mercoledì, ottobre 26, 2011
Save the Children, l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati e l’Organizzazione internazionale per le migrazioni - che dal 2006 operano come partner nell’ambito del progetto Praesidium finanziato dal Ministero dell’Interno - esprimono la propria viva preoccupazione per non aver potuto incontrare i migranti sbarcati a Bari dopo essere stati intercettati a largo delle coste pugliesi

Volontariatoggi - “Di questi - scrivono le Ong - 71 sono stati rimpatriati senza alcun contatto con le organizzazioni partner, le quali avevano richiesto di poter incontrare i migranti a conclusione delle attività ispettive e di identificazione, prima che fossero adottati provvedimenti sul loro status giuridico ed eventuali misure di allontanamento dal territorio italiano”. Tale richiesta era finalizzata all’individuazione di soggetti particolarmente vulnerabili, come minori erroneamente riconosciuti maggiorenni o richiedenti protezione internazionale.

“La situazione -si legge in un comunicato- risulta inoltre particolarmente grave considerando che, in base alle testimonianze rese da cinque migranti non rimpatriati e trasferiti nel Cie di Bari, la quasi totalità del gruppo sembrerebbe appartenere alla minoranza copta. Non è la prima volta che accadono episodi di questo genere. Nel corso dell’ultimo anno, alle organizzazioni del progetto Praesidium è stato sistematicamente negato l’accesso ai migranti provenienti dall’Egitto che sbarcano in Puglia, Calabria e Sicilia. In tali casi il divieto è stato motivato con esigenze legate alle indagini e alle procedure d’identificazione. Di fatto però, l’accesso non è mai stato consentito neanche a conclusione delle suddette attività. Tali esigenze non sono invece mai state sollevate a Lampedusa dove, nel corso dell’anno, sono stati registrati oltre 50.000 arrivi”.

L’Unhcr, l’Oim, e Save the Children operano in Puglia nell’ambito del progetto Praesidium, con l’obiettivo di fornire informazioni e orientamento a coloro che arrivano via mare, individuare gruppi vulnerabili quali richiedenti asilo, minori non accompagnati e vittime di tratta e di rafforzare le capacità di accoglienza. “Il mancato accesso ai 150 migranti -dicono- risulta quindi non conforme alle modalità operative dello stesso progetto. In cinque anni di attuazione, il progetto Praesidium ha contribuito ad una gestione trasparente dell’accoglienza dei migranti e dei richiedenti asilo giunti in Italia attraverso il Mediterraneo”.

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