martedì, ottobre 11, 2011
Il neurochirurgo potrà operare ‘a quattro mani' da una consolle di comando remota. Ad aiutarlo nei delicatissimi interventi al cervello, due bracci robotici guidati da sistemi di controllo innovativi basati su algoritmi di intelligenza artificiale.

Almanacco della Scienza (CNR) - La nuova sfida tecnologica nel campo neurologico si chiama ‘Active'. Un robot ‘intelligente' in grado di aiutare l'operatore durante gli interventi di neurochirurgia ‘a paziente sveglio', senza compromettere aree importanti come quelle che controllano la memoria, il movimento o il linguaggio. Il progetto, cofinanziato dalla Comunità europea con circa 6 milioni di euro per quattro anni, è frutto della collaborazione di ben 15 gruppi di ricerca che vede la partecipazione a livello nazionale - tra gli altri - dell'Istituto di tecnologia industriale e automazione (Itia) del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) di Milano e di Politecnico di Milano, Istituto italiano di tecnologia, Istituto neurologico Besta, ospedale Niguarda, Policlinico di Milano, Istituto clinico Humanitas e ospedale San Paolo.

"La sfida", spiega Tullio Tolio, direttore dell'itia-Cnr di Milano, "è quella di realizzare una piattaforma robotica di supporto per la stimolazione cerebrale profonda, la resezione di tumori estesi e il trattamento di alcune patologie neurologiche come l'epilessia farmaco resistente".

"Ogni anno in Europa, sono circa 20.000 i pazienti candidati per la chirurgia dell'epilessia, mentre circa 60.000 sono quelli che dal 1993 hanno beneficiato della Stimolazione cerebrale profonda (Bds)", continua il direttore dell'Itia-Cnr.

In particolare il progetto Active si propone di assistere tutte le procedure chirurgiche sui pazienti affetti da epilessia relative all'impianto intracranico di elettrodi per Stereo Eeg (metodica di registrazione dell'attività elettrencefalografica in aree cerebrali profonde per meglio localizzare dove le crisi epilettiche hanno origine), e ai successivi trattamenti di resezione/disconnessione .

L'area operatoria è spesso soggetta a deformazioni dinamiche conseguenti alle variazioni della pressione sanguigna, ai movimenti respiratori, a possibili crisi o ad attività di risveglio necessarie per localizzare le aree eloquenti del cervello (quelle del linguaggio e motoria primaria) e alle sollecitazioni degli strumenti. "Il robot", descrive Tolio, "compensa il movimento delle mani dell'operatore, permettendo al chirurgo di intervenire sul cervello del paziente come se questo fosse fermo, immobile".

Avctive, oltre a prolungare, con una sorta di protesi, le mani del chirurgo, riesce a monitorare e a bloccare le eventuali manovre scorrette. "La particolarità di questo prodotto", illustra ancora, Lorenzo Molinari Tosatti, ricercatore dell'Itia-Cnr di Milano, "è di seguire in tempo reale e con accuratezza il movimento dell'organo operato. Il sistema si compone di tre robot cooperanti, uno che blocca la testa, misura le posizioni ed è in grado di variare le proprie caratteristiche dinamiche in base al movimento operatorio, e gli altri due che sostengono e/o utilizzano gli strumenti".

Silvia Mattoni

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