Dopo le violenze dei giorni scorsi gli indios boliviani di nuovo in marcia
PeaceReporter - Non si ferma la protesta degli indios boliviani. Da settimane sono in marcia per protestare e dire il loro no alla costruzione di una strada che dovrebbe attraversare un'area amazzonica, oggi riserva naturale. Nei giorni scorsi la polizia boliviana aveva bloccato con la violenza le proteste e gli scontri avevano causato diversi feriti. La trattativa fra governo e manifestanti la scorsa settimana sembrava aver trovato un punto d'incontro: il presidente Evo Morales aveva deciso per la sospensione del progetto fino a quando non si sarebbe tenuta una consultazione popolare.
In ogni caso il presidente si è scusato per l'eccessivo uso della forza per bloccare la marcia degli indios, che comunque non si è fermata.
Addirittura, membri dell'opposizione vorrebbero denunciare per genocidio il presidente, ipotizzando reati come il genocidio.
Nel frattempo i rappresentanti degli indios fanno sapere che non arretreranno la loro posizione. La conferma arriva direttamente dal loro leader, Marcelino Chairini. "Restiamo sulle nostre posizione in difesa della nostra patria dell'integrità di 34 popoli indigeni. Arriveremo a La Paz in pace".
PeaceReporter - Non si ferma la protesta degli indios boliviani. Da settimane sono in marcia per protestare e dire il loro no alla costruzione di una strada che dovrebbe attraversare un'area amazzonica, oggi riserva naturale. Nei giorni scorsi la polizia boliviana aveva bloccato con la violenza le proteste e gli scontri avevano causato diversi feriti. La trattativa fra governo e manifestanti la scorsa settimana sembrava aver trovato un punto d'incontro: il presidente Evo Morales aveva deciso per la sospensione del progetto fino a quando non si sarebbe tenuta una consultazione popolare.
In ogni caso il presidente si è scusato per l'eccessivo uso della forza per bloccare la marcia degli indios, che comunque non si è fermata.
Addirittura, membri dell'opposizione vorrebbero denunciare per genocidio il presidente, ipotizzando reati come il genocidio.
Nel frattempo i rappresentanti degli indios fanno sapere che non arretreranno la loro posizione. La conferma arriva direttamente dal loro leader, Marcelino Chairini. "Restiamo sulle nostre posizione in difesa della nostra patria dell'integrità di 34 popoli indigeni. Arriveremo a La Paz in pace".
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