Ancora migliaia di civili nella città-roccaforte dei Gheddafi. Scarseggiano carburante e medicinali
Peace Reporter - E' scaduto il cessate-il-fuoco di due giorni a Sirte, che era stato proclamato dalle forze del Consiglio Nazionale Transitorio per consentire l'evacuazione dei civili rimasti intrappolati nella città natale di Muammar Gheddafi. Tuttavia per il momento resta escluso un assalto su larga scala: lo ha affermato Hamed al-Hassi, comandante della brigata insurrezionale 'Qatar', attestata a est di quello che è uno dei gli ultimi bastioni del vecchio regime in Libia. "Dentro ci sono ancora oltre quindicimila persone", ha sottolineato. "Non possiamo sacrificarle". Hassi ha precisato che le operazioni militari si concentreranno invece sul sobborgo meridionale di Bouhadi dove, secondo quanto riferito da alcuni prigionieri lealisti, si nasconderebbe Mutassim-Billah Gheddafi, quinto figlio del Colonnello e già suo consigliere per la Sicurezza Nazionale. "Se cattureremo Mutassim", ha osservato, "la situazione si plachera'". Dal canto loro molti tra i profughi che sono riusciti a fuggire da Sirte hanno dichiarato che la' nessuno sapeva niente della tregua di 48 ore, in quanto gli scontri nel frattempo non si sono mai fermati. Il Comitato Internazionale della Croce Rossa a sua volta intende effettuare un altro tentativo di entrare in città per portare rifornimenti all'ospedale locale, la cui situazione appare sempre più drammatica. in special modo per quanto riguarda l'ossigeno. "Bisogna tuttavia fare molta attenzione", ha sottolineato da Ginevra un portavoce dell'organizzazione umanitaria, Marcal Izard. "L'ossigeno è molto delicato, basterebbe un proiettile vagante e sarebbe il disastro". Uno dei sanitari che hanno lasciato Sirte, il biochimico Mohammed Shnaq, ha raccontato che le farmacie sono ormai totalmente prive di scorte di medicinali. Ad aggravare ulteriormente l'emergenza c'è la penuria di carburante, che impedisce tra l'altro di far funzionare i generatori, con la conseguenza che spesso la corrente elettrica viene a mancare proprio mentre sono in corso gli interventi chirurgici, e i pazienti muoiono in sala operatoria.
Peace Reporter - E' scaduto il cessate-il-fuoco di due giorni a Sirte, che era stato proclamato dalle forze del Consiglio Nazionale Transitorio per consentire l'evacuazione dei civili rimasti intrappolati nella città natale di Muammar Gheddafi. Tuttavia per il momento resta escluso un assalto su larga scala: lo ha affermato Hamed al-Hassi, comandante della brigata insurrezionale 'Qatar', attestata a est di quello che è uno dei gli ultimi bastioni del vecchio regime in Libia. "Dentro ci sono ancora oltre quindicimila persone", ha sottolineato. "Non possiamo sacrificarle". Hassi ha precisato che le operazioni militari si concentreranno invece sul sobborgo meridionale di Bouhadi dove, secondo quanto riferito da alcuni prigionieri lealisti, si nasconderebbe Mutassim-Billah Gheddafi, quinto figlio del Colonnello e già suo consigliere per la Sicurezza Nazionale. "Se cattureremo Mutassim", ha osservato, "la situazione si plachera'". Dal canto loro molti tra i profughi che sono riusciti a fuggire da Sirte hanno dichiarato che la' nessuno sapeva niente della tregua di 48 ore, in quanto gli scontri nel frattempo non si sono mai fermati. Il Comitato Internazionale della Croce Rossa a sua volta intende effettuare un altro tentativo di entrare in città per portare rifornimenti all'ospedale locale, la cui situazione appare sempre più drammatica. in special modo per quanto riguarda l'ossigeno. "Bisogna tuttavia fare molta attenzione", ha sottolineato da Ginevra un portavoce dell'organizzazione umanitaria, Marcal Izard. "L'ossigeno è molto delicato, basterebbe un proiettile vagante e sarebbe il disastro". Uno dei sanitari che hanno lasciato Sirte, il biochimico Mohammed Shnaq, ha raccontato che le farmacie sono ormai totalmente prive di scorte di medicinali. Ad aggravare ulteriormente l'emergenza c'è la penuria di carburante, che impedisce tra l'altro di far funzionare i generatori, con la conseguenza che spesso la corrente elettrica viene a mancare proprio mentre sono in corso gli interventi chirurgici, e i pazienti muoiono in sala operatoria.
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