lunedì, ottobre 03, 2011
Si tratta di Pasquale Giannone del clan Emmanuello

Liberainformazione - Pasquale Giannone, un quarantanovenne gelese appartenente alla famiglia di cosa nostra degli Emmanuello, si era reso irreperibile lo scorso marzo per evitare l'arresto nell'ambito dell'operazione “Carus Captivus”. Dopo sei mesi di permanenza in Germania, ha creduto che il suo rientro a Gela, per trascorrere qualche giorno di ferie, passasse inosservato. Così, però, non è stato: gli agenti della squadra mobile di Caltanissetta, infatti, lo hanno bloccato all'interno di un bar della città mentre beveva un caffè.

L'uomo, immediatamente ammanettato, è accusato di aver partecipato, insieme a quattro complici, al sequestro di un noto imprenditore di Niscemi, avvenuto nella primavera del 1998 nella città tedesca di Colonia.

Pasquale Giannone, spalleggiato da Alessandro Emmanuello, Gaspare ed Emanuele Greco e Massimiliano Rizzo, agì allo scopo di ottenere un lauto riscatto. I cinque tennero sotto scacco l'imprenditore per alcuni giorni: la loro richiesta iniziale era di 250 mila marchi ma, alla fine, si accontentarono di soli 100 mila marchi.

L'imprenditore niscemese, così, fu costretto a pagare per avere la libertà dopo aver subito minacce di morte. Il boss Alessandro Emmanuello, tra gli organizzatori del sequestro, cercò anche di strangolarlo utilizzando una corda. Nel novembre di un anno fa, i quattro complici di Giannone vennero arrestati dagli agenti della squadra mobile di Caltanissetta: all'appello mancava solo il gelese fuggito in Germania.
L'uomo è stato trasferito all'interno della casa circondariale di Caltanissetta.

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