Lipu: «Cosa dice la Prestigiacomo su questa clamorosa situazione?»
Greenreport - Dopo il governatore di Bankitalia milanese ecco le deroghe "lumbard" alla legge sulla caccia: oggi il ministro leghista alla semplificazione normativa, Roberto Calderoli, ha annunciato che il governo non impugnerà, come ha fatto per delibere e leggi simili in altre Regioni, la legge sulle deroghe approvata dalla Regione Lombardia. "Evviva! La caccia in Lombardia è salva - si legge nel comunicato stampa del ministro bergamasco".
Grazie all'intervento della Lega Nord in Consiglio dei Ministri non è stata ratificata l'impugnativa della legge della Regione Lombardia in materia di caccia in deroga. Sono lieto del risultato ottenuto. A questo punto, però, appare evidente che la normativa nazionale non è assolutamente adeguata in materia di caccia e che la materia debba essere di competenza regionale".
Fino a ieri sera sembrava che il governo avrebbe impugnato la legge con cui a fine luglio, la Regione Lombardia, aveva dato il via libera al prelievo di cinque specie migratorie protette: storno, fringuello, peppola, pispola e frosone. Nella documentazione del Consiglio dei ministri, si diceva che la deroga «Presenta profili di illegittimità, contrastando con la vigente normativa nazionale in materia di tutela dell'ambiente e dell'ecosistema, per la quale lo Stato ha competenza esclusiva».
E' chiaro che la Lega Nord ha in ostaggio il governo Berlusconi a che ne approfitta per far passare anche l'impraticabile, quando si tratta di garantire i "privilegi" padani. Siamo ormai alla gestione etnico/tribale dell'ambiente e della fauna
Rispondendo a Calderoli la Presidente Wwf Lombardia, Paola Brambilla, aggiunge: «E' un gravissimo atto di irresponsablità. Rivendicare il merito della violazione di leggi a tutela di specie protette in tutta Europa e a livello internazionale è un affronto a tutti cittadini che amano la natura. Il Wwf Lombardia ha già chiesto l'intervento della Ue perché fermi un bracconaggio legalizzato, a questo punto, sia dalla Regione che dallo Stato».
Per Antonino Morabito, responsabile fauna di Legambiente «Il ministro Calderoli si vanta di aver impedito al Consiglio dei ministri di impugnare la legge della Regione Lombardia sulla caccia in deroga agli uccelli migratori, un provvedimento identico a quello già bocciato dalla Corte di Giustizia europea perché autorizzava a uccidere specie protette. E, poiché secondo la legge italiana, la fauna è patrimonio indisponibile dello Stato, il ministro di fatto legittima un'appropriazione indebita ai danni dei cittadini».
La Lipu/birdLife Italia è allibita e il suo presidente, Fulvio Mamone Capria, ci va giù pesantissimo: «Il Ministro Calderoli non sa cosa dice, o parla in cattiva fede. Le deroghe hanno come oggetto gli uccelli selvatici, che sono bene della collettività internazionale e patrimonio di esclusiva potestà statale. Tirare in ballo la regionalizzazione della materia caccia è, oltre che un'inesattezza sostanziale, un puro espediente linguistico per nascondere il gravissimo strappo al diritto costituzionale e comunitario che si sta consumando nella vicenda lombarda».
Secondo la Lipu «Aver bloccato l'impugnazione significa che Calderoli disconosce la Corte Costituzionale che su una legge della Lombardia si è già pronunciata affermando che concedere deroghe tramite legge è illegittimo. Per non parlare delle condanne ancora freschissime che la Lombardia e la Repubblica Italiana hanno subito sul tema dalla Corte di Giustizia europea».
Mamone Capria spiega che «Siamo così di fronte a una situazione che definire grave è poco e che chiede un'immediata pronuncia da parte del governo intero, a partire dal ministro dell'ambiente. Cosa dice, Stefania Prestigiacomo, su questa clamorosa situazione? Cosa risponderà tra qualche giorno alla Commissione europea, quando ci chiederà conto di queste nuove violazioni alla direttiva?»
In un comunicato comune Enpa, Lav, Legambiente, Lipu e Wwf della Lombardia scrivono: «Riteniamo gravissima ed ingiustificabile la decisione assunta dal Consiglio dei ministri di rinunciare in extremis a impugnare la legge palesemente illegittima della Regione Lombardia sulle deroghe di caccia, nonostante l'Unione Europea abbia già di recente annullato con un provvedimento eccezionale un analogo atto legislativo della Regione stessa. Le trionfalistiche dichiarazioni del ministro Calderoli, che rivendica e si compiace dell'uccisione di piccoli uccelli - peppole, fringuelli, pispole, frosoni e storni - sono il segno di un'estrema debolezza: la preparazione della campagna elettorale a danno degli animali selvatici tutelati nel continente, contro l'Europa e le sue regole, contro la Costituzione. Infatti, Calderoli, nell'affermare che la competenza sull'attività venatoria deve spettare alle Regioni e non più allo Stato, ignora volutamente l'articolo 117 della Costituzione, che - come ribadito ripetutamente dalle sentenze della Corte Costituzionale - attribuisce allo Stato la competenza legislativa esclusiva sull'ambiente e sull'ecosistema e, dunque, sulla fauna. Chi pagherà in futuro, quando l'Unione Europea aprirà una nuova procedura d'infrazione contro l'Italia, dopo aver pronunciato solo un anno fa una condanna durissima nei nostri confronti? Gli italiani e soprattutto i cittadini lombardi sappiano che ogni sanzione pecuniaria peserà su di loro».
