktank britannico Oxford Research Group ha lanciato un progetto per registrare ogni singola vittima dei conflitti armati. L'ambiziosa iniziativa è stata presentata giovedì 15 settembre alla British Academy e la Carta è già stata sottoscritta da oltre 37 organizzazioni per la difesa dei diritti umani. Tre i principi ispiratori della Carta: la registrazione "immediata" delle vittime, l'identificazione "corretta" e la pubblicazione dei dati raccolti.
Come esplicitato nel testo della Carta, l'obiettivo è fare pressione sugli Stati affinché nessuna morte di civili in un conflitto armato resti nascosta all'opinione pubblica. Il progetto si occupa " egualmente di ogni forma di conflitto armato di criminalità o di ogni infrazione della sicurezza pubblica".
"Ancora troppe vittime muoiono nell'oscurità, senza nome o riconoscimento, la sofferenza e la tragedia della loro perdita è sottratta ai registri pubblici", ha dichiarato uno dei direttori dell'Oxford Research Group
Tra le organizzazioni firmatarie figurano l'Insan, un'associazione che monitora le violenze al momento in atto in Siria e un'associazione serbo-kosovara che ha pubblicato il "Kosovo Memory Book", parte di un progetto più ampio che mira a raccontare la storia di ogni vittima del conflitto in Kosovo dal 1998 al 2000.
Altre associazioni che hanno sottoscritto la Carta sono l'Afghanistan Independent Human Rights Commission, il Genocide Alert, l' Iraq Body Count, il Pakistan Body Count e Nato Watch.
PeaceReporter - l thinktank britannico Oxford Research Group ha lanciato un progetto per registrare ogni singola vittima dei conflitti armati. L'ambiziosa iniziativa è stata presentata giovedì 15 settembre alla British Academy e la Carta è già stata sottoscritta da oltre 37 organizzazioni per la difesa dei diritti umani. Tre i principi ispiratori della Carta: la registrazione "immediata" delle vittime, l'identificazione "corretta" e la pubblicazione dei dati raccolti.
Come esplicitato nel testo della Carta, l'obiettivo è fare pressione sugli Stati affinché nessuna morte di civili in un conflitto armato resti nascosta all'opinione pubblica. Il progetto si occupa " egualmente di ogni forma di conflitto armato di criminalità o di ogni infrazione della sicurezza pubblica".
"Ancora troppe vittime muoiono nell'oscurità, senza nome o riconoscimento, la sofferenza e la tragedia della loro perdita è sottratta ai registri pubblici", ha dichiarato uno dei direttori dell'Oxford Research Group
Tra le organizzazioni firmatarie figurano l'Insan, un'associazione che monitora le violenze al momento in atto in Siria e un'associazione serbo-kosovara che ha pubblicato il "Kosovo Memory Book", parte di un progetto più ampio che mira a raccontare la storia di ogni vittima del conflitto in Kosovo dal 1998 al 2000.
Altre associazioni che hanno sottoscritto la Carta sono l'Afghanistan Independent Human Rights Commission, il Genocide Alert, l' Iraq Body Count, il Pakistan Body Count e Nato Watch.
Tweet |
Sono presenti 0 commenti
Inserisci un commento
Gentile lettore, i commenti contententi un linguaggio scorretto e offensivo verranno rimossi.