Greenreport - Dopo il governatore di Bankitalia milanese ecco le deroghe "lumbard" alla legge sulla caccia: oggi il ministro leghista alla semplificazione normativa, Roberto Calderoli, ha annunciato che il governo non impugnerà, come ha fatto per delibere e leggi simili in altre Regioni, la legge sulle deroghe approvata dalla Regione Lombardia. "Evviva! La caccia in Lombardia è salva - si legge nel comunicato stampa del ministro bergamasco".
Grazie all'intervento della Lega Nord in Consiglio dei Ministri non è stata ratificata l'impugnativa della legge della Regione Lombardia in materia di caccia in deroga. Sono lieto del risultato ottenuto. A questo punto, però, appare evidente che la normativa nazionale non è assolutamente adeguata in materia di caccia e che la materia debba essere di competenza regionale".
Fino a ieri sera sembrava che il governo avrebbe impugnato la legge con cui a fine luglio, la Regione Lombardia, aveva dato il via libera al prelievo di cinque specie migratorie protette: storno, fringuello, peppola, pispola e frosone. Nella documentazione del Consiglio dei ministri, si diceva che la deroga «Presenta profili di illegittimità, contrastando con la vigente normativa nazionale in materia di tutela dell'ambiente e dell'ecosistema, per la quale lo Stato ha competenza esclusiva».
E' chiaro che la Lega Nord ha in ostaggio il governo Berlusconi a che ne approfitta per far passare anche l'impraticabile, quando si tratta di garantire i "privilegi" padani. Siamo ormai alla gestione etnico/tribale dell'ambiente e della fauna
Rispondendo a Calderoli la Presidente Wwf Lombardia, Paola Brambilla, aggiunge: «E' un gravissimo atto di irresponsablità. Rivendicare il merito della violazione di leggi a tutela di specie protette in tutta Europa e a livello internazionale è un affronto a tutti cittadini che amano la natura. Il Wwf Lombardia ha già chiesto l'intervento della Ue perché fermi un bracconaggio legalizzato, a questo punto, sia dalla Regione che dallo Stato».
Per Antonino Morabito, responsabile fauna di Legambiente «Il ministro Calderoli si vanta di aver impedito al Consiglio dei ministri di impugnare la legge della Regione Lombardia sulla caccia in deroga agli uccelli migratori, un provvedimento identico a quello già bocciato dalla Corte di Giustizia europea perché autorizzava a uccidere specie protette. E, poiché secondo la legge italiana, la fauna è patrimonio indisponibile dello Stato, il ministro di fatto legittima un'appropriazione indebita ai danni dei cittadini».
La Lipu/birdLife Italia è allibita e il suo presidente, Fulvio Mamone Capria, ci va giù pesantissimo: «Il Ministro Calderoli non sa cosa dice, o parla in cattiva fede. Le deroghe hanno come oggetto gli uccelli selvatici, che sono bene della collettività internazionale e patrimonio di esclusiva potestà statale. Tirare in ballo la regionalizzazione della materia caccia è, oltre che un'inesattezza sostanziale, un puro espediente linguistico per nascondere il gravissimo strappo al diritto costituzionale e comunitario che si sta consumando nella vicenda lombarda».
Secondo la Lipu «Aver bloccato l'impugnazione significa che Calderoli disconosce la Corte Costituzionale che su una legge della Lombardia si è già pronunciata affermando che concedere deroghe tramite legge è illegittimo. Per non parlare delle condanne ancora freschissime che la Lombardia e la Repubblica Italiana hanno subito sul tema dalla Corte di Giustizia europea».
Mamone Capria spiega che «Siamo così di fronte a una situazione che definire grave è poco e che chiede un'immediata pronuncia da parte del governo intero, a partire dal ministro dell'ambiente. Cosa dice, Stefania Prestigiacomo, su questa clamorosa situazione? Cosa risponderà tra qualche giorno alla Commissione europea, quando ci chiederà conto di queste nuove violazioni alla direttiva?»
In un comunicato comune Enpa, Lav, Legambiente, Lipu e Wwf della Lombardia scrivono: «Riteniamo gravissima ed ingiustificabile la decisione assunta dal Consiglio dei ministri di rinunciare in extremis a impugnare la legge palesemente illegittima della Regione Lombardia sulle deroghe di caccia, nonostante l'Unione Europea abbia già di recente annullato con un provvedimento eccezionale un analogo atto legislativo della Regione stessa. Le trionfalistiche dichiarazioni del ministro Calderoli, che rivendica e si compiace dell'uccisione di piccoli uccelli - peppole, fringuelli, pispole, frosoni e storni - sono il segno di un'estrema debolezza: la preparazione della campagna elettorale a danno degli animali selvatici tutelati nel continente, contro l'Europa e le sue regole, contro la Costituzione. Infatti, Calderoli, nell'affermare che la competenza sull'attività venatoria deve spettare alle Regioni e non più allo Stato, ignora volutamente l'articolo 117 della Costituzione, che - come ribadito ripetutamente dalle sentenze della Corte Costituzionale - attribuisce allo Stato la competenza legislativa esclusiva sull'ambiente e sull'ecosistema e, dunque, sulla fauna. Chi pagherà in futuro, quando l'Unione Europea aprirà una nuova procedura d'infrazione contro l'Italia, dopo aver pronunciato solo un anno fa una condanna durissima nei nostri confronti? Gli italiani e soprattutto i cittadini lombardi sappiano che ogni sanzione pecuniaria peserà su di loro».
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